«Quando navighi in giro per il mondo in barca prendi con te tutto il necessario, visto che devi restare in mare per tre mesi, prendi tutto prima di partire perché non puoi fermarti, non puoi comprare altro cibo o carbu- rante. Per cui devi gestire tutto ciò che hai fino all’ultima goccia di diesel e all’ultimo pacco di cibo. È allora che ti rendi davvero conto di quanto sono limitate le risorse. Sono scesa dalla barca al traguardo e mi sono resa conto che la nostra economia globale non è tanto diversa1». (Fondazione Ellen MacArthur) Gli abitanti della Terra sono in progressivo aumento e, di conse- guenza, anche i loro consumi. Le risorse del nostro pianeta, necessarie per soddisfare i bisogni della collettività, sono limitate e le ricadute sul clima e sull’ambiente negative, a causa dell’attuale sistema economico e produttivo di tipo lineare (estrarre, produrre, usare e gettare). Una condizione che invoca la necessità di invertire rotta verso una nuova economia progettata per auto-rigenerarsi, circolare, quindi, che non spreca, all’opposto riduce i consumi e ricicla gli scarti, valorizzandoli come risorsa e inserendoli all’interno di un ciclo di vita continuo (Stra- tegia nazionale per l’economia circolare, 2021). Un modello economico in cui la sostenibilità occupa un ruolo sostanziale. D’altro canto la soste- nibilità fa parte della nostra vita più di quanto possiamo immaginare. Un concetto intrinseco ad ogni nostro gesto quotidiano e che ci rende, 1 Per maggiori approfondimenti si consulti il sito https://grandimagazziniculturali.it/2019/02/ economia-circolare-2/. 7 GREENFOOD-15 X 21.indd 7 15/03/22 19:11 in qualche modo, responsabili di fare un uso “raffinato” delle risorse del Pianeta per poterle preservare alle future generazioni (Rapporto Brundtland, 1987). L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile rappresenta il documento programmatico di riferimento per le persone e per il pianeta. Un piano di azione da cui partire per costruire un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico per tutti gli individui. I 17 goal e i 169 target di cui si compone hanno una validità globale, riguarda- no e coinvolgono tutti i Paesi del mondo e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli opera- tori dell’informazione e della cultura. Diversi sono i settori produttivi che hanno già intrapreso la loro sfida – porre fine alla povertà, ridurre l’ineguaglianza, affrontare i cambiamenti climatici, costruire società pa- cifiche che rispettino i diritti umani. Tra questi, il settore alimentare. É cosa certa che l’attuale sistema di produzione e di consumo di alimenti non riesce ad assicurare la preservazione delle risorse per le generazioni futuro né, tanto meno, a nutrire in modo soddisfacente l’intera popola- zione del pianeta. E qui il paradosso: se è vero che una parte del mondo è abitata da popolazioni malnutrite, è altrettanto vero che si stima una quantità di sprechi/perdite alimentari pari a 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, corrispondenti a circa un terzo della produzione di alimenti de- stinati alla nutrizione umana (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura – FAO) e, inoltre, si contano due miliardi di individui in sovrappeso o obesi (World Health Organization, 2011). Come possiamo contribuire al cambiamento in un’epoca caratte- rizzata dai grandi consumi, dall’omologazione della cucina di massa e dalla standardizzazione dei sapori? La rivoluzione parte dalle nostre ta- vole, scegliendo di cosa nutrirsi, rispettando la stagionalità dei prodotti, prediligendo generi alimentari frutto di processi produttivi a filiera corta (km 0), dando fiducia ai produttori locali con l’acquisto dei loro prodotti presso i mercati contadini e i gruppi di acquisto solidale. Preferendo, quindi, un’alimentazione sostenibile che riduce al minimo gli sprechi, il consumo di acqua, suolo ed energia, limita l’uso di additivi e pesticidi, riduce gli allevamenti e la pesca intensivi e frena le emissioni di anidride carbonica. Prendendo cioè, consapevolezza che ogni alimento di cui ci nutriamo imprime sull’ambiente un’impronta, che misura la capacità 8 GREENFOOD-15 X 21.indd 8 15/03/22 19:11 rigenerativa della terra nel riprodurre le risorse usate per generare un alimento, le emissioni dei gas a effetto serra durante il ciclo di vita di un prodotto (petrolio nella fase di trasporto, metano in quella di smalti- mento) e il consumo di acqua. Un modello da perseguire è certamente quello della Dieta Mediterranea che, riconducibile a quello delle diete sostenibili, è capace di combinare alimentazione sana, tutela della bio- diversità, rivitalizzazione delle tradizioni culturali e valorizzazione dei paesaggi. Intendendo per “metodologia di ricerca” l’insieme delle procedure e tecniche che vengono applicate in modo ordinato e sistematico nel- la conduzione di uno studio, all’interno del volume sono stati riportati alcuni esempi esplicativi dei concetti enunciati, comparate buone pra- tiche, esperienze e progettualità (progetto “Protheiform”, “Wami, più ac- qua per tutti”, “Cortilia”), che fanno riferimento ad alcune importanti aziende del mercato italiano (Mutti, Loacker, Vegea, etc.) ed europeo (Agriprotein, Lufa Farms, Bioplus, Winnow, etc.), che ogni giorno sono impegnate ad attuare i principi cardini dell’economia circolare ed a per- seguire obiettivi di sviluppo sostenibile. Il testo, con note divulgative, intende porsi come uno strumento di riflessione, conoscenza e sensibilizzazione sul tema, quanto più attuale, della sostenibilità alimentare, nella sua accezione più ampia. Una te- matica che si concretizza ogni volta che ci sediamo a tavola. Il tipo di cibo di cui ci nutriamo ha un costo, non solo in termini economici, ma anche ambientali e sociali. Il più delle volte trascuriamo il nostro modo di mangiare non pensando che, invece, è determinante per il futuro del nostro Pianeta. Prenderne coscienza è già un passo avanti per intra- prendere una transizione verso la sostenibilità, non più rimandabile. Soltanto adottando un modello concreto di sviluppo sostenibile e quin- di, attuando un profondo cambiamento nel modo in cui si produce e si consuma, è possibile prospettare opportunità di miglioramento per il nostro Pianeta: dalla salvaguardia della biodiversità, alla rivitalizzazio- ne delle comunità locali, alla valorizzazione dei paesaggi (Piano Nazio- nale della Ricerca 2021-2027).

Green Food per un progetto di formazione sul campo / Guadagnoli, I. - (2020).

Green Food per un progetto di formazione sul campo

GUADAGNOLI I
2020

Abstract

«Quando navighi in giro per il mondo in barca prendi con te tutto il necessario, visto che devi restare in mare per tre mesi, prendi tutto prima di partire perché non puoi fermarti, non puoi comprare altro cibo o carbu- rante. Per cui devi gestire tutto ciò che hai fino all’ultima goccia di diesel e all’ultimo pacco di cibo. È allora che ti rendi davvero conto di quanto sono limitate le risorse. Sono scesa dalla barca al traguardo e mi sono resa conto che la nostra economia globale non è tanto diversa1». (Fondazione Ellen MacArthur) Gli abitanti della Terra sono in progressivo aumento e, di conse- guenza, anche i loro consumi. Le risorse del nostro pianeta, necessarie per soddisfare i bisogni della collettività, sono limitate e le ricadute sul clima e sull’ambiente negative, a causa dell’attuale sistema economico e produttivo di tipo lineare (estrarre, produrre, usare e gettare). Una condizione che invoca la necessità di invertire rotta verso una nuova economia progettata per auto-rigenerarsi, circolare, quindi, che non spreca, all’opposto riduce i consumi e ricicla gli scarti, valorizzandoli come risorsa e inserendoli all’interno di un ciclo di vita continuo (Stra- tegia nazionale per l’economia circolare, 2021). Un modello economico in cui la sostenibilità occupa un ruolo sostanziale. D’altro canto la soste- nibilità fa parte della nostra vita più di quanto possiamo immaginare. Un concetto intrinseco ad ogni nostro gesto quotidiano e che ci rende, 1 Per maggiori approfondimenti si consulti il sito https://grandimagazziniculturali.it/2019/02/ economia-circolare-2/. 7 GREENFOOD-15 X 21.indd 7 15/03/22 19:11 in qualche modo, responsabili di fare un uso “raffinato” delle risorse del Pianeta per poterle preservare alle future generazioni (Rapporto Brundtland, 1987). L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile rappresenta il documento programmatico di riferimento per le persone e per il pianeta. Un piano di azione da cui partire per costruire un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico per tutti gli individui. I 17 goal e i 169 target di cui si compone hanno una validità globale, riguarda- no e coinvolgono tutti i Paesi del mondo e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli opera- tori dell’informazione e della cultura. Diversi sono i settori produttivi che hanno già intrapreso la loro sfida – porre fine alla povertà, ridurre l’ineguaglianza, affrontare i cambiamenti climatici, costruire società pa- cifiche che rispettino i diritti umani. Tra questi, il settore alimentare. É cosa certa che l’attuale sistema di produzione e di consumo di alimenti non riesce ad assicurare la preservazione delle risorse per le generazioni futuro né, tanto meno, a nutrire in modo soddisfacente l’intera popola- zione del pianeta. E qui il paradosso: se è vero che una parte del mondo è abitata da popolazioni malnutrite, è altrettanto vero che si stima una quantità di sprechi/perdite alimentari pari a 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, corrispondenti a circa un terzo della produzione di alimenti de- stinati alla nutrizione umana (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura – FAO) e, inoltre, si contano due miliardi di individui in sovrappeso o obesi (World Health Organization, 2011). Come possiamo contribuire al cambiamento in un’epoca caratte- rizzata dai grandi consumi, dall’omologazione della cucina di massa e dalla standardizzazione dei sapori? La rivoluzione parte dalle nostre ta- vole, scegliendo di cosa nutrirsi, rispettando la stagionalità dei prodotti, prediligendo generi alimentari frutto di processi produttivi a filiera corta (km 0), dando fiducia ai produttori locali con l’acquisto dei loro prodotti presso i mercati contadini e i gruppi di acquisto solidale. Preferendo, quindi, un’alimentazione sostenibile che riduce al minimo gli sprechi, il consumo di acqua, suolo ed energia, limita l’uso di additivi e pesticidi, riduce gli allevamenti e la pesca intensivi e frena le emissioni di anidride carbonica. Prendendo cioè, consapevolezza che ogni alimento di cui ci nutriamo imprime sull’ambiente un’impronta, che misura la capacità 8 GREENFOOD-15 X 21.indd 8 15/03/22 19:11 rigenerativa della terra nel riprodurre le risorse usate per generare un alimento, le emissioni dei gas a effetto serra durante il ciclo di vita di un prodotto (petrolio nella fase di trasporto, metano in quella di smalti- mento) e il consumo di acqua. Un modello da perseguire è certamente quello della Dieta Mediterranea che, riconducibile a quello delle diete sostenibili, è capace di combinare alimentazione sana, tutela della bio- diversità, rivitalizzazione delle tradizioni culturali e valorizzazione dei paesaggi. Intendendo per “metodologia di ricerca” l’insieme delle procedure e tecniche che vengono applicate in modo ordinato e sistematico nel- la conduzione di uno studio, all’interno del volume sono stati riportati alcuni esempi esplicativi dei concetti enunciati, comparate buone pra- tiche, esperienze e progettualità (progetto “Protheiform”, “Wami, più ac- qua per tutti”, “Cortilia”), che fanno riferimento ad alcune importanti aziende del mercato italiano (Mutti, Loacker, Vegea, etc.) ed europeo (Agriprotein, Lufa Farms, Bioplus, Winnow, etc.), che ogni giorno sono impegnate ad attuare i principi cardini dell’economia circolare ed a per- seguire obiettivi di sviluppo sostenibile. Il testo, con note divulgative, intende porsi come uno strumento di riflessione, conoscenza e sensibilizzazione sul tema, quanto più attuale, della sostenibilità alimentare, nella sua accezione più ampia. Una te- matica che si concretizza ogni volta che ci sediamo a tavola. Il tipo di cibo di cui ci nutriamo ha un costo, non solo in termini economici, ma anche ambientali e sociali. Il più delle volte trascuriamo il nostro modo di mangiare non pensando che, invece, è determinante per il futuro del nostro Pianeta. Prenderne coscienza è già un passo avanti per intra- prendere una transizione verso la sostenibilità, non più rimandabile. Soltanto adottando un modello concreto di sviluppo sostenibile e quin- di, attuando un profondo cambiamento nel modo in cui si produce e si consuma, è possibile prospettare opportunità di miglioramento per il nostro Pianeta: dalla salvaguardia della biodiversità, alla rivitalizzazio- ne delle comunità locali, alla valorizzazione dei paesaggi (Piano Nazio- nale della Ricerca 2021-2027).
2020
978-88-6992-XXX-X
green food; valorizzazione del territorio; paesaggio
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Green Food per un progetto di formazione sul campo / Guadagnoli, I. - (2020).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1675881
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