Preci è al margine del cosiddetto cratere del terremoto che ha investito il centro Italia a cavallo tra il 2016 e il 2017, come moltissimi altri comuni. Un margine geografico ma soprattutto mediatico, come hanno avuto modo di scoprire gli artisti di Corale nella loro prima residenza, quando hanno scelto di concentrare qui il loro lavoro rispetto alla vicina Norcia, ben più illuminata dal punto di vista dell’attenzione pubblica. È anche ai margini d’Italia, se assumiamo il punto di vista proposto della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), territori quasi sempre montani e in via di spopolamento. Varie sono le ricerche che si confrontano con la questione delle aree interne, affrontandone l’ambivalente carattere di luoghi di diseguaglianza e di opportunità, ma anche di trasformazione sociale e sfida alla metropolitanità dominante: il tema interroga chiunque si occupi di sviluppo territoriale, perché pone l’annosa domanda: quali futuri è possibile immaginare per (e con) questi luoghi? E ancora, com’è possibile affrontare la dimensione del futuro quando già quella del presente si impone nella sua immanente gravezza? Come uscire dal recinto dei classici, inefficaci strumenti di pianificazione? Come tornare a lavorare sui luoghi con chi li abita, operando azioni di cura per il loro presente che conservino la capacità generatrice di guardare al loro futuro? Siamo arrivati ad osservare Corale prima e unirci ad essa poi con queste domande ad accompagnarci. L’ipotesi che ci muoveva era che alcune pratiche artistiche potessero offrirsi come strumenti di attivazione di processi e progettualità territoriali, contribuendo alla costruzione di nuovi immaginari, alla riformulazione dei processi decisionali, al rafforzamento di legami laschi di alcune comunità locali, al riconoscimento e alla valorizzazione di nuove forme di abitare tali territori, facendone emergere le urgenze e le potenzialità: a prendersi cura di un luogo, dal margine.
Le pratiche artistiche e i legami deboli. Come diventare nuovi abitanti / Marzo, Alberto; Olcuire, Serena. - (2021), pp. 66-75.
Le pratiche artistiche e i legami deboli. Come diventare nuovi abitanti
Alberto marzo
;Serena Olcuire
2021
Abstract
Preci è al margine del cosiddetto cratere del terremoto che ha investito il centro Italia a cavallo tra il 2016 e il 2017, come moltissimi altri comuni. Un margine geografico ma soprattutto mediatico, come hanno avuto modo di scoprire gli artisti di Corale nella loro prima residenza, quando hanno scelto di concentrare qui il loro lavoro rispetto alla vicina Norcia, ben più illuminata dal punto di vista dell’attenzione pubblica. È anche ai margini d’Italia, se assumiamo il punto di vista proposto della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), territori quasi sempre montani e in via di spopolamento. Varie sono le ricerche che si confrontano con la questione delle aree interne, affrontandone l’ambivalente carattere di luoghi di diseguaglianza e di opportunità, ma anche di trasformazione sociale e sfida alla metropolitanità dominante: il tema interroga chiunque si occupi di sviluppo territoriale, perché pone l’annosa domanda: quali futuri è possibile immaginare per (e con) questi luoghi? E ancora, com’è possibile affrontare la dimensione del futuro quando già quella del presente si impone nella sua immanente gravezza? Come uscire dal recinto dei classici, inefficaci strumenti di pianificazione? Come tornare a lavorare sui luoghi con chi li abita, operando azioni di cura per il loro presente che conservino la capacità generatrice di guardare al loro futuro? Siamo arrivati ad osservare Corale prima e unirci ad essa poi con queste domande ad accompagnarci. L’ipotesi che ci muoveva era che alcune pratiche artistiche potessero offrirsi come strumenti di attivazione di processi e progettualità territoriali, contribuendo alla costruzione di nuovi immaginari, alla riformulazione dei processi decisionali, al rafforzamento di legami laschi di alcune comunità locali, al riconoscimento e alla valorizzazione di nuove forme di abitare tali territori, facendone emergere le urgenze e le potenzialità: a prendersi cura di un luogo, dal margine.File | Dimensione | Formato | |
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