La Sardegna, con le sue tradizioni ancestrali che ancora ne permeano la cultura e ne co- struiscono l’identità, è un luogo privilegiato attraverso il quale indagare il rapporto tra letteratura e antropologia. Ma attraverso quali meccanismi nzionali il passato parla al presente, nel presente e del presente? Quanto le memorie identitarie rimangono ancorate al luogo e al tempo, e quanto invece migrano e si schiacciano sull’oggi, sfumando dal locale al glocale? L’intervento si focalizzerà su queste domande, attraverso l’analisi di tre opere di narratori sardi molto diverse tra loro: Il glio di Bakunin, di Sergio Atzeni: «una storia del passato che passando di voce in voce diventa leggenda», ove la scrittura diviene ora- lità e sostanzia della sua porosità la creazione del mito; Arcipelaghi di Maria Giacobbe, nel quale un fatto di cronaca, letto in Danimarca e avvenuto in Germania, si impregna dei codici barbaricini, entro una frantumazione di punti di vista; e in ne Accabadora di Michela Murgia, che attorno a un mito popolare costruisce un romanzo sovranazionale.
Sardegna ancestrale/globale: Atzeni, Giacobbe, Murgia / Morace, Rosanna. - (2021), pp. 343-352.
Sardegna ancestrale/globale: Atzeni, Giacobbe, Murgia
Morace Rosanna
2021
Abstract
La Sardegna, con le sue tradizioni ancestrali che ancora ne permeano la cultura e ne co- struiscono l’identità, è un luogo privilegiato attraverso il quale indagare il rapporto tra letteratura e antropologia. Ma attraverso quali meccanismi nzionali il passato parla al presente, nel presente e del presente? Quanto le memorie identitarie rimangono ancorate al luogo e al tempo, e quanto invece migrano e si schiacciano sull’oggi, sfumando dal locale al glocale? L’intervento si focalizzerà su queste domande, attraverso l’analisi di tre opere di narratori sardi molto diverse tra loro: Il glio di Bakunin, di Sergio Atzeni: «una storia del passato che passando di voce in voce diventa leggenda», ove la scrittura diviene ora- lità e sostanzia della sua porosità la creazione del mito; Arcipelaghi di Maria Giacobbe, nel quale un fatto di cronaca, letto in Danimarca e avvenuto in Germania, si impregna dei codici barbaricini, entro una frantumazione di punti di vista; e in ne Accabadora di Michela Murgia, che attorno a un mito popolare costruisce un romanzo sovranazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.