The essay analyzes precise places and images of helplessness recurring in Antonella Anedda’s work, revealing how domestic objects and limited, private spaces become nuclei to radiate the gaze outward, shells of which to make “a sky”. In her poetics, the contrainte of minute space, of the “almond”, where to find vast horizons projected outward is a choice of transparency.
Il contributo analizza luoghi puntuali e immagini d’inermità ricorrenti nell’opera di Antonella Anedda, rivelando come oggetti miti e spazi limitati e privati diventino nuclei da cui irradiare lo sguardo fuori da sé, gusci di cui fare «un cielo». Nella sua poetica, la contrainte dello spazio minuto, della «mandorla», ove trovare vasti orizzonti proiettati all’esterno è scelta di trasparenza.
Fare del proprio guscio un cielo. Gli spazi dell'inermità nella scrittura di Antonella Anedda / Bello, Cecilia. - (2023), pp. 478-498. [10.35948/DILEF/978-88-6032-688-1].
Fare del proprio guscio un cielo. Gli spazi dell'inermità nella scrittura di Antonella Anedda
Cecilia Bello
2023
Abstract
The essay analyzes precise places and images of helplessness recurring in Antonella Anedda’s work, revealing how domestic objects and limited, private spaces become nuclei to radiate the gaze outward, shells of which to make “a sky”. In her poetics, the contrainte of minute space, of the “almond”, where to find vast horizons projected outward is a choice of transparency.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Bello_Fare-del-proprio_2023.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
585.28 kB
Formato
Adobe PDF
|
585.28 kB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.