Nella Storia di Tamerlano e dei suoi successori l’autore parla di vicende accadute nel corso della sua vita, delle quali egli ha esperienza diretta, o di cui ha avuto notizia dal racconto di testimoni. Accanto a questo sguardo sulla contemporaneità, che, allontanandosi nel tempo, per i posteri diventa storia, l’opera storica deve avere anche una proiezione verso il futuro, fornendo un insegnamento alle generazioni che verranno. In questo senso, la composizione della storia, nella concezione di T‘ovma Mecop‘ec‘i, è parte del magistero del vardapet, che deve essere in grado di dare ai suoi allievi ammonimenti sul futuro. Proprio in questi ammonimenti consiste, secondo T‘ovma, l’insegnamento che si può trarre dalla storia. Esso non risiede nella mera conoscenza dei fatti – o della sequenza di cause ed effetti che li ha determinati –, neppure in previsione che essi si possano riproporre un giorno in modo simile, così da aiutare chi conosca gli eventi passati ad affrontare con maggiore consapevolezza quelli futuri. La lezione della storia si colloca, invece, nella comprensione delle ragioni profonde che determinano una data situazione, dentro un paradigma interpretativo imperniato sul dualismo peccato/punizione. Nell’opera di T‘ovma questi aspetti sono delineati attraverso l’interazione delle diverse alterità rappresentate, la cui marca distintiva è sempre di natura religiosa: cristianità verso islam, nel caso dell’opposizione Armeni/invasori, e ortodossia armena verso dissidenze di varia natura, nel caso dei contrasti in seno alla Chiesa armena. Per T‘ovma l’alterità interna è causa di violenti confronti che schierano fratelli contro fratelli, precipitando la nazione nel peccato mortale di Caino. L’alterità più radicale, rappresentata dagli invasori musulmani trattati indistintamente, senza fare una reale differenza tra una stirpe e l’altra, è invece lo strumento della punizione divina per quel peccato in questo mondo.
Il senso dell’alterità nella Storia di Tamerlano e dei suoi successori di T‘ovma Mecop‘ec‘i / Bais, Marco. - (2019), pp. 99-136.
Il senso dell’alterità nella Storia di Tamerlano e dei suoi successori di T‘ovma Mecop‘ec‘i
Bais, Marco
2019
Abstract
Nella Storia di Tamerlano e dei suoi successori l’autore parla di vicende accadute nel corso della sua vita, delle quali egli ha esperienza diretta, o di cui ha avuto notizia dal racconto di testimoni. Accanto a questo sguardo sulla contemporaneità, che, allontanandosi nel tempo, per i posteri diventa storia, l’opera storica deve avere anche una proiezione verso il futuro, fornendo un insegnamento alle generazioni che verranno. In questo senso, la composizione della storia, nella concezione di T‘ovma Mecop‘ec‘i, è parte del magistero del vardapet, che deve essere in grado di dare ai suoi allievi ammonimenti sul futuro. Proprio in questi ammonimenti consiste, secondo T‘ovma, l’insegnamento che si può trarre dalla storia. Esso non risiede nella mera conoscenza dei fatti – o della sequenza di cause ed effetti che li ha determinati –, neppure in previsione che essi si possano riproporre un giorno in modo simile, così da aiutare chi conosca gli eventi passati ad affrontare con maggiore consapevolezza quelli futuri. La lezione della storia si colloca, invece, nella comprensione delle ragioni profonde che determinano una data situazione, dentro un paradigma interpretativo imperniato sul dualismo peccato/punizione. Nell’opera di T‘ovma questi aspetti sono delineati attraverso l’interazione delle diverse alterità rappresentate, la cui marca distintiva è sempre di natura religiosa: cristianità verso islam, nel caso dell’opposizione Armeni/invasori, e ortodossia armena verso dissidenze di varia natura, nel caso dei contrasti in seno alla Chiesa armena. Per T‘ovma l’alterità interna è causa di violenti confronti che schierano fratelli contro fratelli, precipitando la nazione nel peccato mortale di Caino. L’alterità più radicale, rappresentata dagli invasori musulmani trattati indistintamente, senza fare una reale differenza tra una stirpe e l’altra, è invece lo strumento della punizione divina per quel peccato in questo mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.