In un articolo pubblicato dal «The Guardian» il 12 settembre 2012 dal titolo "Is a PhD the right option for you?, Daniel K. Sokol" – avvocato e «honorary senior lecturer in Medical Ethics» all’Imperial College di Londra – evidenzia l’onere economico e l’investimento di tempo che deve sostenere chi intraprenda un corso di dottorato di ricerca, cioè un ciclo di studi che impegna il PhD candidate, in media, da 3 a 5 anni. Ma qual è, dunque, la competenza o l’insieme di competenze che rendono «utile» frequentare un dottorato in Architettura – se essa, come scrive Carlo Sini, «è un misto di arte e scienza. [...] Entrambe, la filosofia e l’architettura, hanno a che fare con l’abitare per una ragione essenzialissima che esprimerei così: hanno l’abitare come problema perché l’essere umano non ha luogo! Deve infatti continuamente ridisegnarlo il luogo, deve riappropriarsene, e deve inevitabilmente, ogni volta, perderlo e abbandonarlo» (...) Concludiamo questa rassegna «anglosassone» richiamando in causa Mark Cousin che, a conclusione della lecture londinese di Ockman, ha rafforzato il discorso della storica americana, con i seguenti argomenti: «architecture is a knowledge – cfr. Carlo Sini e Giorgio Agamben – that certainly did not get there through research but through design and discussing on design: the discourse on architecture». Si tratta di un’asserzione convincente, efficace, poiché riporta il baricentro sul progetto d’architettura, come artefatto – artifact avrebbe detto Sir Summerson – perseguito attraverso procedimenti di «conoscenza» tanto ambigui quanto intuitivamente e comunicativamente potenti.
Contributi civili e scientifici dei corsi di Dottorato in Architettura / DEL MONACO, Anna. - (2022), pp. 79-87.
Contributi civili e scientifici dei corsi di Dottorato in Architettura
anna del monaco
2022
Abstract
In un articolo pubblicato dal «The Guardian» il 12 settembre 2012 dal titolo "Is a PhD the right option for you?, Daniel K. Sokol" – avvocato e «honorary senior lecturer in Medical Ethics» all’Imperial College di Londra – evidenzia l’onere economico e l’investimento di tempo che deve sostenere chi intraprenda un corso di dottorato di ricerca, cioè un ciclo di studi che impegna il PhD candidate, in media, da 3 a 5 anni. Ma qual è, dunque, la competenza o l’insieme di competenze che rendono «utile» frequentare un dottorato in Architettura – se essa, come scrive Carlo Sini, «è un misto di arte e scienza. [...] Entrambe, la filosofia e l’architettura, hanno a che fare con l’abitare per una ragione essenzialissima che esprimerei così: hanno l’abitare come problema perché l’essere umano non ha luogo! Deve infatti continuamente ridisegnarlo il luogo, deve riappropriarsene, e deve inevitabilmente, ogni volta, perderlo e abbandonarlo» (...) Concludiamo questa rassegna «anglosassone» richiamando in causa Mark Cousin che, a conclusione della lecture londinese di Ockman, ha rafforzato il discorso della storica americana, con i seguenti argomenti: «architecture is a knowledge – cfr. Carlo Sini e Giorgio Agamben – that certainly did not get there through research but through design and discussing on design: the discourse on architecture». Si tratta di un’asserzione convincente, efficace, poiché riporta il baricentro sul progetto d’architettura, come artefatto – artifact avrebbe detto Sir Summerson – perseguito attraverso procedimenti di «conoscenza» tanto ambigui quanto intuitivamente e comunicativamente potenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.