Sin dagli esordi, la lirica di Nanni Cagnone (Càrcare, 1939) si è distinta in Italia per incisività e pregnanza del dettato, attestandosi come punto di riferimento per i poeti delle generazioni più giovani – Milo De Angelis e Angelo Lumelli in primis – e di contatto coi maggiori esponenti del Gruppo 63, ai quali è stato umanamente vicino quanto distante criticamente e artisticamente. Con la pubblicazione di Vaticinio, come suggerito da Chiappelli, nella poesia di Cagnone «tensione ontologica, sublimazione linguistica, molteplicità emotiva» si sono congiunte, delineando in maniera chiara la tensione spirituale e profetica della sua parola. Su questa linea si colloca l’esperienza – ormai matura e figlia dell’autoesilio riflessivo a Bomarzo, dove si è ritirato nel 2003 – delle Cose innegabili (2010 e 2021): al dato reale e concreto dell’esistenza umana descritta da Cagnone fa in ogni lirica da contrappeso la coscienza della sua inevitabile finitudine, cui si può soggiacere soltanto poiché sorretti dalla certezza del potere salvifica della parola poetica contrapposta al vuoto della morte. La struttura della raccolta e l’architettura dei testi trovano un evidente riscontro nel Naufragio del Deutschland, capolavoro postumo del gesuita inglese Gerard Manley Hopkins, nel quale si possono scorgere la stessa «intensità d’una lingua magnificamente ostacolata, e [...] una struggente religiosità» (Cagnone 2021) che pervadono i testi delle Cose innegabili. Lo studio e la traduzione del poema di Hopkins ha d’altronde accompagnato Cagnone a partire dalla prima edizione italiana da lui curata nel 1986, con il commento di John Meddemmen, per i tipi di Coliseum, casa editrice fondata a Milano dallo stesso Cagnone e che successivamente pubblicherà anche il primo volume delle Opere poetiche del biblista Emilio Villa, con successive – sempre riviste – riedizioni (2015 e 2021). Il presente contributo si propone quindi di rileggere l’opera di Cagnone evidenziando come la descrizione della propria inquieta spiritualità costituisca di fatto il nodo più vivo della raccolta.
Inquieta spiritualità della poesia di Nanni Cagnone / Marrone, Giuseppe. - (2023). (Intervento presentato al convegno Religioni letterarie II tenutosi a Varsavia, Polonia).
Inquieta spiritualità della poesia di Nanni Cagnone
Giuseppe Marrone
2023
Abstract
Sin dagli esordi, la lirica di Nanni Cagnone (Càrcare, 1939) si è distinta in Italia per incisività e pregnanza del dettato, attestandosi come punto di riferimento per i poeti delle generazioni più giovani – Milo De Angelis e Angelo Lumelli in primis – e di contatto coi maggiori esponenti del Gruppo 63, ai quali è stato umanamente vicino quanto distante criticamente e artisticamente. Con la pubblicazione di Vaticinio, come suggerito da Chiappelli, nella poesia di Cagnone «tensione ontologica, sublimazione linguistica, molteplicità emotiva» si sono congiunte, delineando in maniera chiara la tensione spirituale e profetica della sua parola. Su questa linea si colloca l’esperienza – ormai matura e figlia dell’autoesilio riflessivo a Bomarzo, dove si è ritirato nel 2003 – delle Cose innegabili (2010 e 2021): al dato reale e concreto dell’esistenza umana descritta da Cagnone fa in ogni lirica da contrappeso la coscienza della sua inevitabile finitudine, cui si può soggiacere soltanto poiché sorretti dalla certezza del potere salvifica della parola poetica contrapposta al vuoto della morte. La struttura della raccolta e l’architettura dei testi trovano un evidente riscontro nel Naufragio del Deutschland, capolavoro postumo del gesuita inglese Gerard Manley Hopkins, nel quale si possono scorgere la stessa «intensità d’una lingua magnificamente ostacolata, e [...] una struggente religiosità» (Cagnone 2021) che pervadono i testi delle Cose innegabili. Lo studio e la traduzione del poema di Hopkins ha d’altronde accompagnato Cagnone a partire dalla prima edizione italiana da lui curata nel 1986, con il commento di John Meddemmen, per i tipi di Coliseum, casa editrice fondata a Milano dallo stesso Cagnone e che successivamente pubblicherà anche il primo volume delle Opere poetiche del biblista Emilio Villa, con successive – sempre riviste – riedizioni (2015 e 2021). Il presente contributo si propone quindi di rileggere l’opera di Cagnone evidenziando come la descrizione della propria inquieta spiritualità costituisca di fatto il nodo più vivo della raccolta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.