The Architecture of Ubuntu. Visual Notes Demographic forecasts for the African Continent describe an extremely complex reality, where the greatest levels of conflict are rooted in metropolitan contexts. Cities are destined to grow, attracting the majority of the 2.5 billion people estimated to be living in Africa by 2050. Urban growth forces the system of international cooperation to identify a flexible approach. In the field of architecture and urban planning, this means having access to instruments that are often foreign to the European model and increasingly more often based on a more “horizontal” orientation (South-South). Reference models to be implemented can thus be sought out in countries that have confronted or are confronting analogous issues. This contribution concentrates on the analysis of particular metropolitan phenomena, in particular informal development, to identify suitable strategies of intervention in Sub-Saharan Africa. If on the one hand there are evident differences, on the other it is possible to identify analogies and practices that can be shared among different geographical areas in the Southern parts of the world. All of this is set against the backdrop of the ethic of ubuntu, centred on a relational circularity, presented as the foundation of any community: in architecture, this concept of tradition can be translated into the sharing of needs and benefits, and thus also into a process of co-participation to define concrete programmes.

Le stime demografiche per il continente africano delineano una realtà estremamente complessa, che vede radicata nei contesti metropolitani la maggiore conflittualità. Le città sono destinate a crescere, attraendo gran parte di quei 2,5 miliardi di africani stimati nel 2050. La crescita urbana impone al sistema della cooperazione internazionale un approccio flessibile, per il quale – nel campo dell’architettura e dell’urbanistica – è necessario ricorrere a strumenti spesso estranei al modello europeo e basati sempre di più su un orientamento di tipo “orizzontale” (Sud-Sud). I modelli di riferimento da attuare possono in tal senso essere ricercati in quei Paesi che hanno affrontato o stanno affrontando problematiche analoghe. Il contributo intende concentrarsi sull’analisi di alcuni fenomeni metropolitani, quali in particolare l’informalità, per individuare idonee strategie di intervento nel contesto subsahariano. Se da un lato sono indubbie le differenze, dall’altro è possibile identificare analogie e prassi condivisibili tra aree geografiche differenti del Sud del mondo. Sullo sfondo c’è l’etica dell’ubuntu, incentrata su una circolarità relazionale, posta a fondamento comunitario; in architettura tale concetto della tradizione può tradursi in condivisione di bisogni e benefici e dunque anche in compartecipazione per la definizione di programmi attuativi.

L'architettura dell'ubuntu. Appunti visivi / Sarno, F. - (2023), pp. 101-116.

L'architettura dell'ubuntu. Appunti visivi

SARNO, F
2023

Abstract

The Architecture of Ubuntu. Visual Notes Demographic forecasts for the African Continent describe an extremely complex reality, where the greatest levels of conflict are rooted in metropolitan contexts. Cities are destined to grow, attracting the majority of the 2.5 billion people estimated to be living in Africa by 2050. Urban growth forces the system of international cooperation to identify a flexible approach. In the field of architecture and urban planning, this means having access to instruments that are often foreign to the European model and increasingly more often based on a more “horizontal” orientation (South-South). Reference models to be implemented can thus be sought out in countries that have confronted or are confronting analogous issues. This contribution concentrates on the analysis of particular metropolitan phenomena, in particular informal development, to identify suitable strategies of intervention in Sub-Saharan Africa. If on the one hand there are evident differences, on the other it is possible to identify analogies and practices that can be shared among different geographical areas in the Southern parts of the world. All of this is set against the backdrop of the ethic of ubuntu, centred on a relational circularity, presented as the foundation of any community: in architecture, this concept of tradition can be translated into the sharing of needs and benefits, and thus also into a process of co-participation to define concrete programmes.
2023
Do-It-Yourself/Do-It-Together. Architettura della cooperazione con l'Africa subsahariana
978-88-9280-056-4
Le stime demografiche per il continente africano delineano una realtà estremamente complessa, che vede radicata nei contesti metropolitani la maggiore conflittualità. Le città sono destinate a crescere, attraendo gran parte di quei 2,5 miliardi di africani stimati nel 2050. La crescita urbana impone al sistema della cooperazione internazionale un approccio flessibile, per il quale – nel campo dell’architettura e dell’urbanistica – è necessario ricorrere a strumenti spesso estranei al modello europeo e basati sempre di più su un orientamento di tipo “orizzontale” (Sud-Sud). I modelli di riferimento da attuare possono in tal senso essere ricercati in quei Paesi che hanno affrontato o stanno affrontando problematiche analoghe. Il contributo intende concentrarsi sull’analisi di alcuni fenomeni metropolitani, quali in particolare l’informalità, per individuare idonee strategie di intervento nel contesto subsahariano. Se da un lato sono indubbie le differenze, dall’altro è possibile identificare analogie e prassi condivisibili tra aree geografiche differenti del Sud del mondo. Sullo sfondo c’è l’etica dell’ubuntu, incentrata su una circolarità relazionale, posta a fondamento comunitario; in architettura tale concetto della tradizione può tradursi in condivisione di bisogni e benefici e dunque anche in compartecipazione per la definizione di programmi attuativi.
abitare informale; slum; cooperazione internazionale; Africa; Brasile
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L'architettura dell'ubuntu. Appunti visivi / Sarno, F. - (2023), pp. 101-116.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1676826
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