Nei rapporti giuridici il decorso del tempo si intreccia con esigenze di giustizia sostanziale, certezza del diritto ed effettività delle tutele: spesso funzionale a conferire stabilità alle situazioni, esso può divenire di contro fattore di incertezza ed imprevedibilità, ponendo l’interprete dinanzi ad equilibri negoziali turbati da eventi esterni e inattesi. È il campo delle sopravvenienze e dei relativi rimedi, in cui all’interesse alla permanenza del vincolo si affianca l’urgenza di reagire alla frustrazione o all’alterazione dell’assetto programmato, sondando gli intenti e distribuendo i rischi. Nella tensione tra principio pacta sunt servanda e clausola rebus sic stantibus si coglie la distanza tra i contratti proiettati nella dimensione temporale e il modello consueto di scambio come atto isolato ed istantaneo cristallizzato nell’accordo. Ed ecco l’interesse ad approfondire le implicazioni dell’elemento temporale sull’autoregolamento negoziale, viepiù a fronte di eccezionali contingenze sociali, politiche ed economiche. Vigente il codice del 1865, tra i numerosi contributi, spicca la ricostruzione storica e sistematica di Giuseppe Osti, che illustra la «lenta infiltrazione» della clausola rebus sic stantibus nell’esperienza giuridica, indagandone con spirito critico e dovizia di riferimenti i nodi teorici ed applicativi, anche in relazione alla presupposizione nei suoi controversi riflessi causali. La rilettura dei saggi dell’illustre Autore è l’occasione per riflettere sui profili legati all’operatività della clausola, da sondare sul piano dei rimedi e dell’autonomia negoziale anche alla luce dei canoni di buona fede, ragionevolezza e solidarietà.
Il contratto e le sopravvenienze. Riflessioni sulla clausola rebus sic stantibus, rileggendo due saggi di Giuseppe Osti / Zinno, Maria. - (2023), pp. 1879-1894.
Il contratto e le sopravvenienze. Riflessioni sulla clausola rebus sic stantibus, rileggendo due saggi di Giuseppe Osti
Maria Zinno
2023
Abstract
Nei rapporti giuridici il decorso del tempo si intreccia con esigenze di giustizia sostanziale, certezza del diritto ed effettività delle tutele: spesso funzionale a conferire stabilità alle situazioni, esso può divenire di contro fattore di incertezza ed imprevedibilità, ponendo l’interprete dinanzi ad equilibri negoziali turbati da eventi esterni e inattesi. È il campo delle sopravvenienze e dei relativi rimedi, in cui all’interesse alla permanenza del vincolo si affianca l’urgenza di reagire alla frustrazione o all’alterazione dell’assetto programmato, sondando gli intenti e distribuendo i rischi. Nella tensione tra principio pacta sunt servanda e clausola rebus sic stantibus si coglie la distanza tra i contratti proiettati nella dimensione temporale e il modello consueto di scambio come atto isolato ed istantaneo cristallizzato nell’accordo. Ed ecco l’interesse ad approfondire le implicazioni dell’elemento temporale sull’autoregolamento negoziale, viepiù a fronte di eccezionali contingenze sociali, politiche ed economiche. Vigente il codice del 1865, tra i numerosi contributi, spicca la ricostruzione storica e sistematica di Giuseppe Osti, che illustra la «lenta infiltrazione» della clausola rebus sic stantibus nell’esperienza giuridica, indagandone con spirito critico e dovizia di riferimenti i nodi teorici ed applicativi, anche in relazione alla presupposizione nei suoi controversi riflessi causali. La rilettura dei saggi dell’illustre Autore è l’occasione per riflettere sui profili legati all’operatività della clausola, da sondare sul piano dei rimedi e dell’autonomia negoziale anche alla luce dei canoni di buona fede, ragionevolezza e solidarietà.File | Dimensione | Formato | |
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