Il paradigma post-2008 della vigilanza sul sistema finanziario è stato costruito sulla crescente evidenza empirica che le politiche macroprudenziali, quando disponibili e prontamente attivate, possono essere altamente efficaci nel promuovere la stabilità finanziaria. D’altro canto, anche gli strumenti di vigilanza microprudenziale, come i requisiti minimi di capitalizzazione bancaria e le misure di early warning basate sui rapporti prestito/valore della garanzia o prestito/reddito del debitore, possono fronteggiare prontamente gli squilibri idiosincratici delle banche dove e quando si verificano. In un'unione monetaria, come quella dell’area Euro, i cicli finanziari spesso non sono sincronizzati tra i paesi, e gli squilibri possono accumularsi all'interno dei confini nazionali prima di espandersi ad altri paesi. In tali circostanze, le politiche macroprudenziali, progettate per affrontare gli squilibri specifici di ciascun paese, come per esempio l’attivazione del cuscinetto anticiclico di capitale bancario, possono essere più efficaci delle misure intraprese a livello di area attraverso i cambiamenti di orientamento della politica monetaria. Purtroppo nel periodo che ha preceduto la crisi pandemia, l'accumulo di riserve di capitale bancario anticiclico è stato molto limitato in quasi tutti i paesi dell’unione, limitando così lo spazio politico macroprudenziale a disposizione delle autorità quando è scoppiata la crisi da Covid-19. La Banca Centrale Europea ha quindi risposto alla crisi economica e finanziaria causata dalle necessarie misure di “contenimento sociale” (lockdown) prese dai governi per contenere la diffusione del nuovo virus e quindi l’esplosione incontrollata della pandemia da Covid-19 nel marzo del 2020 con un programma ad hoc di operazioni di acquisto di diverse attività finanziarie sui mercati secondari (PEPP - Pandemic Emergency Purchase Programme). Tali programmi di acquisto hanno prontamente evitato un’accentuazione della frammentazione dei tassi di interesse dell’area euro contenendo lo spread di rendimento (rispetto al Bund tedesco) delle obbligazioni sovrane, soprattutto dei paesi più fragili o periferici dell’area come il Portogallo, la Spagna, l’Italia, la Grecia e Cipro.Inoltre, solo l’annuncio dell’intenzione di attuare politiche monetarie e fiscali espansive da parte sia della BCE che della Federal Reserve americana ha provocato la riduzione del valore dell’indice di stress sistemico CISS (Composite Indicator of Systemic Risk) che aveva raggiunto nella prima settimana di marzo 2020 il valore massimo di 0,7 (si ricordi che il CISS raggiunse il valore di 0,9 nel 2009 nella fase più acuta della crisi finanziaria globale iniziata nel 2007-2008). Solo da gennaio 2021 il CISS tornerà a valori prossimi allo zero, segnalando l’assenza di pressioni sistemiche nelle due aree geografiche analizzate
"La reazione del sistema finanziario allo shock causato dal Covid-19" / DI CLEMENTE, Annalisa. - (2022), pp. 19-54. - FINANCE & DEVELOPMENT. [10.53136/97912218026582].
"La reazione del sistema finanziario allo shock causato dal Covid-19"
Annalisa Di Clemente
Primo
2022
Abstract
Il paradigma post-2008 della vigilanza sul sistema finanziario è stato costruito sulla crescente evidenza empirica che le politiche macroprudenziali, quando disponibili e prontamente attivate, possono essere altamente efficaci nel promuovere la stabilità finanziaria. D’altro canto, anche gli strumenti di vigilanza microprudenziale, come i requisiti minimi di capitalizzazione bancaria e le misure di early warning basate sui rapporti prestito/valore della garanzia o prestito/reddito del debitore, possono fronteggiare prontamente gli squilibri idiosincratici delle banche dove e quando si verificano. In un'unione monetaria, come quella dell’area Euro, i cicli finanziari spesso non sono sincronizzati tra i paesi, e gli squilibri possono accumularsi all'interno dei confini nazionali prima di espandersi ad altri paesi. In tali circostanze, le politiche macroprudenziali, progettate per affrontare gli squilibri specifici di ciascun paese, come per esempio l’attivazione del cuscinetto anticiclico di capitale bancario, possono essere più efficaci delle misure intraprese a livello di area attraverso i cambiamenti di orientamento della politica monetaria. Purtroppo nel periodo che ha preceduto la crisi pandemia, l'accumulo di riserve di capitale bancario anticiclico è stato molto limitato in quasi tutti i paesi dell’unione, limitando così lo spazio politico macroprudenziale a disposizione delle autorità quando è scoppiata la crisi da Covid-19. La Banca Centrale Europea ha quindi risposto alla crisi economica e finanziaria causata dalle necessarie misure di “contenimento sociale” (lockdown) prese dai governi per contenere la diffusione del nuovo virus e quindi l’esplosione incontrollata della pandemia da Covid-19 nel marzo del 2020 con un programma ad hoc di operazioni di acquisto di diverse attività finanziarie sui mercati secondari (PEPP - Pandemic Emergency Purchase Programme). Tali programmi di acquisto hanno prontamente evitato un’accentuazione della frammentazione dei tassi di interesse dell’area euro contenendo lo spread di rendimento (rispetto al Bund tedesco) delle obbligazioni sovrane, soprattutto dei paesi più fragili o periferici dell’area come il Portogallo, la Spagna, l’Italia, la Grecia e Cipro.Inoltre, solo l’annuncio dell’intenzione di attuare politiche monetarie e fiscali espansive da parte sia della BCE che della Federal Reserve americana ha provocato la riduzione del valore dell’indice di stress sistemico CISS (Composite Indicator of Systemic Risk) che aveva raggiunto nella prima settimana di marzo 2020 il valore massimo di 0,7 (si ricordi che il CISS raggiunse il valore di 0,9 nel 2009 nella fase più acuta della crisi finanziaria globale iniziata nel 2007-2008). Solo da gennaio 2021 il CISS tornerà a valori prossimi allo zero, segnalando l’assenza di pressioni sistemiche nelle due aree geografiche analizzateFile | Dimensione | Formato | |
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