Traiettorie di sguardi è un testo unico nel panorama letterario e, più in generale, culturale dell’Italia di inizio millennio (la prima edizione è del 2001), una pietra miliare in cui Geneviève Makaping, italiana di origini camerunesi, articola una complessa riflessione sulla razza in Italia, denunciando il razzismo sistemico in epoca contemporanea come una delle nefaste eredità del colonialismo italiano in Africa. Il testo costituisce un contributo molto innovativo, se si considera che al momento della sua pubblicazione in Italia non solo non c’era alcun dibattito sulla razza a livello culturale e sociale, ma il termine stesso “razza” era considerato innominabile. Nel presente testo Makaping rovescia lo sguardo coloniale e, in qualità di donna nera, osserva e registra l’atteggiamento razzista della popolazione italiana nei confronti degli immigrati e delle immigrate considerate nere e non bianche in Italia, riscrivendo in tal modo una lunga tradizione etnografica coloniale secondo la quale le popolazioni africane da sempre hanno rappresentato l’oggetto di osservazione e non invece i soggetti produttori di saperi e conoscenze. Fortemente innovativo e anche l’utilizzo da parte di Makaping di una metodologia femminista intersezionale totalmente assente nel dibattito culturale italiano di inizio millennio, financo negli ambienti femministi. Attraverso l’intersezionalità – che ha origine in ambito femminista africano americano e che afferma che categorie di oppressione quali genere, razza, colore, classe, sessualita, religione, cittadinanza, età, abilita, etc. esistono e agiscono simultaneamente – Makaping rimarca che la discriminazione di genere non e esperita da tutte le donne nello stesso modo.
Rovesciare lo sguardo coloniale da una prospettiva intersezionale / Romeo, Caterina Stefania. - (2022), pp. 163-173.
Rovesciare lo sguardo coloniale da una prospettiva intersezionale
Caterina Stefania Romeo
2022
Abstract
Traiettorie di sguardi è un testo unico nel panorama letterario e, più in generale, culturale dell’Italia di inizio millennio (la prima edizione è del 2001), una pietra miliare in cui Geneviève Makaping, italiana di origini camerunesi, articola una complessa riflessione sulla razza in Italia, denunciando il razzismo sistemico in epoca contemporanea come una delle nefaste eredità del colonialismo italiano in Africa. Il testo costituisce un contributo molto innovativo, se si considera che al momento della sua pubblicazione in Italia non solo non c’era alcun dibattito sulla razza a livello culturale e sociale, ma il termine stesso “razza” era considerato innominabile. Nel presente testo Makaping rovescia lo sguardo coloniale e, in qualità di donna nera, osserva e registra l’atteggiamento razzista della popolazione italiana nei confronti degli immigrati e delle immigrate considerate nere e non bianche in Italia, riscrivendo in tal modo una lunga tradizione etnografica coloniale secondo la quale le popolazioni africane da sempre hanno rappresentato l’oggetto di osservazione e non invece i soggetti produttori di saperi e conoscenze. Fortemente innovativo e anche l’utilizzo da parte di Makaping di una metodologia femminista intersezionale totalmente assente nel dibattito culturale italiano di inizio millennio, financo negli ambienti femministi. Attraverso l’intersezionalità – che ha origine in ambito femminista africano americano e che afferma che categorie di oppressione quali genere, razza, colore, classe, sessualita, religione, cittadinanza, età, abilita, etc. esistono e agiscono simultaneamente – Makaping rimarca che la discriminazione di genere non e esperita da tutte le donne nello stesso modo.File | Dimensione | Formato | |
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