La vicenda storica delle borgate di Roma è intimamente connessa a quella dell’immigrazione che ha interessato la città nell’ultimo secolo. I tragitti di insediamento degli immigrati giunti nella capitale, le politiche pubbliche di ricollocamento abitativo e l’informalità dei processi di edificazione, nonché delle pratiche sociali urbane, costituiscono i filoni principali di una complessa trama sociale annodatasi proprio attorno alle varie specie di borgate nate nel contesto della periferia. Essa cominciò a svolgersi negli anni del fascismo, per poi dipanarsi con una certa continuità dal secondo dopoguerra fino agli anni ’80 del secolo scorso. Il legame tra localizzazioni residenziali degli immigrati e borgate periferiche si è poi rinsaldato in anni più recenti e vede protagonisti soggetti provenienti dall’estero. Ferme restando le specificità di ogni periodo, il punto di partenza di queste traiettorie è pressoché il medesimo: la domanda abitativa formulata da immigrati dotati di pochi mezzi economici che non trova solvibilità immediata nel settore legale della casa e finisce per essere soddisfatta nei circuiti dell’informalità e dell’autocostruzione, precaria o consolidata, i quali a loro volta alimentano nel primo caso programmi di sostituzione edilizia, generalmente affidati agli enti di edilizia pubblica, nel secondo l’ampliamento della città abusiva (o l’approdo in essa). Sia chiaro: nelle borgate, sia di tipo ufficiale che di origine abusiva, vennero sistemate o si stabilirono anche famiglie romane; la presenza della componente immigrata, tuttavia, oltre a essere considerevole, ha connotato questi luoghi sul piano sociale, tipologico, dei modi d’uso. Essa, inoltre, ha legittimato la codificazione di un impianto legislativo antiurbano e nutrito retoriche e modelli discorsivi di stigmatizzazione sociale che trovarono applicazione e i primi canali di diffusione durante il ventennio fascista, per essere poi ripresi e sviluppati in età repubblicana. Obiettivo di questo articolo è tracciare un quadro storico di questa vicenda che tenga conto dei debiti intrecci, ma anche delle necessarie distinzioni tra luoghi morfologicamente e socialmente diversi, sebbene abbiano condiviso il medesimo spazio e, per alcuni versi, gli stessi problemi di vivibilità urbana e scarsa qualità ambientale che accomunano varie parti della vasta periferia romana.

Le borgate e l'immigrazione dal fascismo a oggi / Villani, Luciano. - (2021), pp. 81-100.

Le borgate e l'immigrazione dal fascismo a oggi

Villani, Luciano
2021

Abstract

La vicenda storica delle borgate di Roma è intimamente connessa a quella dell’immigrazione che ha interessato la città nell’ultimo secolo. I tragitti di insediamento degli immigrati giunti nella capitale, le politiche pubbliche di ricollocamento abitativo e l’informalità dei processi di edificazione, nonché delle pratiche sociali urbane, costituiscono i filoni principali di una complessa trama sociale annodatasi proprio attorno alle varie specie di borgate nate nel contesto della periferia. Essa cominciò a svolgersi negli anni del fascismo, per poi dipanarsi con una certa continuità dal secondo dopoguerra fino agli anni ’80 del secolo scorso. Il legame tra localizzazioni residenziali degli immigrati e borgate periferiche si è poi rinsaldato in anni più recenti e vede protagonisti soggetti provenienti dall’estero. Ferme restando le specificità di ogni periodo, il punto di partenza di queste traiettorie è pressoché il medesimo: la domanda abitativa formulata da immigrati dotati di pochi mezzi economici che non trova solvibilità immediata nel settore legale della casa e finisce per essere soddisfatta nei circuiti dell’informalità e dell’autocostruzione, precaria o consolidata, i quali a loro volta alimentano nel primo caso programmi di sostituzione edilizia, generalmente affidati agli enti di edilizia pubblica, nel secondo l’ampliamento della città abusiva (o l’approdo in essa). Sia chiaro: nelle borgate, sia di tipo ufficiale che di origine abusiva, vennero sistemate o si stabilirono anche famiglie romane; la presenza della componente immigrata, tuttavia, oltre a essere considerevole, ha connotato questi luoghi sul piano sociale, tipologico, dei modi d’uso. Essa, inoltre, ha legittimato la codificazione di un impianto legislativo antiurbano e nutrito retoriche e modelli discorsivi di stigmatizzazione sociale che trovarono applicazione e i primi canali di diffusione durante il ventennio fascista, per essere poi ripresi e sviluppati in età repubblicana. Obiettivo di questo articolo è tracciare un quadro storico di questa vicenda che tenga conto dei debiti intrecci, ma anche delle necessarie distinzioni tra luoghi morfologicamente e socialmente diversi, sebbene abbiano condiviso il medesimo spazio e, per alcuni versi, gli stessi problemi di vivibilità urbana e scarsa qualità ambientale che accomunano varie parti della vasta periferia romana.
2021
Le strade per Roma. Rapporto 2021 sulle migrazioni interne in Italia
978-88-15-29460-9
immigrazione; fascismo; antiurbanesimo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le borgate e l'immigrazione dal fascismo a oggi / Villani, Luciano. - (2021), pp. 81-100.
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