L’architettura italiana sembra aver perso il suo prestigio decenni or sono. Ostaggio di un paese che ha rinunciato alla bellezza, appare inabile a stabilire un confronto con quanto accade sulla scena internazionale. Voi che siete scesi in trincea e che grazie alla doppia sede del vostro studio, una a Venezia e una nel Regno Unito, vi rendete ambasciatori dell’architettura italiana all’estero, ritenete che le teorie e la pratica progettuale del nostro paese possano riacquisire la reputazione di un tempo? Quale pensate possa essere la strada da perseguire affinché ciò si realizzi? C+S Crediamo che l’architettura in genere non abbia saputo rispondere al luogo. Il tema non è quello di produrre un edificio bello o brutto, la questione vera è un’altra. L’architettura non è riuscita a mantenere il contatto con l’ambiente, il clima, il contesto e le persone. L’architettura non è riuscita a innestarsi in una tradizione in grado di scegliere i migliori elementi del passato in maniera tale da creare un ponte con il futuro. Noi davvero siamo poco interessati alle chiacchiere italiane. Uno dei motivi per cui siamo andati all’estero è proprio costituito dalla volontà di non fare più parte di questo gossip che rende l’architettura – che è una cosa importantissima – una chiacchiera solo esteriore. Non è possibile parlare soltanto di forme che magari non stabiliscono relazioni con nulla e, spesso, scadono in meri esercizi che non capisce nessuno.

Intervista a Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini / Arcopinto, Luigi. - (2023), pp. 34-45.

Intervista a Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini

Arcopinto, Luigi
2023

Abstract

L’architettura italiana sembra aver perso il suo prestigio decenni or sono. Ostaggio di un paese che ha rinunciato alla bellezza, appare inabile a stabilire un confronto con quanto accade sulla scena internazionale. Voi che siete scesi in trincea e che grazie alla doppia sede del vostro studio, una a Venezia e una nel Regno Unito, vi rendete ambasciatori dell’architettura italiana all’estero, ritenete che le teorie e la pratica progettuale del nostro paese possano riacquisire la reputazione di un tempo? Quale pensate possa essere la strada da perseguire affinché ciò si realizzi? C+S Crediamo che l’architettura in genere non abbia saputo rispondere al luogo. Il tema non è quello di produrre un edificio bello o brutto, la questione vera è un’altra. L’architettura non è riuscita a mantenere il contatto con l’ambiente, il clima, il contesto e le persone. L’architettura non è riuscita a innestarsi in una tradizione in grado di scegliere i migliori elementi del passato in maniera tale da creare un ponte con il futuro. Noi davvero siamo poco interessati alle chiacchiere italiane. Uno dei motivi per cui siamo andati all’estero è proprio costituito dalla volontà di non fare più parte di questo gossip che rende l’architettura – che è una cosa importantissima – una chiacchiera solo esteriore. Non è possibile parlare soltanto di forme che magari non stabiliscono relazioni con nulla e, spesso, scadono in meri esercizi che non capisce nessuno.
2023
Architettura italiana contemporanea. 5 interviste + 1
978-88-6242-842-2
architettura di traduzione; luogo; memoria; assertivismo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Intervista a Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini / Arcopinto, Luigi. - (2023), pp. 34-45.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1685066
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