Il contributo rientra nel volume uscito in occasione della mostra "Il meglio maestro d'Italia. Perugino nel suo tempo" (4 marzo - 11 giugno 2023) organizzata presso la Galleria Nazionale dell'Umbria per celebrare i 500 anni dalla morte dell'artista umbro e presenta l'avvio di una ricerca sullo spazio prospettico dipinto nelle otto tavole del ciclo con le "Storie di san Bernardino". Nell’ampio dibattito relativo alle attribuzioni delle tavole del ciclo al Perugino, un contributo importante potrebbe essere offerto dall’analisi delle prospettive dell’'architectura picta'. Lo studio proposto si inserisce all’interno di questo quadro di riferimento proponendo un’analisi geometrica, con particolare riferimento all’impostazione prospettica, della tavola "San Bernardino risana da un’ulcera la figlia di Giovanni Antonio da Rieti", poiché in essa con più frequenza viene riconosciuta la mano del ‘divin pittore’. L’obiettivo è quello di definire un metodo d’indagine che potrà essere applicato alle altre tavole del ciclo e poi esteso ad ambiti più ampi della produzione del pittore umbro. Le analisi di tipo bidimensionale e tridimensionale condotte, basate su di una interpretazione in chiave geometrico-prospettica, hanno restituito uno spazio illusorio caratterizzato da una forte contrazione lungo la direzione dell’asse ottico principale, la quale lascia supporre che l’artista non abbia tenuto in considerazione la digradazione regolare delle profondità nella costruzione della prospettiva. L’elemento più significativo dell’indagine emerge dal confronto diretto tra i due modelli 3D restituiti, quello oggettivo (realizzato attraverso l'interpretazione prospettica) e quello ideale (realizzato attraverso l'interpretazione percettiva), osservati dal centro di proiezione: nel modello ideale, l’apertura verso il paesaggio subisce un notevole ridimensionamento tale da ridurne la potenza espressiva, l’equilibrio compositivo e il ruolo all’interno della tavola stessa. L’artificio utilizzato dall’artista nel manipolare la prospettiva, contraendo lo spazio rappresentato, ha come effetto principale l’apertura verso il paesaggio che diviene, insieme all’architettura, vero protagonista della scena, e che con la sua prospettiva aerea prosegue e rafforza l’andamento prospettico delle strutture.
Per un'indagine prospettica delle architetture nel ciclo di san Bernardino / Baglioni, Leonardo; Menconero, Sofia. - (2023), pp. 107-117.
Per un'indagine prospettica delle architetture nel ciclo di san Bernardino
Leonardo Baglioni;Sofia Menconero
2023
Abstract
Il contributo rientra nel volume uscito in occasione della mostra "Il meglio maestro d'Italia. Perugino nel suo tempo" (4 marzo - 11 giugno 2023) organizzata presso la Galleria Nazionale dell'Umbria per celebrare i 500 anni dalla morte dell'artista umbro e presenta l'avvio di una ricerca sullo spazio prospettico dipinto nelle otto tavole del ciclo con le "Storie di san Bernardino". Nell’ampio dibattito relativo alle attribuzioni delle tavole del ciclo al Perugino, un contributo importante potrebbe essere offerto dall’analisi delle prospettive dell’'architectura picta'. Lo studio proposto si inserisce all’interno di questo quadro di riferimento proponendo un’analisi geometrica, con particolare riferimento all’impostazione prospettica, della tavola "San Bernardino risana da un’ulcera la figlia di Giovanni Antonio da Rieti", poiché in essa con più frequenza viene riconosciuta la mano del ‘divin pittore’. L’obiettivo è quello di definire un metodo d’indagine che potrà essere applicato alle altre tavole del ciclo e poi esteso ad ambiti più ampi della produzione del pittore umbro. Le analisi di tipo bidimensionale e tridimensionale condotte, basate su di una interpretazione in chiave geometrico-prospettica, hanno restituito uno spazio illusorio caratterizzato da una forte contrazione lungo la direzione dell’asse ottico principale, la quale lascia supporre che l’artista non abbia tenuto in considerazione la digradazione regolare delle profondità nella costruzione della prospettiva. L’elemento più significativo dell’indagine emerge dal confronto diretto tra i due modelli 3D restituiti, quello oggettivo (realizzato attraverso l'interpretazione prospettica) e quello ideale (realizzato attraverso l'interpretazione percettiva), osservati dal centro di proiezione: nel modello ideale, l’apertura verso il paesaggio subisce un notevole ridimensionamento tale da ridurne la potenza espressiva, l’equilibrio compositivo e il ruolo all’interno della tavola stessa. L’artificio utilizzato dall’artista nel manipolare la prospettiva, contraendo lo spazio rappresentato, ha come effetto principale l’apertura verso il paesaggio che diviene, insieme all’architettura, vero protagonista della scena, e che con la sua prospettiva aerea prosegue e rafforza l’andamento prospettico delle strutture.File | Dimensione | Formato | |
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