The architecture of São Paulo, Brazil, allows us to reflect on the figure of the 'enclosure' and its meaning in the contemporary world. The way St Paul's public architecture attaches itself to the ground and connects with the city plan shows a 'breaking' of the fence. What in fact characterises Brazilian architecture, and in particular Paulist architecture, is the continuous spatiality of the horizontal plan of the ground and which unfolds vertically inside the building, defining a sort of plan libre that does not present itself in the manner of Le Corbusier as a plan passed on pilotis but rather as a dematerialisation of the perimeter walls. The dissolution of the physical boundary between the building and the city allows the urban plane to pass through the building and continue through ramps and ascending systems, characterising the interior space as the sections show, which are often the most significant drawings to understand this aspect of Brazilian design. A brief excursus through three key works by the masters Vilanova Artigas, Lina Bo Bardi and Paulo Mendes da Rocha allows us to trace a thread of this way of understanding the "enclosure" and the traversing ground attack that stems from a careful selection, and reduction, of architectural and structural elements and that continues to identify contemporary Brazilian architecture, especially that of Paulistan.

L’architettura paulista consente una riflessione sulla figura del “recinto” e il suo significato nella contemporaneità. Il modo in cui l’architettura pubblica di San Paolo si attacca al suolo e si collega con il piano città mostra una “rottura” del recinto. Ciò che infatti caratterizza l’architettura brasiliana, e in particolare quella paulista, è la continuità spaziale del piano orizzontale della strada e che si dispiega verticalmente all’interno dell’edificio, definendo una sorta di plan libre che non si presenta alla maniera di Le Corbusier come un piano passate su pilotis quanto come una smaterializzazione delle pareti perimetrali. La dissoluzione del confine fisico tra edificio e città permette al piano urbano di attraversare l’edificio e di proseguire attraverso rampe e sistemi di risalita, caratterizzando la spazialità interna come mostrano le sezioni che spesso sono i disegni più significativi per comprendere questo aspetto del progetto brasiliano. Un breve excursus attraverso tre opere chiave dei maestri Vilanova Artigas, Lina Bo Bardi, Paulo Mendes da Rocha consentono di tracciare un filo di questo modo di intendere il “recinto” e l’attacco a terra traversante che nasce da un’accurata selezione, e riduzione, degli elementi architettonici e strutturali e che continua a identificare l’architettura contemporanea brasiliana, specialmente quella paulistana.

Oltre il recinto: come attraversare le pareti. Progetti dall'altra modernità / Criconia, Alessandra. - (2021), pp. 345-354.

Oltre il recinto: come attraversare le pareti. Progetti dall'altra modernità

Criconia, Alessandra
2021

Abstract

The architecture of São Paulo, Brazil, allows us to reflect on the figure of the 'enclosure' and its meaning in the contemporary world. The way St Paul's public architecture attaches itself to the ground and connects with the city plan shows a 'breaking' of the fence. What in fact characterises Brazilian architecture, and in particular Paulist architecture, is the continuous spatiality of the horizontal plan of the ground and which unfolds vertically inside the building, defining a sort of plan libre that does not present itself in the manner of Le Corbusier as a plan passed on pilotis but rather as a dematerialisation of the perimeter walls. The dissolution of the physical boundary between the building and the city allows the urban plane to pass through the building and continue through ramps and ascending systems, characterising the interior space as the sections show, which are often the most significant drawings to understand this aspect of Brazilian design. A brief excursus through three key works by the masters Vilanova Artigas, Lina Bo Bardi and Paulo Mendes da Rocha allows us to trace a thread of this way of understanding the "enclosure" and the traversing ground attack that stems from a careful selection, and reduction, of architectural and structural elements and that continues to identify contemporary Brazilian architecture, especially that of Paulistan.
2021
Recinti
978-88-229-0646-5
L’architettura paulista consente una riflessione sulla figura del “recinto” e il suo significato nella contemporaneità. Il modo in cui l’architettura pubblica di San Paolo si attacca al suolo e si collega con il piano città mostra una “rottura” del recinto. Ciò che infatti caratterizza l’architettura brasiliana, e in particolare quella paulista, è la continuità spaziale del piano orizzontale della strada e che si dispiega verticalmente all’interno dell’edificio, definendo una sorta di plan libre che non si presenta alla maniera di Le Corbusier come un piano passate su pilotis quanto come una smaterializzazione delle pareti perimetrali. La dissoluzione del confine fisico tra edificio e città permette al piano urbano di attraversare l’edificio e di proseguire attraverso rampe e sistemi di risalita, caratterizzando la spazialità interna come mostrano le sezioni che spesso sono i disegni più significativi per comprendere questo aspetto del progetto brasiliano. Un breve excursus attraverso tre opere chiave dei maestri Vilanova Artigas, Lina Bo Bardi, Paulo Mendes da Rocha consentono di tracciare un filo di questo modo di intendere il “recinto” e l’attacco a terra traversante che nasce da un’accurata selezione, e riduzione, degli elementi architettonici e strutturali e che continua a identificare l’architettura contemporanea brasiliana, specialmente quella paulistana.
continuità spaziale; altra modernità; architettura paulistana
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Oltre il recinto: come attraversare le pareti. Progetti dall'altra modernità / Criconia, Alessandra. - (2021), pp. 345-354.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1679849
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