Taranto alla stazione ferroviaria sembra una città come tante, ma è ciò che avviene appena prima della fermata del treno che davvero impressiona. Le parole di Pasolini — a tale proposito — appaiono folgoranti quando nell’avvicinarsi alla città da ovest si determina perfettamente la comprensione dell’opera della mano industriale che ha plasmato la città che è, o per meglio dire, era. Il treno scorre lentissimo attraverso siti produttivi fuori scala rispetto al paesaggio che li circonda, intagliato invece, nella roccia e nel mare, con il cesello di un artista. Qui i contrasti del meridione mediterra- neo trovano la loro epica consacrazione. Le emergenze architettoniche e sociali della Città Vecchia appaiono come concre- ta opportunità su cui tessere l’esperienza dell’abitare mediterraneo. Quei luoghi, le strade, i cortili, ci hanno insegnato molto e, pur nella dif coltà operativa, hanno for- mato un apparato di conoscenza di notevole spessore, realizzando quei principi di militanza e servizio a cui l’Architettura non può sottrarsi nel suo essere arte utile. La sintesi tra la constatazione della malattia e la folle propensione a dar retta al pro- prio eros creativo non permettono, a chi di Architettura si occupa o almeno tenta di occuparsi, di rimanere immobili, silenti.
Anime e rosari = Souls and rosaries / Moschetti, Vincenzo. - (2017), pp. 50-59.
Anime e rosari = Souls and rosaries
Moschetti Vincenzo
2017
Abstract
Taranto alla stazione ferroviaria sembra una città come tante, ma è ciò che avviene appena prima della fermata del treno che davvero impressiona. Le parole di Pasolini — a tale proposito — appaiono folgoranti quando nell’avvicinarsi alla città da ovest si determina perfettamente la comprensione dell’opera della mano industriale che ha plasmato la città che è, o per meglio dire, era. Il treno scorre lentissimo attraverso siti produttivi fuori scala rispetto al paesaggio che li circonda, intagliato invece, nella roccia e nel mare, con il cesello di un artista. Qui i contrasti del meridione mediterra- neo trovano la loro epica consacrazione. Le emergenze architettoniche e sociali della Città Vecchia appaiono come concre- ta opportunità su cui tessere l’esperienza dell’abitare mediterraneo. Quei luoghi, le strade, i cortili, ci hanno insegnato molto e, pur nella dif coltà operativa, hanno for- mato un apparato di conoscenza di notevole spessore, realizzando quei principi di militanza e servizio a cui l’Architettura non può sottrarsi nel suo essere arte utile. La sintesi tra la constatazione della malattia e la folle propensione a dar retta al pro- prio eros creativo non permettono, a chi di Architettura si occupa o almeno tenta di occuparsi, di rimanere immobili, silenti.| File | Dimensione | Formato | |
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