In Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino la traduzione è un tema centrale, che si declina attraverso la costante riflessione metatraduttiva compiuta dall’autore attraverso il Lettore e le sue vicende. Essa appare però anche come pratica stilistica, nella ricerca costante del senso, compiuta per approssimazione attraverso un sistematico processo di accumulazione sinonimica (Mengaldo 1994). Questa pratica ha implicazioni rilevanti nel momento in cui il romanzo viene tradotto, perché mette in gioco le possibili sovrapposizioni semantiche tra parole appartenenti a lingue diverse. Dopo una sezione introduttiva dedicata al rapporto tra Calvino e la traduzione, fuori e dentro il romanzo, una prima parte dell’articolo sarà dedicata proprio alla traduzione di Se una notte d’inverno, attraverso l’analisi delle soluzioni adottate per rendere l’aggettivazione calviniana in portoghese. Una seconda parte sarà invece dedicata ad un ulteriore e più sottile livello traduttivo, che ha anch’esso possibili rifrazioni nella versione portoghese e riguarda i numerosissimi riferimenti intertestuali, più o meno espliciti, che si dipanano in tutta l’opera. Uno dei più interessanti, finora mai opportunamente rilevato, è quello esplicitato nella figura di Ermes Marana, traduttore di libri immaginari, teorico della finzione, inventore di apocrifi: l’ipotesi è che si tratti di un chiaro riflesso, anche se non dichiarato, del poeta fingitore per eccellenza, ovvero Fernando Pessoa.
Traduttori falsari, autori fittizi e intertestualità nascoste: da Italo Calvino a Fernando Pessoa, passando per Eros Marana / Celani, Simone. - (2022), pp. 63-79.
Traduttori falsari, autori fittizi e intertestualità nascoste: da Italo Calvino a Fernando Pessoa, passando per Eros Marana
Simone Celani
2022
Abstract
In Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino la traduzione è un tema centrale, che si declina attraverso la costante riflessione metatraduttiva compiuta dall’autore attraverso il Lettore e le sue vicende. Essa appare però anche come pratica stilistica, nella ricerca costante del senso, compiuta per approssimazione attraverso un sistematico processo di accumulazione sinonimica (Mengaldo 1994). Questa pratica ha implicazioni rilevanti nel momento in cui il romanzo viene tradotto, perché mette in gioco le possibili sovrapposizioni semantiche tra parole appartenenti a lingue diverse. Dopo una sezione introduttiva dedicata al rapporto tra Calvino e la traduzione, fuori e dentro il romanzo, una prima parte dell’articolo sarà dedicata proprio alla traduzione di Se una notte d’inverno, attraverso l’analisi delle soluzioni adottate per rendere l’aggettivazione calviniana in portoghese. Una seconda parte sarà invece dedicata ad un ulteriore e più sottile livello traduttivo, che ha anch’esso possibili rifrazioni nella versione portoghese e riguarda i numerosissimi riferimenti intertestuali, più o meno espliciti, che si dipanano in tutta l’opera. Uno dei più interessanti, finora mai opportunamente rilevato, è quello esplicitato nella figura di Ermes Marana, traduttore di libri immaginari, teorico della finzione, inventore di apocrifi: l’ipotesi è che si tratti di un chiaro riflesso, anche se non dichiarato, del poeta fingitore per eccellenza, ovvero Fernando Pessoa.File | Dimensione | Formato | |
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