In questo intervento, l'obiettivo è l'analisi delle traiettorie attenzionali collettive dal punto di vista di una pratica che viene definita “unblackboxing”: lo svelamento possibile di dinamiche attenzionali che appaiono neutrali pur non essendolo, proprio in quanto aspirano a essere partecipative e creatrici di significati elaborati collettivamente. Lo si farà attraverso la tematizzazione di traiettorie attenzionali che si svolgono e si intrecciano negli spazi pubblici, urbani nello specifico – di fatto, è difficile pensare a un luogo più peculiare della città per la costruzione di traiettorie attenzionali collettive e partecipative. “Aprire” la scatola nera significherebbe scoprire le dinamiche attenzionali del pubblico, renderle visibili, scombinarne la gerarchia, moltiplicarle, oltre che far emergere la necessaria non- neutralità di tali dispositivi. In questo senso entra in gioco quella che Claire Bishop definisce “zona grigia”, in grado di riportare in primo piano la spettatorialità nei termini di socialità. Non tanto con l’obiettivo di riconquistare collettivamente un focus monoprospettico e ininterrotto, quanto nei termini di una riappropriazione di traiettorie attenzionali, nel tentativo di scombinarle, moltiplicarle, diffonderle orizzontalmente: renderle partecipate.
Aprire la scatola nera. Spettatorialità e dispositivi attenzionali partecipativi nell'utilizzo degli spazi pubblici / Natale, Francesca. - (2023).
Aprire la scatola nera. Spettatorialità e dispositivi attenzionali partecipativi nell'utilizzo degli spazi pubblici
Francesca Natale
Primo
2023
Abstract
In questo intervento, l'obiettivo è l'analisi delle traiettorie attenzionali collettive dal punto di vista di una pratica che viene definita “unblackboxing”: lo svelamento possibile di dinamiche attenzionali che appaiono neutrali pur non essendolo, proprio in quanto aspirano a essere partecipative e creatrici di significati elaborati collettivamente. Lo si farà attraverso la tematizzazione di traiettorie attenzionali che si svolgono e si intrecciano negli spazi pubblici, urbani nello specifico – di fatto, è difficile pensare a un luogo più peculiare della città per la costruzione di traiettorie attenzionali collettive e partecipative. “Aprire” la scatola nera significherebbe scoprire le dinamiche attenzionali del pubblico, renderle visibili, scombinarne la gerarchia, moltiplicarle, oltre che far emergere la necessaria non- neutralità di tali dispositivi. In questo senso entra in gioco quella che Claire Bishop definisce “zona grigia”, in grado di riportare in primo piano la spettatorialità nei termini di socialità. Non tanto con l’obiettivo di riconquistare collettivamente un focus monoprospettico e ininterrotto, quanto nei termini di una riappropriazione di traiettorie attenzionali, nel tentativo di scombinarle, moltiplicarle, diffonderle orizzontalmente: renderle partecipate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.