Sulla parodia e la causa D'Annunzio-Scarpetta

Tra le sentenze più significative in materia di diritti sulle opere dell’ingegno c’è senz’altro quella del 1908 relativa alla parodia nella causa D’Annunzio-Scarpetta, vinta da Eduardo Scarpetta e rimasta celebre non solo per la notorietà dei personaggi coinvolti ma anche per l’eco suscitata in Italia e in Europa. L’Autrice segue la vicenda processuale, alla luce dell’attenzione del legislatore per la parodia che risale ai primi del Novecento con la preparazione di alcuni progetti di riforma della legge italiana del 1865-1882. Il saggio approfondisce anche la coeva normativa europea e l’autonoma posizione italiana che lascia libera la tutela delle opere derivate nelle leggi del 1925 e del 1941. Infine, si evidenziano le differenze rispetto al diritto dell’Unione Europea, che considera la parodia un’eccezione al diritto d’autore sottoponendola così al three test step. La sentenza ha avuto una notevole fortuna non solo nella giurisprudenza successiva ma anche nelle rappresentazioni artistiche, come dimostra da ultimo il film di Mario Martone che rende il giusto ruolo al processo e al conseguente allontanamento di Scarpetta dalla vita teatrale.