«La storia sta accelerando ancora una volta. Questa crisi [in Ucraina, N.d.A.] ha reso più chiaro che viviamo in un mondo modellato da una rozza politica di potenza, dove ogni questione è militarizzata e dobbiamo confrontarci con una feroce battaglia tra narrazioni. Tutte queste tendenze erano già in corso prima della guerra in Ucraina. Ma ora stanno accelerando» (UE, 2022, p. 4). È così che, nella prefazione dello Strategic Compass, l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Josep Borrell descrive il contesto internazionale all’interno del quale l’Unione Europea sarà chiamata a muoversi nei prossimi anni. A Bruxelles, comunque, i mutamenti intervenuti nel quadro politico-strategico, almeno rispetto a come quest’ultimo si presentava all’inizio del XXI secolo, non costituiscono una novità. Una profonda consapevolezza delle minacce emergenti e, quindi, della crescente necessità di aumentare l’impegno dell’UE nella dimensione della sicurezza e l’integrazione tra i suoi membri nel settore della difesa affiora chiaramente già da una comparazione della European Union Global Strategy del 2016 (UE, 2016) con la European Security Strategy del 2003 (UE, 2003). Lo stesso non si può dire a proposito della contemporanea percezione di sicurezza da parte dell’opinione pubblica, nonostante l’Europa sia alle prese con il fenomeno del terrorismo jihadista dal 2004 e risulti particolarmente esposta alle turbolenze della sponda meridionale del Mediterraneo da più di un decennio. Soprattutto in relazione ai casi specifici di Roma e Parigi, ancora nel 2021, il rischio di una guerra risultava preso in considerazione da percentuali marginali delle rispettive popolazioni. Solo il 12% degli italiani e il 9% dei francesi, infatti, individuavano in uno scenario di conflitto la loro preoccupazione principale in materia di sicurezza nazionale (NATO, 2021).
Italia e Francia in un contesto internazionale competitivo / Natalizia, G.; Termine, L.; Carteny, A.. - (2023), pp. 15-33. - SICUREZZA E POLITICA INTERNAZIONALE.
Italia e Francia in un contesto internazionale competitivo
Natalizia G.;Termine L.;Carteny A.
2023
Abstract
«La storia sta accelerando ancora una volta. Questa crisi [in Ucraina, N.d.A.] ha reso più chiaro che viviamo in un mondo modellato da una rozza politica di potenza, dove ogni questione è militarizzata e dobbiamo confrontarci con una feroce battaglia tra narrazioni. Tutte queste tendenze erano già in corso prima della guerra in Ucraina. Ma ora stanno accelerando» (UE, 2022, p. 4). È così che, nella prefazione dello Strategic Compass, l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Josep Borrell descrive il contesto internazionale all’interno del quale l’Unione Europea sarà chiamata a muoversi nei prossimi anni. A Bruxelles, comunque, i mutamenti intervenuti nel quadro politico-strategico, almeno rispetto a come quest’ultimo si presentava all’inizio del XXI secolo, non costituiscono una novità. Una profonda consapevolezza delle minacce emergenti e, quindi, della crescente necessità di aumentare l’impegno dell’UE nella dimensione della sicurezza e l’integrazione tra i suoi membri nel settore della difesa affiora chiaramente già da una comparazione della European Union Global Strategy del 2016 (UE, 2016) con la European Security Strategy del 2003 (UE, 2003). Lo stesso non si può dire a proposito della contemporanea percezione di sicurezza da parte dell’opinione pubblica, nonostante l’Europa sia alle prese con il fenomeno del terrorismo jihadista dal 2004 e risulti particolarmente esposta alle turbolenze della sponda meridionale del Mediterraneo da più di un decennio. Soprattutto in relazione ai casi specifici di Roma e Parigi, ancora nel 2021, il rischio di una guerra risultava preso in considerazione da percentuali marginali delle rispettive popolazioni. Solo il 12% degli italiani e il 9% dei francesi, infatti, individuavano in uno scenario di conflitto la loro preoccupazione principale in materia di sicurezza nazionale (NATO, 2021).File | Dimensione | Formato | |
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