La chiesa di Santa Maria in Traspontina fu iniziata nel 1566, durante il pontificato di Pio V (1566-1572), dopo che la precedente omonima chiesa (VIII secolo), ubicata nei pressi di Castel Sant’Angelo, era stata demolita per ragioni militari. Il progetto con il quale si diede inizio alla fabbrica fu redatto da Sallustio Peruzzi, figlio di Baldassarre, come scrive Giovanni Baglione e riportano fonti più tarde. Sallustio lasciò Roma nel 1567 per recarsi a Vienna, alla corte dell’imperatore d’Austria Massimiliano II, ove morì nel 1572. All’assenza dei disegni di progetto, o comunque di grafici relativi alle primissime fasi di costruzione della fabbrica, può supplire la medaglia di fondazione che riporta la pianta della chiesa (1566). Sul verso della stessa è rappresentato, schematicamente, anche il progetto per la facciata. Il confronto tra la documentazione numismatica, quella archivistica e l’osservazione diretta dell’opera, soprattutto del prospetto, permette di trarre alcune conclusioni in merito al rapporto tra il progetto iniziale, verosimilmente redatto da Peruzzi, e gli esecutori dell’opera, i cui nomi sono riportati nei documenti: soprattutto il capomastro muratore Giovan Maria De Fabriciis, talvolta chiamato «architetto», gli scalpellini Paolo Pianetti e Giovan Battista Ghioldi, anche quest’ultimo menzionato talvolta come «architetto», il misuratore Raffaello Gamucci. Appare evidente come il ruolo di tali figure, in un cantiere segnato fin dall’inizio dall’assenza del primo progettista, deve essere stato decisivo, come testimonia la ricostruzione delle fasi di edificazione dell’opera. Successivamente sono documentati in cantiere l’architetto e stimatore portoghese Guglielmo, gli scalpellini Francesco di Bartolomeo Albertini, fiorentino, Geronimo Ciervelleri da Settignano e Giovanni Angelo di Pietro da Cernobbio. I lavori interni ed esterni procedettero di pari passo, verosimilmente perché la chiesa, ubicata sulla via Alessandrina, sarebbe stata ben visibile ai pellegrini diretti a San Pietro per il Giubileo del 1575. Si cominciò dal lato della chiesa rivolto verso la basilica, operando sia nelle cappelle laterali che in facciata. Alla fine dell’estate 1570 tre cappelle erano quasi terminate e sul prospetto era già in opera la porta minore sinistra con la finestra superiore e la nicchia del portale centrale. Quest’ultimo e il portale destro furono posti in opera nel 1573, quando l’ordine inferiore era ormai completato. Nel corso del 1578 si cominciarono a mettere in opera i travertini del secondo ordine della facciata. Nel 1587 Sisto V fece consacrare la chiesa completa sino alla crociera. Nel 1581 Ottaviano Mascarino assunse la direzione del cantiere. Se fino a questa data la costruzione seguì in pianta il progetto iniziale, come testimonia la medaglia di fondazione, il prospetto fu invece modificato grazie all’apporto delle maestranze coinvolte. Fu soprattutto lo scalpellino Giovan Battista Ghioldi il responsabile di tali cambiamenti. Lo dimostra un foglio di mano di Ghioldi, entrato in possesso di Mascarino (ANSL, n. 2344r-v), con due diverse proposte ineseguite per le edicole del registro superiore. Ghioldi, lasciato il cantiere all’arrivo del bolognese, sarà attivo come architetto nel palazzo del Governo di Ancona e soprattutto nel santuario di Loreto, confermando gli orientamenti stilistici, di derivazione michelangiolesca, testimoniati dal disegno e da vari elementi della facciata. Nella Traspontina sono rintracciabili dinamiche comuni a molti altri cantieri della seconda metà del Cinquecento, non solo romani, nei quali maestranze particolarmente qualificate, o imprenditori delle costruzioni, pur non possedendo una formazione nell’ambito delle ‘arti del disegno’, assumono col tempo il ruolo di architetti. Una trasformazione della professione e delle sue regole che tanta importanza avrà nei decenni seguenti.
Architetti e maestranze nel secondo Cinquecento: il cantiere di Santa Maria in Traspontina / Ricci, Maurizio. - (2023), pp. 177-189. - PUNTO FRANCO.
Architetti e maestranze nel secondo Cinquecento: il cantiere di Santa Maria in Traspontina
Ricci, Maurizio
2023
Abstract
La chiesa di Santa Maria in Traspontina fu iniziata nel 1566, durante il pontificato di Pio V (1566-1572), dopo che la precedente omonima chiesa (VIII secolo), ubicata nei pressi di Castel Sant’Angelo, era stata demolita per ragioni militari. Il progetto con il quale si diede inizio alla fabbrica fu redatto da Sallustio Peruzzi, figlio di Baldassarre, come scrive Giovanni Baglione e riportano fonti più tarde. Sallustio lasciò Roma nel 1567 per recarsi a Vienna, alla corte dell’imperatore d’Austria Massimiliano II, ove morì nel 1572. All’assenza dei disegni di progetto, o comunque di grafici relativi alle primissime fasi di costruzione della fabbrica, può supplire la medaglia di fondazione che riporta la pianta della chiesa (1566). Sul verso della stessa è rappresentato, schematicamente, anche il progetto per la facciata. Il confronto tra la documentazione numismatica, quella archivistica e l’osservazione diretta dell’opera, soprattutto del prospetto, permette di trarre alcune conclusioni in merito al rapporto tra il progetto iniziale, verosimilmente redatto da Peruzzi, e gli esecutori dell’opera, i cui nomi sono riportati nei documenti: soprattutto il capomastro muratore Giovan Maria De Fabriciis, talvolta chiamato «architetto», gli scalpellini Paolo Pianetti e Giovan Battista Ghioldi, anche quest’ultimo menzionato talvolta come «architetto», il misuratore Raffaello Gamucci. Appare evidente come il ruolo di tali figure, in un cantiere segnato fin dall’inizio dall’assenza del primo progettista, deve essere stato decisivo, come testimonia la ricostruzione delle fasi di edificazione dell’opera. Successivamente sono documentati in cantiere l’architetto e stimatore portoghese Guglielmo, gli scalpellini Francesco di Bartolomeo Albertini, fiorentino, Geronimo Ciervelleri da Settignano e Giovanni Angelo di Pietro da Cernobbio. I lavori interni ed esterni procedettero di pari passo, verosimilmente perché la chiesa, ubicata sulla via Alessandrina, sarebbe stata ben visibile ai pellegrini diretti a San Pietro per il Giubileo del 1575. Si cominciò dal lato della chiesa rivolto verso la basilica, operando sia nelle cappelle laterali che in facciata. Alla fine dell’estate 1570 tre cappelle erano quasi terminate e sul prospetto era già in opera la porta minore sinistra con la finestra superiore e la nicchia del portale centrale. Quest’ultimo e il portale destro furono posti in opera nel 1573, quando l’ordine inferiore era ormai completato. Nel corso del 1578 si cominciarono a mettere in opera i travertini del secondo ordine della facciata. Nel 1587 Sisto V fece consacrare la chiesa completa sino alla crociera. Nel 1581 Ottaviano Mascarino assunse la direzione del cantiere. Se fino a questa data la costruzione seguì in pianta il progetto iniziale, come testimonia la medaglia di fondazione, il prospetto fu invece modificato grazie all’apporto delle maestranze coinvolte. Fu soprattutto lo scalpellino Giovan Battista Ghioldi il responsabile di tali cambiamenti. Lo dimostra un foglio di mano di Ghioldi, entrato in possesso di Mascarino (ANSL, n. 2344r-v), con due diverse proposte ineseguite per le edicole del registro superiore. Ghioldi, lasciato il cantiere all’arrivo del bolognese, sarà attivo come architetto nel palazzo del Governo di Ancona e soprattutto nel santuario di Loreto, confermando gli orientamenti stilistici, di derivazione michelangiolesca, testimoniati dal disegno e da vari elementi della facciata. Nella Traspontina sono rintracciabili dinamiche comuni a molti altri cantieri della seconda metà del Cinquecento, non solo romani, nei quali maestranze particolarmente qualificate, o imprenditori delle costruzioni, pur non possedendo una formazione nell’ambito delle ‘arti del disegno’, assumono col tempo il ruolo di architetti. Una trasformazione della professione e delle sue regole che tanta importanza avrà nei decenni seguenti.File | Dimensione | Formato | |
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