Il saggio affronta e assume il contributo di Anton Semënovič Makarenko e, di riflesso, del Collettivo – inteso vero educatore – come espressione della necessità e della possibilità – culturale e sociale – che educare vuol dire – storicamente e profondamente – cambiare, nell’«alternativa» di una disciplina (organicamente e segnatamente) cosciente. Siamo nell’ambito di un contributo che incarna una rivoluzione culturale, nella prospettiva (ideale ma in senso utopico) di una formazione umana onnilaterale, individuale vs collettiva, corrisposta da un’educazione (come praxis) sociale. Così, nell’antipedagogia di uno dei più importanti esponenti della pedagogia sovietica, i fattori di un progetto (antropologico) di lungo corso muovono irrinunciabilmente: dalle principali antinomie pedagogiche – natura e cultura, ragione e sentimento, individuo e società, identità e appartenenza, regole e libertà, responsabilità sociale e autonomia individuale –; nelle trame del Collettivo come gruppo che è unione organica di individui socializzati, ovvero fine e – coerentemente – metodo dell’educazione; e dall’educazione dell’educatore come traiettoria politico culturale-professionale-esistenziale.
Anton Semënovič Makarenko. Educare vuol dire cambiare nell’«alternativa» di una disciplina cosciente / Cerrocchi, L.. - (2022), pp. 37-91. - PERCORSI.
Anton Semënovič Makarenko. Educare vuol dire cambiare nell’«alternativa» di una disciplina cosciente
Cerrocchi L.
2022
Abstract
Il saggio affronta e assume il contributo di Anton Semënovič Makarenko e, di riflesso, del Collettivo – inteso vero educatore – come espressione della necessità e della possibilità – culturale e sociale – che educare vuol dire – storicamente e profondamente – cambiare, nell’«alternativa» di una disciplina (organicamente e segnatamente) cosciente. Siamo nell’ambito di un contributo che incarna una rivoluzione culturale, nella prospettiva (ideale ma in senso utopico) di una formazione umana onnilaterale, individuale vs collettiva, corrisposta da un’educazione (come praxis) sociale. Così, nell’antipedagogia di uno dei più importanti esponenti della pedagogia sovietica, i fattori di un progetto (antropologico) di lungo corso muovono irrinunciabilmente: dalle principali antinomie pedagogiche – natura e cultura, ragione e sentimento, individuo e società, identità e appartenenza, regole e libertà, responsabilità sociale e autonomia individuale –; nelle trame del Collettivo come gruppo che è unione organica di individui socializzati, ovvero fine e – coerentemente – metodo dell’educazione; e dall’educazione dell’educatore come traiettoria politico culturale-professionale-esistenziale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.