Il 7 febbraio 1974 Pier Paolo Pasolini, invitato a intervenire al programma della Rai “Io e…” curato da Anna Zanoli e dedicato a un monumento o a un’opera d’arte di cui un intellettuale era chiamato a segnalare la sopravvivenza minacciata, scelse di puntare il dito (e la macchina da presa) sul centro storico di Orte. Scelse di denunciare “gli oltraggi edilizi inflitti a questo luogo della Teverina un tempo frugalmente ma nobilmente compatto nella sua pensilità rupestre: un campione dunque dell’ideale bellezza italiana secondo Pasolini, povero, genuino, assoluto, ai limiti del deserto e dell’arsione vulcanica” . Proponendo l’anti monumento per eccellenza, come testimonianza materiale di un’attitudine popolare diffusa ad assecondare l’ordine naturale delle cose, compie un passo di fianco, rispetto alla cultura dominante di matrice crociana, destinato ad avere un riverbero importante negli anni a venire. Ma c’è di più. In questo modo si fa interprete della maggior parte del nostro Paese (almeno in termini di estensione) che, com’è noto, oltre alle cento città, conta circa ventimila piccoli centri accumunati dal valore significante e prevalente della permanenza, in larga parte interessati, insieme ai loro territori, da fenomeni di marginalizzazione. Di quell’Italia c.d. minore, come si diceva allora, utilizzando una definizione che Aldo Musacchio legava alla capacità di rappresentare in forma pesistica, urbanistica, architettonica la qualità della vita prodotta dalla comunità locale e che si andava precisando a partire dai temi della longue durée, di una sostanziale continuità nei modi dell’insediarsi, del costruire, dell’abitare, del produrre immaginari, dunque come categoria interpretativa per indagare e comprendere le culture locali.

Marginal areas / Toppetti, Fabrizio; Marras, Giovanni. - (2022), pp. 224-227.

Marginal areas

Toppetti Fabrizio
;
2022

Abstract

Il 7 febbraio 1974 Pier Paolo Pasolini, invitato a intervenire al programma della Rai “Io e…” curato da Anna Zanoli e dedicato a un monumento o a un’opera d’arte di cui un intellettuale era chiamato a segnalare la sopravvivenza minacciata, scelse di puntare il dito (e la macchina da presa) sul centro storico di Orte. Scelse di denunciare “gli oltraggi edilizi inflitti a questo luogo della Teverina un tempo frugalmente ma nobilmente compatto nella sua pensilità rupestre: un campione dunque dell’ideale bellezza italiana secondo Pasolini, povero, genuino, assoluto, ai limiti del deserto e dell’arsione vulcanica” . Proponendo l’anti monumento per eccellenza, come testimonianza materiale di un’attitudine popolare diffusa ad assecondare l’ordine naturale delle cose, compie un passo di fianco, rispetto alla cultura dominante di matrice crociana, destinato ad avere un riverbero importante negli anni a venire. Ma c’è di più. In questo modo si fa interprete della maggior parte del nostro Paese (almeno in termini di estensione) che, com’è noto, oltre alle cento città, conta circa ventimila piccoli centri accumunati dal valore significante e prevalente della permanenza, in larga parte interessati, insieme ai loro territori, da fenomeni di marginalizzazione. Di quell’Italia c.d. minore, come si diceva allora, utilizzando una definizione che Aldo Musacchio legava alla capacità di rappresentare in forma pesistica, urbanistica, architettonica la qualità della vita prodotta dalla comunità locale e che si andava precisando a partire dai temi della longue durée, di una sostanziale continuità nei modi dell’insediarsi, del costruire, dell’abitare, del produrre immaginari, dunque come categoria interpretativa per indagare e comprendere le culture locali.
2022
Between Sense of Time and Sense of Place. Designing Heritage Tourism
9788862426732
centri minori; aree interne; progetto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Marginal areas / Toppetti, Fabrizio; Marras, Giovanni. - (2022), pp. 224-227.
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