Questo progetto è l’esito del lavoro di ricerca condotto sul complesso denominato “Concerie Riganti” svolto nell’ambito del contratto stipulato dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (MNETRU) con il Dipartimento di Architettura e Progetto (DiAP), di cui è stato responsabile scientifico il prof. Andrea Grimaldi. Da questa prima collaborazione è scaturito il progetto, poi finanziato dal Ministero della cultura. Quale operazione preliminare alla fase progettuale, una estesa ricerca documentaria - di cui in allegato si presentano alcuni documenti salienti - ha consentito di ricostruire il succedersi delle trasformazioni dei luoghi, dalla nascita ed evoluzione della Villa Cesi in Villa Poniatowski sino alla realizzazione delle concerie ed alla successiva dismissione delle attività produttive che vi si erano insediate. Nel 2017, il complesso edilizio delle concerie appariva come una sorta di “rovina multipla” in cui, alle tracce stratificate delle precedenti funzioni, si erano aggiunte quelle di un recupero avviato per il giubileo degli anni Duemila non completamente concluso. Nel riuso, conoscere lo stato dei luoghi è l’operazione preliminare essenziale al corretto svolgimento del processo progettuale. Misurare e restituire attraverso il disegno la consistenza fisica dei manufatti è passaggio ineludibile. Grazie al coinvolgimento di un nucleo di Docenti e Dottorandi del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura della Sapienza è stato acquisito un rilievo digitale delle ex concerie, dal quale sono stati estrapolati i disegni bidimensionali fondamentali per la corretta comprensione dell’edificio dal punto di vista geometrico. Sulla base di questi si è realizzato un plastico di studio con il quale si sono sperimentate soluzioni spaziali per l’ottimizzazione degli ambienti a disposizione seguendo il programma funzionale messo a punto nel corso della ricerca, di concerto con la direzione e i tecnici del museo. Il progetto ha preso le mosse da un assunto che potremmo definire di natura metodologica: cercare di mettere a sistema la domanda di spazi preposti a un determinato utilizzo di tipo culturale con i caratteri degli ambienti già dati, senza cercare facili scorciatoie banalmente funzionaliste o, al contrario, puramente formaliste. Come per qualsiasi tipo di progetto, anche in questo caso è stato fondamentale il confronto con la committenza, rappresentata qui dall’allora direttore, Valentino Nizzo, con il quale si è lungamente discusso della sua idea di museo. Museologia e museografia sono le discipline su cui si fonda il processo progettuale che porta alla forma-spazio del museo contemporaneo. L’idea museologica si fa spazio fisico attraverso il sapere museografico, che ne interpreta la dimensione teorica attraverso una prassi operativa. Il progetto ha voluto dare risposta a una delle principali criticità dell’attuale Museo, che nel momento dell’avvio della ricerca soffriva della mancanza di spazi per l’allestimento di mostre temporanee e di spazi per eventi. Il progetto persegue la strategie dell’“attrezzare” l’architettura esistente operando in senso multiscalare al fine di rendere coerenti tutte le stratificazioni esistenti, da quelle testimoni dell’origine del luogo fino alle peculiarità spaziali degli interventi più recenti. La ricerca-azione rappresentata dal progetto che qui si presenta, si può identificare come caso concreto di sperimentazione di una “terza via” di intervento sull’esistente, in cui il portato etico sotteso al concetto di riciclo si confronta con l’attitudine alla conservazione. L’ipotesi di lavoro che questo progetto ha sperimentato ha infatti voluto recuperare e reinterpretare le memorie rinascimentali e valadieriane ancora presenti sul luogo, ma, ancor di più, ha cercato di rendere riconoscibili le qualità spaziali delle aggiunte e delle trasformazioni che nel corso del tempo si sono succedute nell’area, modificandone la consistenza. La più recente rappresenta, del resto, la maggiore presenza fisica sino a noi pervenuta, che, insieme agli interventi incompiuti degli anni Duemila, viene a essere integrata nella nuova visione progettuale, a ribadire l’approccio ecologico e di riciclo di spazi e materia che la “terza via” esplicita, in affinità con il concetto di “riuso adattivo”, operazione “biunivoca” dove l’esistente si adatta al nuovo uso, ma anche il nuovo si plasma sulle molteplici e “multi-cronologiche” peculiarità dell’esistente.
Progetto di riuso delle Concerie Riganti, parte del Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia in Roma / Grimaldi, Andrea; Sansoni, Valeria; Carriero, Livio; Germanò, Roberto; Pi Ponti, Maria; Rotondi, Chiara. - (2024).
Progetto di riuso delle Concerie Riganti, parte del Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia in Roma.
Andrea Grimaldi
Primo
;Valeria Sansoni;Livio Carriero;Roberto Germanò;Chiara Rotondi
2024
Abstract
Questo progetto è l’esito del lavoro di ricerca condotto sul complesso denominato “Concerie Riganti” svolto nell’ambito del contratto stipulato dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (MNETRU) con il Dipartimento di Architettura e Progetto (DiAP), di cui è stato responsabile scientifico il prof. Andrea Grimaldi. Da questa prima collaborazione è scaturito il progetto, poi finanziato dal Ministero della cultura. Quale operazione preliminare alla fase progettuale, una estesa ricerca documentaria - di cui in allegato si presentano alcuni documenti salienti - ha consentito di ricostruire il succedersi delle trasformazioni dei luoghi, dalla nascita ed evoluzione della Villa Cesi in Villa Poniatowski sino alla realizzazione delle concerie ed alla successiva dismissione delle attività produttive che vi si erano insediate. Nel 2017, il complesso edilizio delle concerie appariva come una sorta di “rovina multipla” in cui, alle tracce stratificate delle precedenti funzioni, si erano aggiunte quelle di un recupero avviato per il giubileo degli anni Duemila non completamente concluso. Nel riuso, conoscere lo stato dei luoghi è l’operazione preliminare essenziale al corretto svolgimento del processo progettuale. Misurare e restituire attraverso il disegno la consistenza fisica dei manufatti è passaggio ineludibile. Grazie al coinvolgimento di un nucleo di Docenti e Dottorandi del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura della Sapienza è stato acquisito un rilievo digitale delle ex concerie, dal quale sono stati estrapolati i disegni bidimensionali fondamentali per la corretta comprensione dell’edificio dal punto di vista geometrico. Sulla base di questi si è realizzato un plastico di studio con il quale si sono sperimentate soluzioni spaziali per l’ottimizzazione degli ambienti a disposizione seguendo il programma funzionale messo a punto nel corso della ricerca, di concerto con la direzione e i tecnici del museo. Il progetto ha preso le mosse da un assunto che potremmo definire di natura metodologica: cercare di mettere a sistema la domanda di spazi preposti a un determinato utilizzo di tipo culturale con i caratteri degli ambienti già dati, senza cercare facili scorciatoie banalmente funzionaliste o, al contrario, puramente formaliste. Come per qualsiasi tipo di progetto, anche in questo caso è stato fondamentale il confronto con la committenza, rappresentata qui dall’allora direttore, Valentino Nizzo, con il quale si è lungamente discusso della sua idea di museo. Museologia e museografia sono le discipline su cui si fonda il processo progettuale che porta alla forma-spazio del museo contemporaneo. L’idea museologica si fa spazio fisico attraverso il sapere museografico, che ne interpreta la dimensione teorica attraverso una prassi operativa. Il progetto ha voluto dare risposta a una delle principali criticità dell’attuale Museo, che nel momento dell’avvio della ricerca soffriva della mancanza di spazi per l’allestimento di mostre temporanee e di spazi per eventi. Il progetto persegue la strategie dell’“attrezzare” l’architettura esistente operando in senso multiscalare al fine di rendere coerenti tutte le stratificazioni esistenti, da quelle testimoni dell’origine del luogo fino alle peculiarità spaziali degli interventi più recenti. La ricerca-azione rappresentata dal progetto che qui si presenta, si può identificare come caso concreto di sperimentazione di una “terza via” di intervento sull’esistente, in cui il portato etico sotteso al concetto di riciclo si confronta con l’attitudine alla conservazione. L’ipotesi di lavoro che questo progetto ha sperimentato ha infatti voluto recuperare e reinterpretare le memorie rinascimentali e valadieriane ancora presenti sul luogo, ma, ancor di più, ha cercato di rendere riconoscibili le qualità spaziali delle aggiunte e delle trasformazioni che nel corso del tempo si sono succedute nell’area, modificandone la consistenza. La più recente rappresenta, del resto, la maggiore presenza fisica sino a noi pervenuta, che, insieme agli interventi incompiuti degli anni Duemila, viene a essere integrata nella nuova visione progettuale, a ribadire l’approccio ecologico e di riciclo di spazi e materia che la “terza via” esplicita, in affinità con il concetto di “riuso adattivo”, operazione “biunivoca” dove l’esistente si adatta al nuovo uso, ma anche il nuovo si plasma sulle molteplici e “multi-cronologiche” peculiarità dell’esistente.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Grimaldi_Concerie-Riganti_01_2024.pdf
solo gestori archivio
Note: Book di progetto parte 1
Tipologia:
Altro materiale allegato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
9.22 MB
Formato
Adobe PDF
|
9.22 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
Grimaldi_Concerie-Riganti_03_2024.pdf
solo gestori archivio
Note: Book di progetto parte 3
Tipologia:
Altro materiale allegato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
9.63 MB
Formato
Adobe PDF
|
9.63 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
Grimaldi_Concerie-Riganti_04_2024.pdf
solo gestori archivio
Note: Book di progetto parte 4
Tipologia:
Altro materiale allegato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
6.43 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.43 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
Grimaldi_Concerie-Riganti_02_2024.pdf
solo gestori archivio
Note: book di progetto 2
Tipologia:
Altro materiale allegato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
7.44 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.44 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.