La dimensione spirituale è uno degli aspetti che più caratterizzano il complesso milieu socioculturale russo-parigino degli anni Venti e Trenta, risultato delle correnti migratorie successive alla rivoluzione del 1917. Per gli emigrati russi a Parigi tale dimensione affonda le radici nell’orizzonte culturale dell’Epoca d’argento, periodo a cavallo del ventesimo secolo in cui si assiste a una rinascita della spiritualità ortodossa. È in questo contesto di pensiero che trova spazio presso la comunità esiliata una lettura teologica dell’emigrazione. Paragonata all’esilio biblico, l’esperienza dell’espatrio assume infatti i contorni di una missione tesa a spargere in tutto il mondo i semi di una rigenerazione spirituale totale, da attuare in un dominio specifico: la cultura e la creatività delle diverse arti, tra cui la musica. A fianco di questi presupposti, dalla realtà dell’esilio russo-parigino è scaturita poi un’ulteriore declinazione del senso spirituale dell’attività creativa: l’incontro con la cultura ospitante della metropoli parigina ha infatti dato vita a una feconda stagione di scambi e intrecci culturali che rispondono altresì alle istanze dell’ecumenismo di primo Novecento e alle aspirazioni di riconciliazione tra l’Occidente cattolico e l’Oriente ortodosso. La produzione musicale dei compositori russo-parigini, tra cui Arthur Lourié e Aleksandr Grečaninov, offre un punto di osservazione privilegiato per analizzare l’importanza della dimensione spirituale nel contesto culturale di questo particolare cronotopo storiografico.
Missione ed ecumenismo: la creatività in esilio dei compositori russo-parigini tra le due guerre mondiali / Macinanti, Matteo. - (2022). (Intervento presentato al convegno Music and the Spiritual since the French Revolution tenutosi a Siena, Italy).
Missione ed ecumenismo: la creatività in esilio dei compositori russo-parigini tra le due guerre mondiali
Matteo Macinanti
2022
Abstract
La dimensione spirituale è uno degli aspetti che più caratterizzano il complesso milieu socioculturale russo-parigino degli anni Venti e Trenta, risultato delle correnti migratorie successive alla rivoluzione del 1917. Per gli emigrati russi a Parigi tale dimensione affonda le radici nell’orizzonte culturale dell’Epoca d’argento, periodo a cavallo del ventesimo secolo in cui si assiste a una rinascita della spiritualità ortodossa. È in questo contesto di pensiero che trova spazio presso la comunità esiliata una lettura teologica dell’emigrazione. Paragonata all’esilio biblico, l’esperienza dell’espatrio assume infatti i contorni di una missione tesa a spargere in tutto il mondo i semi di una rigenerazione spirituale totale, da attuare in un dominio specifico: la cultura e la creatività delle diverse arti, tra cui la musica. A fianco di questi presupposti, dalla realtà dell’esilio russo-parigino è scaturita poi un’ulteriore declinazione del senso spirituale dell’attività creativa: l’incontro con la cultura ospitante della metropoli parigina ha infatti dato vita a una feconda stagione di scambi e intrecci culturali che rispondono altresì alle istanze dell’ecumenismo di primo Novecento e alle aspirazioni di riconciliazione tra l’Occidente cattolico e l’Oriente ortodosso. La produzione musicale dei compositori russo-parigini, tra cui Arthur Lourié e Aleksandr Grečaninov, offre un punto di osservazione privilegiato per analizzare l’importanza della dimensione spirituale nel contesto culturale di questo particolare cronotopo storiografico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.