La figura di Marco Petreschi si inscrive all’interno dell’idea dell’architetto integrale, in continuità con le impostazioni della scuola romana fin dalla sua fondazione negli anni Venti, e allo stesso tempo riflette la visione espressa da Gropius con il concetto di “global architecture”. Una dimensione testimoniata dalla sua continuativa attività progettuale a tutte le scale, dalle esperienze in campo urbanistico, agli edifici pubblici come scuole, sedi istituzionali, complessi religiosi, alle case unifamiliari e plurifamiliari, all’architettura degli interni, al disegno del mobile e al design. Attività che hanno costantemente affiancato la produzione scientifica e l’insegnamento, in Italia e all’estero, nel quale egli ha trasferito molta della sua esperienza di progettista e inevitabilmente i suoi indirizzi di linguaggio. La sua metodologia in campo pratico e teorico riconosce alle tecniche di invenzione del progetto un ruolo dominante all’interno di un processo inteso come sintesi di diverse componenti. L’atto ideativo sembrerebbe in lui strutturato su una volontà di ottenere un risultato formale che si costruisce per montaggi progressivi di diverse riflessioni e azioni. Le varie letture critiche sull’opera di Petreschi hanno già messo in evidenza sia l’attenzione ai caratteri dei diversi luoghi nei quali egli di volta in volta si trova ad operare, sia un uso della geometria intesa come strumento di raccordo tra le logiche compositive del nuovo intervento e il suo intorno preesistente. L’uso del controllo geometrico non si limita alla compiutezza dell’opera in senso stretto, piuttosto coinvolge i caratteri dell’intorno includendoli nel nuovo manufatto.
Il linguaggio architettonico nell’opera di Marco Petreschi / Zammerini, Massimo. - (2023), pp. 52-69.
Il linguaggio architettonico nell’opera di Marco Petreschi
massimo zammerini
2023
Abstract
La figura di Marco Petreschi si inscrive all’interno dell’idea dell’architetto integrale, in continuità con le impostazioni della scuola romana fin dalla sua fondazione negli anni Venti, e allo stesso tempo riflette la visione espressa da Gropius con il concetto di “global architecture”. Una dimensione testimoniata dalla sua continuativa attività progettuale a tutte le scale, dalle esperienze in campo urbanistico, agli edifici pubblici come scuole, sedi istituzionali, complessi religiosi, alle case unifamiliari e plurifamiliari, all’architettura degli interni, al disegno del mobile e al design. Attività che hanno costantemente affiancato la produzione scientifica e l’insegnamento, in Italia e all’estero, nel quale egli ha trasferito molta della sua esperienza di progettista e inevitabilmente i suoi indirizzi di linguaggio. La sua metodologia in campo pratico e teorico riconosce alle tecniche di invenzione del progetto un ruolo dominante all’interno di un processo inteso come sintesi di diverse componenti. L’atto ideativo sembrerebbe in lui strutturato su una volontà di ottenere un risultato formale che si costruisce per montaggi progressivi di diverse riflessioni e azioni. Le varie letture critiche sull’opera di Petreschi hanno già messo in evidenza sia l’attenzione ai caratteri dei diversi luoghi nei quali egli di volta in volta si trova ad operare, sia un uso della geometria intesa come strumento di raccordo tra le logiche compositive del nuovo intervento e il suo intorno preesistente. L’uso del controllo geometrico non si limita alla compiutezza dell’opera in senso stretto, piuttosto coinvolge i caratteri dell’intorno includendoli nel nuovo manufatto.File | Dimensione | Formato | |
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