Il monastero di San Benedetto a Fabriano è un ammirevole modello tra le fabbriche claustrali marchigiane; istituito dall’Ordine dei Silvestrini, esemplifica nella sua vicenda numerose tematiche ricorrenti nella storia degli ordini cenobitici, nella storia dell’architettura, nella storia del restauro. L’operato di Silvestro Guzzolini (1177-1267), fondatore della Congregazione, si presentò come una rilettura della tradizione benedettina nel contesto religioso e socioculturale marchigiano del Duecento e fu fortemente impregnato dallo spirito francescano. La creazione del primo nucleo risale al 1231, appena fuori le vecchie mura, in località Castel Nuovo, dove era in pieno sviluppo un ulteriore borgo. In epoca controriformistica la chiesa fu ampliata e rinnovata; nel 1577 si demolirono le membrature, l’anno dopo seguì l’erezione del nuovo complesso, concluso nella parte strutturale nel 1590. Nel prospetto laterale ad est si nota la presenza di elementi di reimpiego, provenienti dal precedente edificio, inseriti nella tessitura muraria. Nel XVII secolo si realizzarono imponenti apparati pittorici e decorativi. Il sisma del 1741 provocò ingenti danni; furono subito eseguiti restauri e consolidamenti che si protrassero fino al 1743. Un fondo documentario custodito nell’Archivio Silvestrino presso l’eremo di Montefano, permette di ricostruire in dettaglio le azioni telluriche, i guasti subìti, gli interventi effettuati per rimediare al degrado. Nel 1764 iniziarono i lavori per la costruzione della facciata, rimasta incompiuta nella parte superiore. Nel 1861, per effetto delle leggi eversive, il monastero venne soppresso. Nel corso del XX secolo si sono susseguiti vari interventi di manutenzione e restauro, anche in conseguenza di eventi sismici.
Il monastero di San Benedetto a Fabriano (AN). La sua evoluzione dal Medioevo all’Età Moderna, la storia dei suoi restauri dal 1741 ad oggi / Ausilio, Alfonso; Pacheco, Alessandra. - (2023), pp. 43-55. [10.13133/9788893772679].
Il monastero di San Benedetto a Fabriano (AN). La sua evoluzione dal Medioevo all’Età Moderna, la storia dei suoi restauri dal 1741 ad oggi
Alfonso Ausilio;
2023
Abstract
Il monastero di San Benedetto a Fabriano è un ammirevole modello tra le fabbriche claustrali marchigiane; istituito dall’Ordine dei Silvestrini, esemplifica nella sua vicenda numerose tematiche ricorrenti nella storia degli ordini cenobitici, nella storia dell’architettura, nella storia del restauro. L’operato di Silvestro Guzzolini (1177-1267), fondatore della Congregazione, si presentò come una rilettura della tradizione benedettina nel contesto religioso e socioculturale marchigiano del Duecento e fu fortemente impregnato dallo spirito francescano. La creazione del primo nucleo risale al 1231, appena fuori le vecchie mura, in località Castel Nuovo, dove era in pieno sviluppo un ulteriore borgo. In epoca controriformistica la chiesa fu ampliata e rinnovata; nel 1577 si demolirono le membrature, l’anno dopo seguì l’erezione del nuovo complesso, concluso nella parte strutturale nel 1590. Nel prospetto laterale ad est si nota la presenza di elementi di reimpiego, provenienti dal precedente edificio, inseriti nella tessitura muraria. Nel XVII secolo si realizzarono imponenti apparati pittorici e decorativi. Il sisma del 1741 provocò ingenti danni; furono subito eseguiti restauri e consolidamenti che si protrassero fino al 1743. Un fondo documentario custodito nell’Archivio Silvestrino presso l’eremo di Montefano, permette di ricostruire in dettaglio le azioni telluriche, i guasti subìti, gli interventi effettuati per rimediare al degrado. Nel 1764 iniziarono i lavori per la costruzione della facciata, rimasta incompiuta nella parte superiore. Nel 1861, per effetto delle leggi eversive, il monastero venne soppresso. Nel corso del XX secolo si sono susseguiti vari interventi di manutenzione e restauro, anche in conseguenza di eventi sismici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.