Una costellazione di scarti. Per una ricognizione e risignificazione degli spazi abbandonati della città

Se proviamo a guardare con interesse lo scarto e le cicatrici del territorio (…) forse potremmo imparare ad integrarli in un ciclo continuo d’uso (…). Siccome è chiaro che continueremo a produrre scarto, dobbiamo imparare a riutilizzarlo continuamente e perfino apprezzarlo» . A quasi mezzo secolo di distanza dall’uscita di questo saggio l’invito, soprattutto a Roma, appare più che mai valido e urgente. Salvo alcuni casi (sporadici ma non per questo meno interessanti), la città sembra essere passata pressoché inalterata attraverso la lunga stagione delle riqualificazioni urbane, quella, per intendersi, che ha generato altrove la riconversione di interi distretti industriali nei più vivi, dinamici e stimolanti brani di città 2. Ovviamente sarebbe ingeneroso, oltre che inesatto, affermare che non ci sia stato un intenso dibattito sul tema ma, come spesso accade nella città eterna, molto è stato detto, tanto si è progettato, poco o nulla è stato realizzato.