Questo saggio ha per oggetto la serie televisiva The Frankenstein Chronicles, prodotta tra il 2015 e il 2018 da Rain- mark Films e distribuita, prima, dal network britannico ITV Encore e poi, globalmente, da Netflix. La serie, creata da Benjamin Ross e Barry Langford, è composta da due stagioni di sei puntate l’una, e trae ispirazione da alcune vicende e perso- naggi, reali o di finzione, già presenti nel Frankenstein di Mary Shelley. La particolarità della serie, tuttavia, è quella di non mettere in scena, per l’ennesima volta, una versione alternativa del racconto di Shelley, ma di trarre da questo, così come dalle vicende personali e ipotetiche vissute dalla scrittrice, alcuni spunti per costruire delle vere e proprie “cronache” al tempo di Frankenstein. Ciò che fanno Ross e Langford, i due creatori della serie, è utilizzare un espediente “frankensteiniano”, il ri- trovamento di un corpo composto da frammenti di otto cada- veri di bambini scomparsi, per raccontare lo “spirito del tempo” della Londra tra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento. Raccontare, dunque, soprattutto il contesto da cui Franken- stein nasce, i presupposti scientifici, culturali e politici che ne permettono sia l’ideazione che la rapida diffusione popolare. Utilizzando la logica narrativa del what if, la serie immagina cosa sarebbe successo se ciò che aveva immaginato Shelley fosse, in realtà, frutto di reali esperimenti scientifici, che eb- bero, prima o dopo la pubblicazione del romanzo, degli esiti “tangibili” nel reale.
Spirito, resurrezione e disciplina della storia: The Frankenstein Chronicles / Garofalo, Damiano. - (2022), pp. 307-317. - LA MUSA CRITICA.
Spirito, resurrezione e disciplina della storia: The Frankenstein Chronicles
Garofalo Damiano
2022
Abstract
Questo saggio ha per oggetto la serie televisiva The Frankenstein Chronicles, prodotta tra il 2015 e il 2018 da Rain- mark Films e distribuita, prima, dal network britannico ITV Encore e poi, globalmente, da Netflix. La serie, creata da Benjamin Ross e Barry Langford, è composta da due stagioni di sei puntate l’una, e trae ispirazione da alcune vicende e perso- naggi, reali o di finzione, già presenti nel Frankenstein di Mary Shelley. La particolarità della serie, tuttavia, è quella di non mettere in scena, per l’ennesima volta, una versione alternativa del racconto di Shelley, ma di trarre da questo, così come dalle vicende personali e ipotetiche vissute dalla scrittrice, alcuni spunti per costruire delle vere e proprie “cronache” al tempo di Frankenstein. Ciò che fanno Ross e Langford, i due creatori della serie, è utilizzare un espediente “frankensteiniano”, il ri- trovamento di un corpo composto da frammenti di otto cada- veri di bambini scomparsi, per raccontare lo “spirito del tempo” della Londra tra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento. Raccontare, dunque, soprattutto il contesto da cui Franken- stein nasce, i presupposti scientifici, culturali e politici che ne permettono sia l’ideazione che la rapida diffusione popolare. Utilizzando la logica narrativa del what if, la serie immagina cosa sarebbe successo se ciò che aveva immaginato Shelley fosse, in realtà, frutto di reali esperimenti scientifici, che eb- bero, prima o dopo la pubblicazione del romanzo, degli esiti “tangibili” nel reale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.