Il saggio affronta un problema sempre più pressante: quello di una nuova urbanistica capace di riconferire qualità estetica, ovvero bellezza, alla città contemporanea. In questa direzione opera, primo luogo, una rilettura della progettazione dello spazio urbano moderno e degli effetti nefasti del dominio razional-scientifico e dell’incapacità di conciliare, sia opposti principi (come tecnica e estetica, standardizzazione ed eccezioni, tipologie architettoniche e formalizzazioni d’insieme contestualizzate ecc.) che gli effetti, in termini di estetica della città, generati dalla pratica modernista della disaggregazione in insiemi o in singole componenti dell’antica unità formale. Cerca poi di delineare i caratteri di una nuova prassi progettuale che, ponendo al centro del progettazione urbana lo spazio pubblico, riattivi la pratica della composizione urbanistica come condizione per produrre il tempo, la continuità, la regolarità, la forma degli spazi urbani e il contesto alla architettura e per costruire la città, soprattutto quella periferica, come un sistema di luoghi e di legami, anche alla luce della lezione complessa del “rimodellamento” urbano di Roland Castro sui grands ensembles francesi.
Una nuova urbanistica per ricostruire la bellezza della città / Belfiore, Emanuela. - STAMPA. - (2011), pp. 221-240.
Una nuova urbanistica per ricostruire la bellezza della città
BELFIORE, Emanuela
2011
Abstract
Il saggio affronta un problema sempre più pressante: quello di una nuova urbanistica capace di riconferire qualità estetica, ovvero bellezza, alla città contemporanea. In questa direzione opera, primo luogo, una rilettura della progettazione dello spazio urbano moderno e degli effetti nefasti del dominio razional-scientifico e dell’incapacità di conciliare, sia opposti principi (come tecnica e estetica, standardizzazione ed eccezioni, tipologie architettoniche e formalizzazioni d’insieme contestualizzate ecc.) che gli effetti, in termini di estetica della città, generati dalla pratica modernista della disaggregazione in insiemi o in singole componenti dell’antica unità formale. Cerca poi di delineare i caratteri di una nuova prassi progettuale che, ponendo al centro del progettazione urbana lo spazio pubblico, riattivi la pratica della composizione urbanistica come condizione per produrre il tempo, la continuità, la regolarità, la forma degli spazi urbani e il contesto alla architettura e per costruire la città, soprattutto quella periferica, come un sistema di luoghi e di legami, anche alla luce della lezione complessa del “rimodellamento” urbano di Roland Castro sui grands ensembles francesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.