Il saggio indaga il rapporto tra Enrico Mattei e Giulio Andreotti, un rapporto sfaccettato e talvolta controverso. Andreotti fu critico sul ruolo che, fin dall’inizio, Mattei cominciò a svolgere di finanziatore delle nascenti correnti interne alla DC, che minavano l’unità del partito. All’interno della DC, Andreotti e Mattei furono due rivali politici e si divisero in particolare sull’apertura ai socialisti. Andreotti era anche contrario all’eccesso di interventismo statale nell’economia, nel quale egli vedeva – come don Sturzo – il rischio di inquinamento della vita politica. Da ministro delle Finanze, Andreotti tese, inoltre, a contrastare le iniziative internazionali dell’ENI che riteneva troppo avventuriste ed eccessivamente costose per il bilancio dello Stato. Comunque, Andreotti non considerò mai Mattei un sovvertitore dell’ordine mondiale. Al momento della scomparsa di Mattei, Andreotti era ministro della Difesa e di sua iniziativa nominò la sera stessa della morte di Mattei, il 27 ottobre, la commissione tecnica d’inchiesta che escluse l’ipotesi dell’attentato, confermata dalla parallela inchiesta della magistratura conclusasi nel 1966. Andreotti rimase sempre convinto della serietà e della buona fede delle indagini svolte dalle due inchieste e non parlò mai, nel corso dei suoi numerosi interventi pubblici commemorativi, di attentato o di assassinio di Mattei.
Andreotti e l’aureola di superuomo di Mattei / Micheletta, Luca. - (2022), pp. 179-195.
Andreotti e l’aureola di superuomo di Mattei
Luca Micheletta
2022
Abstract
Il saggio indaga il rapporto tra Enrico Mattei e Giulio Andreotti, un rapporto sfaccettato e talvolta controverso. Andreotti fu critico sul ruolo che, fin dall’inizio, Mattei cominciò a svolgere di finanziatore delle nascenti correnti interne alla DC, che minavano l’unità del partito. All’interno della DC, Andreotti e Mattei furono due rivali politici e si divisero in particolare sull’apertura ai socialisti. Andreotti era anche contrario all’eccesso di interventismo statale nell’economia, nel quale egli vedeva – come don Sturzo – il rischio di inquinamento della vita politica. Da ministro delle Finanze, Andreotti tese, inoltre, a contrastare le iniziative internazionali dell’ENI che riteneva troppo avventuriste ed eccessivamente costose per il bilancio dello Stato. Comunque, Andreotti non considerò mai Mattei un sovvertitore dell’ordine mondiale. Al momento della scomparsa di Mattei, Andreotti era ministro della Difesa e di sua iniziativa nominò la sera stessa della morte di Mattei, il 27 ottobre, la commissione tecnica d’inchiesta che escluse l’ipotesi dell’attentato, confermata dalla parallela inchiesta della magistratura conclusasi nel 1966. Andreotti rimase sempre convinto della serietà e della buona fede delle indagini svolte dalle due inchieste e non parlò mai, nel corso dei suoi numerosi interventi pubblici commemorativi, di attentato o di assassinio di Mattei.File | Dimensione | Formato | |
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