Il contributo vuole fornire una panoramica delle numerose voci che hanno agito e agiscono, a sostegno, contrasto o semplice polifonia nel processo di riconoscimento della LIS. Partendo dall’esperienza di lavoro presso l’ENS verranno analizzate le politiche portate avanti in contesti istituzionali, nella comunicazione pubblica e nell’interazione con altri soggetti pubblici e privati. Anche in riferimento alle politiche che vengono condotte dalle federazioni internazionali delle associazioni a tutela dei diritti delle persone sorde. Si darà conto di come vengono costruite le retoriche avverse alla lingua dei segni da parte di altri organismi e come la parte politica giochi ruoli differenti nei diversi ambiti istituzionali. Le lingue dei segni sono riconosciute a livello costituzionale in Austria, Finlandia, Portogallo e Ungheria e tutelate con diversi provvedimenti legislativi in Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia. Gli atti legislativi più recenti sono stati approvavi a Malta il 16 marzo 2016 con il riconoscimento del Maltese Sign Language e in Irlanda il 24 dicembre 2017 attraverso l’Irish Sign Language Act 2017. I numerosi documenti europei tra cui la Carta dei Diritti Fondamentali, il Trattato Europeo per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, le Risoluzioni del Parlamento Europeo del 17 giugno 1988 e del 18 novembre 1998, i documenti internazionali quali la Risoluzione ONU 48/96 del 20 dicembre 1993, la già richiamata Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (L. 18/2009) nonché gli articoli 3 e 6 della Costituzione Italiana, tutti richiamano il principio del diritto all’accessibilità, alla comunicazione e il riconoscimento delle lingue dei segni. In Italia tale riconoscimento da parte dello Stato non è ancora avvenuto, pur essendo pervenute alcune Regioni ad atti legislativi che ne promuovono la diffusione e tutale. Da anni è in corso un processo di rivendicazione del diritto alla lingua dei segni, che vede in prima linea la comunità sorda, l’ENS – Ente che per mandato statale ne tutela e rappresenta le istanze – altre associazioni, movimenti, aggregazioni spontanee composte da persone sorde, udenti, familiari, operatori del settore. Rispetto a qualche anno fa la LIS gode di maggiore visibilità in termini di rappresentazione mediatica e al di là del mancato riconoscimento ufficiale da parte dello Stato, in affiancamento alla pressione politica da parte dell’ENS vi è l’impegno di centri di ricerca di eccellenza come il CNR di Roma, una maggiore visibilità degli atenei italiani in cui sono attivi insegnamenti che ruotano intorno alla LIS e alla cultura sorda, numerose finestre di rappresentazione sui social media, campagne mediatiche su youtube, attività che promuovono l’accessibilità al patrimonio culturale, materiale e simbolico, e che pongono al centro la lingua dei segni come via privilegiata per l’autonomia della persona sorda. In tale scenario sono numerosi gli attori sociali che a livello individuale o collettivamente mettono in scena il proprio ruolo, sia a supporto del processo di riconoscimento e utilizzo della LIS, sia con modalità più neutre che in aperto contrasto e con una rivendicazione della sola necessità di avvalersi del progresso tecnologico e medico scientifico al fine di “curare” definitivamente la sordità, spazzando via dall’orizzonte dell’OraLISmo ogni possibile spazio per la sillaba centrale. Fino a diventare, quello dell’Italia, un case study a livello internazionale: http://www.globi- observatory.org/status-italian-sign- language-struggle-legal-recognition/. Verrà pertanto data una panoramica sulle principali dinamiche che vengono messe in atto in tale complesso processo, chi ne sono gli attori principali, come risponde la parte politica, in che modo si animano le retoriche e i discorsi delle associazioni e federazioni internazionali dei sordi, quali sono le politiche linguistiche messe in atto non solo dalla comunità sorda e dalle Istituzioni ma da chi produce retoriche antagoniste. Verranno altresì prese in esame iniziative che indirettamente supportano il processo di riconoscimento e quelle che direttamente mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica e i media, in special modo attraverso i social network. Infine si cercherà di dare conto anche delle percezioni da parte delle persone sorde di cosa significhi la LIS e il suo riconoscimento nella vita quotidiana.

OraLISmo. politiche linguistiche e attori sociali nella campagna per il riconoscimento della lingua dei segni in Italia / Zuccala', Amir. - (2019). (Intervento presentato al convegno Congresso della Società di Linguistica Italiana "INSEGNARE LINGUISTICA: BASI EPISTEMOLOGICHE, METODI, APPLICAZIONI" - Workshop 2 tenutosi a Como).

OraLISmo. politiche linguistiche e attori sociali nella campagna per il riconoscimento della lingua dei segni in Italia

Amir Zuccala'
2019

Abstract

Il contributo vuole fornire una panoramica delle numerose voci che hanno agito e agiscono, a sostegno, contrasto o semplice polifonia nel processo di riconoscimento della LIS. Partendo dall’esperienza di lavoro presso l’ENS verranno analizzate le politiche portate avanti in contesti istituzionali, nella comunicazione pubblica e nell’interazione con altri soggetti pubblici e privati. Anche in riferimento alle politiche che vengono condotte dalle federazioni internazionali delle associazioni a tutela dei diritti delle persone sorde. Si darà conto di come vengono costruite le retoriche avverse alla lingua dei segni da parte di altri organismi e come la parte politica giochi ruoli differenti nei diversi ambiti istituzionali. Le lingue dei segni sono riconosciute a livello costituzionale in Austria, Finlandia, Portogallo e Ungheria e tutelate con diversi provvedimenti legislativi in Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia. Gli atti legislativi più recenti sono stati approvavi a Malta il 16 marzo 2016 con il riconoscimento del Maltese Sign Language e in Irlanda il 24 dicembre 2017 attraverso l’Irish Sign Language Act 2017. I numerosi documenti europei tra cui la Carta dei Diritti Fondamentali, il Trattato Europeo per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, le Risoluzioni del Parlamento Europeo del 17 giugno 1988 e del 18 novembre 1998, i documenti internazionali quali la Risoluzione ONU 48/96 del 20 dicembre 1993, la già richiamata Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (L. 18/2009) nonché gli articoli 3 e 6 della Costituzione Italiana, tutti richiamano il principio del diritto all’accessibilità, alla comunicazione e il riconoscimento delle lingue dei segni. In Italia tale riconoscimento da parte dello Stato non è ancora avvenuto, pur essendo pervenute alcune Regioni ad atti legislativi che ne promuovono la diffusione e tutale. Da anni è in corso un processo di rivendicazione del diritto alla lingua dei segni, che vede in prima linea la comunità sorda, l’ENS – Ente che per mandato statale ne tutela e rappresenta le istanze – altre associazioni, movimenti, aggregazioni spontanee composte da persone sorde, udenti, familiari, operatori del settore. Rispetto a qualche anno fa la LIS gode di maggiore visibilità in termini di rappresentazione mediatica e al di là del mancato riconoscimento ufficiale da parte dello Stato, in affiancamento alla pressione politica da parte dell’ENS vi è l’impegno di centri di ricerca di eccellenza come il CNR di Roma, una maggiore visibilità degli atenei italiani in cui sono attivi insegnamenti che ruotano intorno alla LIS e alla cultura sorda, numerose finestre di rappresentazione sui social media, campagne mediatiche su youtube, attività che promuovono l’accessibilità al patrimonio culturale, materiale e simbolico, e che pongono al centro la lingua dei segni come via privilegiata per l’autonomia della persona sorda. In tale scenario sono numerosi gli attori sociali che a livello individuale o collettivamente mettono in scena il proprio ruolo, sia a supporto del processo di riconoscimento e utilizzo della LIS, sia con modalità più neutre che in aperto contrasto e con una rivendicazione della sola necessità di avvalersi del progresso tecnologico e medico scientifico al fine di “curare” definitivamente la sordità, spazzando via dall’orizzonte dell’OraLISmo ogni possibile spazio per la sillaba centrale. Fino a diventare, quello dell’Italia, un case study a livello internazionale: http://www.globi- observatory.org/status-italian-sign- language-struggle-legal-recognition/. Verrà pertanto data una panoramica sulle principali dinamiche che vengono messe in atto in tale complesso processo, chi ne sono gli attori principali, come risponde la parte politica, in che modo si animano le retoriche e i discorsi delle associazioni e federazioni internazionali dei sordi, quali sono le politiche linguistiche messe in atto non solo dalla comunità sorda e dalle Istituzioni ma da chi produce retoriche antagoniste. Verranno altresì prese in esame iniziative che indirettamente supportano il processo di riconoscimento e quelle che direttamente mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica e i media, in special modo attraverso i social network. Infine si cercherà di dare conto anche delle percezioni da parte delle persone sorde di cosa significhi la LIS e il suo riconoscimento nella vita quotidiana.
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1665988
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