In the attempt to revive a nation in significant decadence after the fall of the Napoleonic system in 1814, during the first decades of the nineteenth centu- ry the Papacy improved public spending. Using the few available resources to strengthen communication infrastructures and to enhance local communities’ equipment, the papal offices employed consultants to approve and oversee every running construction site. One of them was Pietro Bracci (1779-1839), who was the son of the academic architect Virginio (1737-1815) and grandson of the famous homonymous sculptor (1700-1773). As confirmed by the wealth he acquired, he was probably one of Rome’s most prominent personalities. However, we know very little about his tasks, except some information which seems to reveal regular services. Now, thanks to the evi- dence stored at the historical national archive of Rome, it’s possible to affirm that this professional held various positions during his career. Academician of Saint Luke, since 1794 he worked alongside his father as the in-house expert of the Congregation of the “Good Government”, namely a papal department that was responsible for internal affairs such as public security, emergency management, trades, supervision of regional and local governments, architecture, and munici- pal decorum. In 1818 he was also appointed sub-inspector engineer of the Gen- eral Art Council. Assigned to the maintenance of the national road network, he was asked to inspect the main restorations carried out by the popes in the 1820’s, checking important monuments like the Colosseum, the Pyramid of Cestus, the Arch of Titus, and the ongoing reconstruction of the basilica of Saint Paul. Bracci’s intense activity and numerous responsibilities outlined an original image of a multifaceted professionalism, which foreshadowed today’s public technical officials.

All’indomani delle guerre napoleoniche, il cui travagliato svolgimento aveva portato per la prima volta nella sua storia alla destituzione dello Stato della Chiesa, il governo pontificio cercò di avviare un integrale processo di modernizzazione della nazione: una decisione spinta tanto dal desiderio di rilanciare la produzione interna, quanto imposta dalla necessità di placare i diffusi malumori sociali. A sovrintendere alle opere "ad usum publicum" – ovvero strade, ponti, porti, mura cittadine, porte urbiche, dogane, prigioni e grandi sistemazioni idrauliche – venne istituito il Consiglio d’Arte quale ufficio di consulenza permanente al servizio dei dicasteri papali. In questo rinnovato rapporto di stretta sinergia fra politica e professione, centrale si pose dunque il ruolo di alcune figure di raccordo che, al soldo degli uffici curiali, svolsero mansioni alle dipendenze di entrambi gli organi direzionali. Tale fu il caso di Pietro Bracci iuniore (1779-1839), figlio di Virginio (1737-1815) e nipote dell’omonimo celebre scultore (1700-1773): un intendente che, «Architetto della Sagra Congregazione del Buon Governo» e poi anche ingegnere sotto-ispettore «al servizio straordinario» del Consiglio d’Arte, coordinò una enorme quantità di opere fra la fine del Settecento e i primi decenni del XIX secolo, redigendo una moltitudine di relazioni utili per ricostruire la dialettica allora esistente fra potere centrale e realtà periferiche precisamente sotto il profilo dell’architettura.

Pietro Bracci architetto del «Buon Governo». Professione e servizio pubblico a Roma nel primo Ottocento / Benincampi, Iacopo; Gambuti, Emanuele. - (2023).

Pietro Bracci architetto del «Buon Governo». Professione e servizio pubblico a Roma nel primo Ottocento

Iacopo Benincampi
;
Emanuele Gambuti
2023

Abstract

In the attempt to revive a nation in significant decadence after the fall of the Napoleonic system in 1814, during the first decades of the nineteenth centu- ry the Papacy improved public spending. Using the few available resources to strengthen communication infrastructures and to enhance local communities’ equipment, the papal offices employed consultants to approve and oversee every running construction site. One of them was Pietro Bracci (1779-1839), who was the son of the academic architect Virginio (1737-1815) and grandson of the famous homonymous sculptor (1700-1773). As confirmed by the wealth he acquired, he was probably one of Rome’s most prominent personalities. However, we know very little about his tasks, except some information which seems to reveal regular services. Now, thanks to the evi- dence stored at the historical national archive of Rome, it’s possible to affirm that this professional held various positions during his career. Academician of Saint Luke, since 1794 he worked alongside his father as the in-house expert of the Congregation of the “Good Government”, namely a papal department that was responsible for internal affairs such as public security, emergency management, trades, supervision of regional and local governments, architecture, and munici- pal decorum. In 1818 he was also appointed sub-inspector engineer of the Gen- eral Art Council. Assigned to the maintenance of the national road network, he was asked to inspect the main restorations carried out by the popes in the 1820’s, checking important monuments like the Colosseum, the Pyramid of Cestus, the Arch of Titus, and the ongoing reconstruction of the basilica of Saint Paul. Bracci’s intense activity and numerous responsibilities outlined an original image of a multifaceted professionalism, which foreshadowed today’s public technical officials.
2023
978-88-7575-427-3
All’indomani delle guerre napoleoniche, il cui travagliato svolgimento aveva portato per la prima volta nella sua storia alla destituzione dello Stato della Chiesa, il governo pontificio cercò di avviare un integrale processo di modernizzazione della nazione: una decisione spinta tanto dal desiderio di rilanciare la produzione interna, quanto imposta dalla necessità di placare i diffusi malumori sociali. A sovrintendere alle opere "ad usum publicum" – ovvero strade, ponti, porti, mura cittadine, porte urbiche, dogane, prigioni e grandi sistemazioni idrauliche – venne istituito il Consiglio d’Arte quale ufficio di consulenza permanente al servizio dei dicasteri papali. In questo rinnovato rapporto di stretta sinergia fra politica e professione, centrale si pose dunque il ruolo di alcune figure di raccordo che, al soldo degli uffici curiali, svolsero mansioni alle dipendenze di entrambi gli organi direzionali. Tale fu il caso di Pietro Bracci iuniore (1779-1839), figlio di Virginio (1737-1815) e nipote dell’omonimo celebre scultore (1700-1773): un intendente che, «Architetto della Sagra Congregazione del Buon Governo» e poi anche ingegnere sotto-ispettore «al servizio straordinario» del Consiglio d’Arte, coordinò una enorme quantità di opere fra la fine del Settecento e i primi decenni del XIX secolo, redigendo una moltitudine di relazioni utili per ricostruire la dialettica allora esistente fra potere centrale e realtà periferiche precisamente sotto il profilo dell’architettura.
Roma; Pietro Bracci iunione; Virginio Bracci; Congregazione del Buon Governo; Consiglio d'Arte
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Pietro Bracci architetto del «Buon Governo». Professione e servizio pubblico a Roma nel primo Ottocento / Benincampi, Iacopo; Gambuti, Emanuele. - (2023).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1668236
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