TIBERINALIA è un racconto rituale lungo il Tevere; è il tentativo di ristabilire un’antica e sperata alleanza tra un fiume e la sua città attraverso l’architettura. Assecondando il naturale scorrere delle acque, nel tratto compreso tra le due principali rapide che si oppongono alla navigabilità fluviale, e che al tempo stesso individuano gli estremi di un itinerario sicuro per il transito di piccole imbarcazioni, l’alveo fluviale viene popolato da presenze architettoniche discontinue e dialogiche, organizzate da una coreografia debole e sparsa, ma capace di riattivare il ruolo unificante del fiume. Tra Ponte Milvio e l’Isola Tiberina, tra i numerosi ponti che ritmano la linearità sinuosa del fiume, tra le sponde terrazzate dai circoli sportivi e le dure verticali dei muraglioni trova spazio una successione di architetture/pensiero sulle quali il fiume può riflettere immagini di una vitalità in parte promessa, in parte perduta. Volutamente non-finite, fiduciosamente consegnate nel loro stato di bozza, queste architetture attendono un completamento ambientale, che integra l’idea di “Opera Aperta” di Umberto Eco, quale dialogo proiettivo tra oggetto e soggetto, con un confronto molteplice e mutevole tra soggetto, oggetto e contesto, nel quale i tre termini sono costantemente chiamati allo scambio reciproco delle rispettive identità.
Tiberinalia. Progetti per il fiume Tevere a Roma / Porqueddu, Luca. - (2022), pp. 1-96.
Tiberinalia. Progetti per il fiume Tevere a Roma
luca porqueddu
2022
Abstract
TIBERINALIA è un racconto rituale lungo il Tevere; è il tentativo di ristabilire un’antica e sperata alleanza tra un fiume e la sua città attraverso l’architettura. Assecondando il naturale scorrere delle acque, nel tratto compreso tra le due principali rapide che si oppongono alla navigabilità fluviale, e che al tempo stesso individuano gli estremi di un itinerario sicuro per il transito di piccole imbarcazioni, l’alveo fluviale viene popolato da presenze architettoniche discontinue e dialogiche, organizzate da una coreografia debole e sparsa, ma capace di riattivare il ruolo unificante del fiume. Tra Ponte Milvio e l’Isola Tiberina, tra i numerosi ponti che ritmano la linearità sinuosa del fiume, tra le sponde terrazzate dai circoli sportivi e le dure verticali dei muraglioni trova spazio una successione di architetture/pensiero sulle quali il fiume può riflettere immagini di una vitalità in parte promessa, in parte perduta. Volutamente non-finite, fiduciosamente consegnate nel loro stato di bozza, queste architetture attendono un completamento ambientale, che integra l’idea di “Opera Aperta” di Umberto Eco, quale dialogo proiettivo tra oggetto e soggetto, con un confronto molteplice e mutevole tra soggetto, oggetto e contesto, nel quale i tre termini sono costantemente chiamati allo scambio reciproco delle rispettive identità.File | Dimensione | Formato | |
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