L’Accademia dell’Arcadia, nata con intenti precipuamente letterari, ha tuttavia manifestato fin dalle prime origini un diffuso interesse per la filosofia e per la scienza moderna, delle quali ha continuato nel tempo a valersi come canali privilegiati attraverso cui recepire e veicolare i risultati della più aggiornata cultura europea. Questa attitudine si è tradotta in una variegata produzione di testi di poesia, volgari e latini, dai contenuti propriamente scientifici o almeno di gusto didascalico ad opera di scienziati o letterati-filosofi particolarmente inclini all’indagine della natura. Ne offrono un esempio le vaste raccolte degli Arcadum Carmina (1721, 1756 e 1768), la prima delle quali si apre con quattro poemetti di argomento iatromeccanico scritti da Orazio Borgondio, professore di Matematica presso il Collegio Romano. Il mio articolo si propone di contestualizzare e analizzare il rapporto tra poesia e scienza durante i primi custodiati d’Arcadia, con particolare riguardo ai modi in cui gli arcana della nuova scienza vennero calati in forme antiche e svelati al pubblico erudito con l’ausilio dell’unico idioma che potesse garantire una circolazione davvero europea della materia scientifica.
Ad templa Mathesis. La poesia di argomento scientifico negli Arcadum Carmina / Appetecchi, Elisabetta. - (2022).
Ad templa Mathesis. La poesia di argomento scientifico negli Arcadum Carmina
Elisabetta Appetecchi
2022
Abstract
L’Accademia dell’Arcadia, nata con intenti precipuamente letterari, ha tuttavia manifestato fin dalle prime origini un diffuso interesse per la filosofia e per la scienza moderna, delle quali ha continuato nel tempo a valersi come canali privilegiati attraverso cui recepire e veicolare i risultati della più aggiornata cultura europea. Questa attitudine si è tradotta in una variegata produzione di testi di poesia, volgari e latini, dai contenuti propriamente scientifici o almeno di gusto didascalico ad opera di scienziati o letterati-filosofi particolarmente inclini all’indagine della natura. Ne offrono un esempio le vaste raccolte degli Arcadum Carmina (1721, 1756 e 1768), la prima delle quali si apre con quattro poemetti di argomento iatromeccanico scritti da Orazio Borgondio, professore di Matematica presso il Collegio Romano. Il mio articolo si propone di contestualizzare e analizzare il rapporto tra poesia e scienza durante i primi custodiati d’Arcadia, con particolare riguardo ai modi in cui gli arcana della nuova scienza vennero calati in forme antiche e svelati al pubblico erudito con l’ausilio dell’unico idioma che potesse garantire una circolazione davvero europea della materia scientifica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.