Chiarite la rilevanza e le condizioni dell’equilibrio finanziario nel precedente Capitolo 3, a questo punto è importante evidenziare come ciò sia legato alla operatività dell’impresa e alla sua dinamica attività all’interno della propria supply chain, ovvero considerando decisioni, flussi, e impatti non solo a livello di singolo attore economico, ma anche di relazioni inter-organizzative con fornitori, clienti e partner di filiera. La prospettiva di supply chain management è diventata imprescindibile a livello competitivo: la competizione non riguarda più le singole organizzazioni, ma le filiere di appartenenza. Questo può risultare ancora più evidente nei momenti di crisi. In seguito al-la crisi finanziaria globale del 2008 le imprese si sono trovate in maggiore difficoltà rispetto alla liquidità e all’accesso al credito, e la più recente pandemia del Covid-19 degli ultimi anni ha esacerbato ulteriormente questa tendenza negativa, soprattutto per le piccole e medie imprese. Gli impatti non sono solo a livello di singole imprese, ma di intere supply chain. In questo contesto, gli studi di Supply Chain Finance – SCF propongono soluzioni inter-organizzative per la gestione del capitale circolante di filiera, e anche per una migliore gestione del rischio e per una maggiore resilienza, valorizzando il ruolo che ciascun attore economico ricopre all’interno della supply chain in cui opera e le sue relazioni con gli altri attori della filiera (cfr. paragrafo 4.2). Le definizioni di SCF nella letteratura accademica e d’impresa sono numerose e anche a volte assai diverse tra loro. I primi scritti sul tema risalgono al periodo dal 2005 al 2009, ma è proprio dopo la crisi finanziaria del 2008 in poi, in particolare, che la letteratura si è andata arricchendo di numerosi contributi fino a raggiungere centinaia di scritti. Negli anni più recenti sono state redatte anche delle rassegne della letteratura che descrivono lo stato dell’arte a livello internazionale, la prima delle quali evidenzia prevalentemente un doppio approccio che caratterizza gli studi di SCF, distinguendo tra una prospettiva più tradizionale e una più estesa, la prima definita “prospettiva finanziaria” o “finance-oriented perspective”, e la seconda definita “prospettiva di supply chain” o “supply chain-oriented perspective” (cfr. paragrafo 4.3). La prima prospettiva è prettamente finanziaria e considera l’ambito di SCF come un set di soluzioni finanziarie – che comprendono, in generale, crediti e debiti commerciali – veicolate da istituzioni anch’esse finanziarie, almeno nella maggior parte dei casi; è quindi prevalente una visione “tridimensionale” fornitore-cliente-banca. La seconda prospettiva è estesa rispetto a quella puramente finanziaria, considerando anche gli aspetti fisici del capitale circolante ovvero anche le scorte; è prevalente una visione più orientata alla “disintermediazione bancaria”. Le due prospettive prevedono al loro interno una serie di soluzioni corrispondenti – tradizionali, innovative e collaborative – con tecniche e diversi strumenti specifici (cfr. paragrafo 4.4). Per definire quali soluzioni di SCF possono essere associate in modo ottimale a ciascuna realtà imprenditoriale si ricorre alla profilazione finanziaria della supply chain, tenendo in considerazione per ciascuna impresa la sua collocazione nell’ambito della filiera. L’analisi, quindi, non ha per oggetto solo la singola impresa d’interesse, ma tutte le imprese che, nodo per nodo, formano la filiera: considerando la specifica supply chain di un’impresa oppure la supply chain di uno specifico settore economico. Ciò permette, tra l’altro, di comprendere meglio rischi e eventuali criticità per le imprese all’interno della stessa filiera (cfr. paragrafo 4.5). Ecco, dunque, che la valutazione della solidità finanziaria di un’impresa non può non tenere in conto la supply chain in cui l’impresa stessa opera. Soprattutto in momenti di crisi, con le difficoltà finanziarie che hanno vissuto le aziende in questi ultimi anni, sono andati in crisi i modelli tradizionali di gestione del capitale circolante negli scambi commerciali, richiedendo di affrontare le problematiche emergenti con una maggiore attenzione alla unitaria visione dei flussi fisici, informativi e finanziari dell’impresa e della sua supply chain. Ciò consente di cogliere e gestire in modo sistemico, e non solo puntuale, le dinamiche evolutive delle imprese nelle proprie filiere, anche rispetto alle nuove sfide legate ad una più completa sostenibilità, economica, ambientale e sociale, e all’adozione di criteri ESG (cfr. paragrafo 4.6).

L’EQUILIBRIO FINANZIARIO NELLA PROSPETTIVA DI SUPPLY CHAIN FINANCE: SINERGIE TRA FINANZA E SUPPLY CHAIN MANAGEMENT / Cozzolino, Alessandra. - (2022), pp. 119-136.

L’EQUILIBRIO FINANZIARIO NELLA PROSPETTIVA DI SUPPLY CHAIN FINANCE: SINERGIE TRA FINANZA E SUPPLY CHAIN MANAGEMENT

Cozzolino Alessandra
2022

Abstract

Chiarite la rilevanza e le condizioni dell’equilibrio finanziario nel precedente Capitolo 3, a questo punto è importante evidenziare come ciò sia legato alla operatività dell’impresa e alla sua dinamica attività all’interno della propria supply chain, ovvero considerando decisioni, flussi, e impatti non solo a livello di singolo attore economico, ma anche di relazioni inter-organizzative con fornitori, clienti e partner di filiera. La prospettiva di supply chain management è diventata imprescindibile a livello competitivo: la competizione non riguarda più le singole organizzazioni, ma le filiere di appartenenza. Questo può risultare ancora più evidente nei momenti di crisi. In seguito al-la crisi finanziaria globale del 2008 le imprese si sono trovate in maggiore difficoltà rispetto alla liquidità e all’accesso al credito, e la più recente pandemia del Covid-19 degli ultimi anni ha esacerbato ulteriormente questa tendenza negativa, soprattutto per le piccole e medie imprese. Gli impatti non sono solo a livello di singole imprese, ma di intere supply chain. In questo contesto, gli studi di Supply Chain Finance – SCF propongono soluzioni inter-organizzative per la gestione del capitale circolante di filiera, e anche per una migliore gestione del rischio e per una maggiore resilienza, valorizzando il ruolo che ciascun attore economico ricopre all’interno della supply chain in cui opera e le sue relazioni con gli altri attori della filiera (cfr. paragrafo 4.2). Le definizioni di SCF nella letteratura accademica e d’impresa sono numerose e anche a volte assai diverse tra loro. I primi scritti sul tema risalgono al periodo dal 2005 al 2009, ma è proprio dopo la crisi finanziaria del 2008 in poi, in particolare, che la letteratura si è andata arricchendo di numerosi contributi fino a raggiungere centinaia di scritti. Negli anni più recenti sono state redatte anche delle rassegne della letteratura che descrivono lo stato dell’arte a livello internazionale, la prima delle quali evidenzia prevalentemente un doppio approccio che caratterizza gli studi di SCF, distinguendo tra una prospettiva più tradizionale e una più estesa, la prima definita “prospettiva finanziaria” o “finance-oriented perspective”, e la seconda definita “prospettiva di supply chain” o “supply chain-oriented perspective” (cfr. paragrafo 4.3). La prima prospettiva è prettamente finanziaria e considera l’ambito di SCF come un set di soluzioni finanziarie – che comprendono, in generale, crediti e debiti commerciali – veicolate da istituzioni anch’esse finanziarie, almeno nella maggior parte dei casi; è quindi prevalente una visione “tridimensionale” fornitore-cliente-banca. La seconda prospettiva è estesa rispetto a quella puramente finanziaria, considerando anche gli aspetti fisici del capitale circolante ovvero anche le scorte; è prevalente una visione più orientata alla “disintermediazione bancaria”. Le due prospettive prevedono al loro interno una serie di soluzioni corrispondenti – tradizionali, innovative e collaborative – con tecniche e diversi strumenti specifici (cfr. paragrafo 4.4). Per definire quali soluzioni di SCF possono essere associate in modo ottimale a ciascuna realtà imprenditoriale si ricorre alla profilazione finanziaria della supply chain, tenendo in considerazione per ciascuna impresa la sua collocazione nell’ambito della filiera. L’analisi, quindi, non ha per oggetto solo la singola impresa d’interesse, ma tutte le imprese che, nodo per nodo, formano la filiera: considerando la specifica supply chain di un’impresa oppure la supply chain di uno specifico settore economico. Ciò permette, tra l’altro, di comprendere meglio rischi e eventuali criticità per le imprese all’interno della stessa filiera (cfr. paragrafo 4.5). Ecco, dunque, che la valutazione della solidità finanziaria di un’impresa non può non tenere in conto la supply chain in cui l’impresa stessa opera. Soprattutto in momenti di crisi, con le difficoltà finanziarie che hanno vissuto le aziende in questi ultimi anni, sono andati in crisi i modelli tradizionali di gestione del capitale circolante negli scambi commerciali, richiedendo di affrontare le problematiche emergenti con una maggiore attenzione alla unitaria visione dei flussi fisici, informativi e finanziari dell’impresa e della sua supply chain. Ciò consente di cogliere e gestire in modo sistemico, e non solo puntuale, le dinamiche evolutive delle imprese nelle proprie filiere, anche rispetto alle nuove sfide legate ad una più completa sostenibilità, economica, ambientale e sociale, e all’adozione di criteri ESG (cfr. paragrafo 4.6).
2022
Finanza d'impresa e valore
978-88-921-4559-7
supply chain finance; supply chain management; sostenibilità; filiere; PMI
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
L’EQUILIBRIO FINANZIARIO NELLA PROSPETTIVA DI SUPPLY CHAIN FINANCE: SINERGIE TRA FINANZA E SUPPLY CHAIN MANAGEMENT / Cozzolino, Alessandra. - (2022), pp. 119-136.
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