Il saggio vuole mettere in evidenza come la grande attenzione, specie teorica ed estetica, per le Arti, ivi compreso il teatro, dei cosiddetti Riformatori italiani del Settecento origini spesso a partire dagli studi che sistematicamente questi conducono sui principi di Economia Pubblica. A partire dalla nozione di naturalità della popolazione presente in questa trattatisca, vi emergono altresì con evidenza, intrecciando gli scritti di morale e di estetica, oltre che alcuni epistolari e finanche scritti sul teatro degli stessi, le nozioni di pubblico e finanche quella di spettatore. Una delle ipotesi di fondo della ricerca, in corso, è che, negli stessi decenni in cui si assiste al progressivo venir meno di modelli secolare di drammaturgia del pubblico (in particolare quella del rituale dei supplizî), diventi urgente tra i nostri riformatori, anche a seguito dell’acquisizione degli illuministici principi dell’economia pubblica, re-inventare (o, meglio, recuperare) una drammaturgia dello spettatore all’interno dei teatri.
Theater and the Arts in the treatises on political economy of eighteenth century Italian reformers: population, public, spectator / Locatelli, Stefano. - (2023), pp. 171-187.
Theater and the Arts in the treatises on political economy of eighteenth century Italian reformers: population, public, spectator
stefano locatelli
2023
Abstract
Il saggio vuole mettere in evidenza come la grande attenzione, specie teorica ed estetica, per le Arti, ivi compreso il teatro, dei cosiddetti Riformatori italiani del Settecento origini spesso a partire dagli studi che sistematicamente questi conducono sui principi di Economia Pubblica. A partire dalla nozione di naturalità della popolazione presente in questa trattatisca, vi emergono altresì con evidenza, intrecciando gli scritti di morale e di estetica, oltre che alcuni epistolari e finanche scritti sul teatro degli stessi, le nozioni di pubblico e finanche quella di spettatore. Una delle ipotesi di fondo della ricerca, in corso, è che, negli stessi decenni in cui si assiste al progressivo venir meno di modelli secolare di drammaturgia del pubblico (in particolare quella del rituale dei supplizî), diventi urgente tra i nostri riformatori, anche a seguito dell’acquisizione degli illuministici principi dell’economia pubblica, re-inventare (o, meglio, recuperare) una drammaturgia dello spettatore all’interno dei teatri.File | Dimensione | Formato | |
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