MICROFORESTE ECO-PEDAGOGICHE: NBS e innovazione Fabiola Fratini, DICEA Sapienza “Le foreste assicurano la sopravvivenza di piante, animali vertebrati e invertebrati, di funghi e di altri microorganismi, e per il mantenimento di servizi ecosistemici fondamentali tra cui la produzione di biomassa, lo stoccaggio del carbonio, la regolazione del ciclo dell’acqua e dei vari componenti bio-geochimici, la protezione del suolo, nonché i servizi culturali” (MISE, 2021). Le UF-NBS possono essere definite come ecosistemi urbani (Clearing House, 2018) quindi multifunzionali e capaci di produrre molteplici servizi ecosistemici. Quello che i nuovi studi tendono ad argomentare è l’importanza dei servizi culturali e sociali prodotti dalle UF-NBS, come la coesione sociale e l’attivazione delle comunità locali a favore dell’ambiente, evidenziando la relativa capacità di fornire soluzioni più complete rispetto ad altre Urban NBS (CABE, 2010; Hamdouch and Depret, 2010; Wang et al., 2018). In questo contesto, la sfida che le città si trovano ad affrontare è quella di accrescere da una lato la superficie destinata alla forestazione e dall’altro di diffondere, attraverso la logica sistemica delle Green Infrastructure, la dotazione di foreste, dal centro alle periferie, per garantire anche qui i benefici ecosistemici riconosciuti alle NBS, sia in campo ecologico, sia sociale, sia culturale. La strategia della forestazione nelle città non è soltanto una questione top-down. La domanda di forestazione, legata agli effetti positivi sull’habitat urbano, può spingere i cittadini a chiedere una tassa specifica per poter fruire di boschi di prossimità (Wang, 2018) e la consapevolezza di questa domanda impegna le amministrazioni a cercare soluzioni diffuse di UF-NBS come il programma mini forest di Bel Horizonte adottato per creare isole di biodiversità (Claring House, 2018). Sono queste le premesse che motivano l’implementazione di un progetto pilota di forestazione diffusa alla scala di quartiere, innovativo, che si iscrive all’interno del modello di città arcipelago. La città arcipelago è la città del quotidiano, la città dei 15 minuti. Uno spazio dell’abitare dove condurre una vita più sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche gratificante, realizzando un progetto comune, una “rivoluzione tranquilla” per trarre piacere da fonti di soddisfazione alternative al mercato tradizionale (Jackson, 2008), per fruire di opportunità a distanza di pedone: “spazi verdi, parchi, centri ricreativi, aree per lo sport, biblioteche, mercati locali. Luoghi dove si coltiva la cittadinanza”. Carlos Moreno, docente dell’Università della Sorbona, e consulente della Ville de Paris, propone di declinare la città in 15 minuti in quattro temi: l’ecologia, la prossimità, la solidarietà e la partecipazione. Se la foresta incarna la figura archetipica di natura, la domanda che si profila all’inizio di questo percorso sperimentale è come portare la foresta a breve distanza dall’abitazione di Marcovaldo. Dalle esperienze maturate sul campo, dalla carta stampata e dal web, più che dalla letteratura scientifica, emerge un nuova forma “tascabile” di forestazione che sta conquistando le città e i quartieri del mondo. Si chiama Tiny Forest, si ispira alle tecniche di forestazione del botanico giapponese Akira Miyawaki e viene sviluppata in prima battuta in India, dall’ ex-ingegnere della Toyota Shubendu Sharma. Il format prende piede in Europa dove, a partire dal 2015, si diffonde dall’Olanda al Belgio, dall’Inghilterra alla Germania, arriva in Francia e più recentemente approda anche in Italia. La Tiny Forest o microforesta è la foresta di quartiere. La sua storia recente non ha consentito di sviluppare una letteratura scientifica che possa misurare la qualità “oggettiva” dei risultati ottenuti, ma l’“invasione benefica” in corso nel paesaggio dei contesti urbani del pianeta dimostra, indiscutibilmente, il suo valore.

Microforeste eco-pedagogiche / Fratini, Fabiola. - (2023). (Intervento presentato al convegno Festival del Paesaggio, Roma auditorium della musica tenutosi a Roma, auditorium della musica).

Microforeste eco-pedagogiche

fabiola fratini
2023

Abstract

MICROFORESTE ECO-PEDAGOGICHE: NBS e innovazione Fabiola Fratini, DICEA Sapienza “Le foreste assicurano la sopravvivenza di piante, animali vertebrati e invertebrati, di funghi e di altri microorganismi, e per il mantenimento di servizi ecosistemici fondamentali tra cui la produzione di biomassa, lo stoccaggio del carbonio, la regolazione del ciclo dell’acqua e dei vari componenti bio-geochimici, la protezione del suolo, nonché i servizi culturali” (MISE, 2021). Le UF-NBS possono essere definite come ecosistemi urbani (Clearing House, 2018) quindi multifunzionali e capaci di produrre molteplici servizi ecosistemici. Quello che i nuovi studi tendono ad argomentare è l’importanza dei servizi culturali e sociali prodotti dalle UF-NBS, come la coesione sociale e l’attivazione delle comunità locali a favore dell’ambiente, evidenziando la relativa capacità di fornire soluzioni più complete rispetto ad altre Urban NBS (CABE, 2010; Hamdouch and Depret, 2010; Wang et al., 2018). In questo contesto, la sfida che le città si trovano ad affrontare è quella di accrescere da una lato la superficie destinata alla forestazione e dall’altro di diffondere, attraverso la logica sistemica delle Green Infrastructure, la dotazione di foreste, dal centro alle periferie, per garantire anche qui i benefici ecosistemici riconosciuti alle NBS, sia in campo ecologico, sia sociale, sia culturale. La strategia della forestazione nelle città non è soltanto una questione top-down. La domanda di forestazione, legata agli effetti positivi sull’habitat urbano, può spingere i cittadini a chiedere una tassa specifica per poter fruire di boschi di prossimità (Wang, 2018) e la consapevolezza di questa domanda impegna le amministrazioni a cercare soluzioni diffuse di UF-NBS come il programma mini forest di Bel Horizonte adottato per creare isole di biodiversità (Claring House, 2018). Sono queste le premesse che motivano l’implementazione di un progetto pilota di forestazione diffusa alla scala di quartiere, innovativo, che si iscrive all’interno del modello di città arcipelago. La città arcipelago è la città del quotidiano, la città dei 15 minuti. Uno spazio dell’abitare dove condurre una vita più sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche gratificante, realizzando un progetto comune, una “rivoluzione tranquilla” per trarre piacere da fonti di soddisfazione alternative al mercato tradizionale (Jackson, 2008), per fruire di opportunità a distanza di pedone: “spazi verdi, parchi, centri ricreativi, aree per lo sport, biblioteche, mercati locali. Luoghi dove si coltiva la cittadinanza”. Carlos Moreno, docente dell’Università della Sorbona, e consulente della Ville de Paris, propone di declinare la città in 15 minuti in quattro temi: l’ecologia, la prossimità, la solidarietà e la partecipazione. Se la foresta incarna la figura archetipica di natura, la domanda che si profila all’inizio di questo percorso sperimentale è come portare la foresta a breve distanza dall’abitazione di Marcovaldo. Dalle esperienze maturate sul campo, dalla carta stampata e dal web, più che dalla letteratura scientifica, emerge un nuova forma “tascabile” di forestazione che sta conquistando le città e i quartieri del mondo. Si chiama Tiny Forest, si ispira alle tecniche di forestazione del botanico giapponese Akira Miyawaki e viene sviluppata in prima battuta in India, dall’ ex-ingegnere della Toyota Shubendu Sharma. Il format prende piede in Europa dove, a partire dal 2015, si diffonde dall’Olanda al Belgio, dall’Inghilterra alla Germania, arriva in Francia e più recentemente approda anche in Italia. La Tiny Forest o microforesta è la foresta di quartiere. La sua storia recente non ha consentito di sviluppare una letteratura scientifica che possa misurare la qualità “oggettiva” dei risultati ottenuti, ma l’“invasione benefica” in corso nel paesaggio dei contesti urbani del pianeta dimostra, indiscutibilmente, il suo valore.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1676404
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