«A servizio di Roma nel nome del Duce e del Regime». L'Iafcp di Alberto Calza Bini

Riformato dal punto di vista statutario, dei compiti operativi e anche nel nome, l’Istituto fascista autonomo case popolari di Roma visse l’avvento e il consolidamento del nuovo regime all’insegna di un più stretto rapporto con l’amministrazione cittadina e il Governo nazionale. Rispetto al Governatorato funzionò al pari di un’agenzia di servizio, coadiuvandone le operazioni di riordino urbano con l’esecuzione di progetti edilizi di varia natura . Questa attività di fiancheggiamento, affievolitasi nel corso del mandato Boncompagni, governatore dal 1928, si ristabilì, seppur in forme più circoscritte, con la nomina di Bottai nel 1935. L’Istituto ebbe un ruolo di prim’ordine nelle vicende edilizie della capitale, a detta del direttore generale Costantini rivitalizzato dal “soffio di vita rigogliosissimo” spirato dal fascismo, in ossequio del quale si adoperò su vari fronti: edilizio, politico, educativo.