Alla fine degli anni Trenta del Novecento, Giuseppe Terragni si dedicò a progettare un edificio ispirato alla Divina Commedia. Coadiuvato da Pietro Lingeri e, per la parte decorativa, dal pittore Mario Sironi, la costruzione si sarebbe dovuta realizzare su via dell’Impero a Roma, ma con lo scoppio della guerra il progetto resterà sulla carta come una grande occasione perduta. Sulla base di un ricco materiale grafico e documentario, in parte inedito, si fornirà una nuova interpretazione di questo progetto. Ideato per incarnare ed esprimere una “bellezza geometrica assoluta”, dove il processo “costruttivo” si sarebbe dovuto attuare in modo rigoroso, l’omaggio a Dante e alla Divina Commedia non fa ricorso a elementi retorici. L’edificio doveva essere concepito come un vero e proprio “Tempio” che mirava a diventare la dimora del genio italiano. Nella relazione cartacea del progetto si rivelano le intenzioni dei progettisti: “non sarà un museo, non sarà un palazzo, non sarà un teatro, ma un vero e proprio tempio”. L’edificio viene concepito come una serie di spazi che avrebbero permesso al visitatore un viaggio nelle tre cantiche dantesche: una vera e propria “passeggiata architettonica” (al modo di Le Corbusier) dentro la Divina Commedia utilizzando tutti i 5 sensi, quasi un’esperienza sinestetica.
Il disegno di un tempio laico. Il Danteum di Terragni e Lingeri / Ribichini, Luca. - (2021), pp. 140-156.
Il disegno di un tempio laico. Il Danteum di Terragni e Lingeri
Luca Ribichini
Primo
2021
Abstract
Alla fine degli anni Trenta del Novecento, Giuseppe Terragni si dedicò a progettare un edificio ispirato alla Divina Commedia. Coadiuvato da Pietro Lingeri e, per la parte decorativa, dal pittore Mario Sironi, la costruzione si sarebbe dovuta realizzare su via dell’Impero a Roma, ma con lo scoppio della guerra il progetto resterà sulla carta come una grande occasione perduta. Sulla base di un ricco materiale grafico e documentario, in parte inedito, si fornirà una nuova interpretazione di questo progetto. Ideato per incarnare ed esprimere una “bellezza geometrica assoluta”, dove il processo “costruttivo” si sarebbe dovuto attuare in modo rigoroso, l’omaggio a Dante e alla Divina Commedia non fa ricorso a elementi retorici. L’edificio doveva essere concepito come un vero e proprio “Tempio” che mirava a diventare la dimora del genio italiano. Nella relazione cartacea del progetto si rivelano le intenzioni dei progettisti: “non sarà un museo, non sarà un palazzo, non sarà un teatro, ma un vero e proprio tempio”. L’edificio viene concepito come una serie di spazi che avrebbero permesso al visitatore un viaggio nelle tre cantiche dantesche: una vera e propria “passeggiata architettonica” (al modo di Le Corbusier) dentro la Divina Commedia utilizzando tutti i 5 sensi, quasi un’esperienza sinestetica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ribichini_Il disegno di un tempio laico_2021.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
14.83 MB
Formato
Adobe PDF
|
14.83 MB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.