La nave Costa Concordia, giunta nei pressi dell'Isola del Giglio, impattò contro il gruppo di scogli detti delle Scole il 13 gennaio 2012. L’impatto creato sul fondale dal relitto e da tutte le opere realizzate per la sua rimozione ha richiesto complessi interventi di recupero dei fondali dell’isola del Giglio. Due anni sono stati necessari per il rigalleggiamento e l’allontanamento del relitto, tre anni per la pulizia dei fondali e ancora cinque anni di interventi per il restauro ambientale che è ancora in corso. Le attività di monitoraggio ambientale e di ripristino delle condizioni dei fondali sono state indicate dal Ministero dell’Ambiente attraverso le prescrizioni che la Conferenza di Servizi, appositamente convocata, ha stabilito subito dopo il naufragio. Notizie relative alla rimozione del relitto e alla pulizia dei fondali sono state riportate ampiamente dalle cronache; meno noto, invece, è il lavoro tecnico e scientifico condotto per lunghi anni da ricercatori e specialisti di ecologia marina, che hanno operato all’interno dell’Università di Roma” La Sapienza” e del Consorzio Interuniversitario di Biologia Marina di Livorno (CIBM). Appena terminate le operazioni legate all’emergenza sono partite le attività di tipo ambientale, ed in particolare la caratterizzazione dei fondali circostanti la Concordia. La prima carta dei fondali (Figura 2.1), redatta nel 2012, è servita come punto di riferimento sia per indirizzare i lavori nel modo più compatibile possibile sia come punto di riferimento negli anni successivi.
Il restauro ambientale dei fondali interessati dal naufragio della Concordia / Ardizzone, Domenico; Belluscio, Andrea; Casoli, Edoardo; Ventura, Daniele; Cardone, Sara; Donnini, Lorenzo; Farina, Fulvia; Mancini, Gianluca. - (2023), pp. 10-25.
Il restauro ambientale dei fondali interessati dal naufragio della Concordia
Domenico Ardizzone;Andrea Belluscio;Edoardo Casoli;Daniele Ventura;Gianluca Mancini
2023
Abstract
La nave Costa Concordia, giunta nei pressi dell'Isola del Giglio, impattò contro il gruppo di scogli detti delle Scole il 13 gennaio 2012. L’impatto creato sul fondale dal relitto e da tutte le opere realizzate per la sua rimozione ha richiesto complessi interventi di recupero dei fondali dell’isola del Giglio. Due anni sono stati necessari per il rigalleggiamento e l’allontanamento del relitto, tre anni per la pulizia dei fondali e ancora cinque anni di interventi per il restauro ambientale che è ancora in corso. Le attività di monitoraggio ambientale e di ripristino delle condizioni dei fondali sono state indicate dal Ministero dell’Ambiente attraverso le prescrizioni che la Conferenza di Servizi, appositamente convocata, ha stabilito subito dopo il naufragio. Notizie relative alla rimozione del relitto e alla pulizia dei fondali sono state riportate ampiamente dalle cronache; meno noto, invece, è il lavoro tecnico e scientifico condotto per lunghi anni da ricercatori e specialisti di ecologia marina, che hanno operato all’interno dell’Università di Roma” La Sapienza” e del Consorzio Interuniversitario di Biologia Marina di Livorno (CIBM). Appena terminate le operazioni legate all’emergenza sono partite le attività di tipo ambientale, ed in particolare la caratterizzazione dei fondali circostanti la Concordia. La prima carta dei fondali (Figura 2.1), redatta nel 2012, è servita come punto di riferimento sia per indirizzare i lavori nel modo più compatibile possibile sia come punto di riferimento negli anni successivi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ardizzone et al 2023 - Il restauro ambientale dei fondali interessati dal naufragio della Costa Concordia_QUADERNO DI ECOLOGIA II.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
5.08 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.08 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.