Nel 1961 Iris Murdoch attribuiva alla letteratura il compito di «offrire un nuovo vocabolario dell’esperienza e un’immagine più vera della libertà»1 , intesa come comprensione del reale. Il linguaggio assume un ruolo fondamentale: ogni scelta è orientata linguisticamente, «le parole sono il luogo in cui viviamo come essere umani e come agenti spirituali e morali»2 ed è un mezzo morale poiché ogni suo uso implica giudizi di valore ed una certa creatività dell’agente: la scrittrice si muove in una rete di significati e la parola può determinare una variazione della persona dal punto di vista etico, prima ancora di agire3 . Oggi la presenza dei social network diventa una modalità di espressione della nostra quotidianità, un mezzo che, in quanto “esseri parlanti”, utilizziamo per «dar forma alla nostra esperienza»4 . Secondo Murdoch, infatti, «tutti raccontiamo delle storie e, in questo senso, siamo artisti della parola. [...] È un modo di pensare, una modalità fondamentale della coscienza, o dell’essenza dell’io» 5 . In questo senso, con le nostre “storie digitali” stiamo costruendo la nostra identità, definendo la nostra “vita concettuale”6 . Tuttavia un’identità basata sul virtuale pone necessariamente il problema del “reale”. In una rilettura di Iris Murdoch applicata alla comunicazione digitale, la costruzione di un’immagine virtuale, strettamente dipendente dall’intersoggettività, non è fuga dal mondo, ma un tentativo di congiungimento con esso per mezzo dell’immaginazione. A cento anni dalla sua nascita, gli studi su Iris Murdoch (1919-1999) rivedono una nuova diffusione che parte innanzitutto dai social network, dovuta sia alle attività della Iris Murdoch Society (il centro di ricerca della University of Chicester, Sussex), sia al progetto artistico (e tutto digitale) di Carol Sommer “Cartography for girls”. Il progetto di Carol Sommer inizia dalla stesura di un ebook, Cartography for Girls, An A - Z of Orientations identified within the Novels of Iris Murdoch7 nel quale rintraccia frasi con parole chiave di genere femminile (“she”, “her” o nomi di persona quali Annette, Violet ecc.) nei romanzi di Iris Murdoch e li dispone in un flusso di coscienza. La lettura, completamente slegata dalla disposizione dei romanzi (non è, infatti, possibile sapere da dove sono tratte le citazioni) diventano un modo di lavorare creativamente sul testo per esprimere l’esperienza del femminile attraverso il linguaggio. Ma è su instagram che Iris Murdoch ha maggiore risonanza, proprio grazie all’account di Carol “@cartographyforgirls” dove l’esperienza artistica si costruisce insieme: qui le donne sono invitate a partecipare al progetto “Will the Real Iris Murdoch please stand up?” contribuendo con una foto personale accompagnata da un riferimento testuale al femminile dall’ebook. Ne consegue una performance condivisa, intersoggettiva, al fine di ricercare e costruire l’identità delle donne a partire da Iris Murdoch. L’intervento si propone dunque di analizzare la costruzione dell’identità femminile a partire dal contributo social del progetto di Carol Sommer, con un’intervista all’artista e studiosa e un focus sulla questione dell’immaginazione in Iris Murdoch e le possibilità che i social network possono offrire alle donne.

"The task of Reality". Iris Murdoch 2.0 - Primo convegno annuale SWIP Italia "Filosofia, genere e comunicazione digitale", Modena 28-29 novembre 2019 / Vozzo, Viviana. - (2019). (Intervento presentato al convegno Primo convegno annuale SWIP Italia "Filosofia, genere e comunicazione digitale" tenutosi a Modena).

"The task of Reality". Iris Murdoch 2.0 - Primo convegno annuale SWIP Italia "Filosofia, genere e comunicazione digitale", Modena 28-29 novembre 2019

Viviana Vozzo
2019

Abstract

Nel 1961 Iris Murdoch attribuiva alla letteratura il compito di «offrire un nuovo vocabolario dell’esperienza e un’immagine più vera della libertà»1 , intesa come comprensione del reale. Il linguaggio assume un ruolo fondamentale: ogni scelta è orientata linguisticamente, «le parole sono il luogo in cui viviamo come essere umani e come agenti spirituali e morali»2 ed è un mezzo morale poiché ogni suo uso implica giudizi di valore ed una certa creatività dell’agente: la scrittrice si muove in una rete di significati e la parola può determinare una variazione della persona dal punto di vista etico, prima ancora di agire3 . Oggi la presenza dei social network diventa una modalità di espressione della nostra quotidianità, un mezzo che, in quanto “esseri parlanti”, utilizziamo per «dar forma alla nostra esperienza»4 . Secondo Murdoch, infatti, «tutti raccontiamo delle storie e, in questo senso, siamo artisti della parola. [...] È un modo di pensare, una modalità fondamentale della coscienza, o dell’essenza dell’io» 5 . In questo senso, con le nostre “storie digitali” stiamo costruendo la nostra identità, definendo la nostra “vita concettuale”6 . Tuttavia un’identità basata sul virtuale pone necessariamente il problema del “reale”. In una rilettura di Iris Murdoch applicata alla comunicazione digitale, la costruzione di un’immagine virtuale, strettamente dipendente dall’intersoggettività, non è fuga dal mondo, ma un tentativo di congiungimento con esso per mezzo dell’immaginazione. A cento anni dalla sua nascita, gli studi su Iris Murdoch (1919-1999) rivedono una nuova diffusione che parte innanzitutto dai social network, dovuta sia alle attività della Iris Murdoch Society (il centro di ricerca della University of Chicester, Sussex), sia al progetto artistico (e tutto digitale) di Carol Sommer “Cartography for girls”. Il progetto di Carol Sommer inizia dalla stesura di un ebook, Cartography for Girls, An A - Z of Orientations identified within the Novels of Iris Murdoch7 nel quale rintraccia frasi con parole chiave di genere femminile (“she”, “her” o nomi di persona quali Annette, Violet ecc.) nei romanzi di Iris Murdoch e li dispone in un flusso di coscienza. La lettura, completamente slegata dalla disposizione dei romanzi (non è, infatti, possibile sapere da dove sono tratte le citazioni) diventano un modo di lavorare creativamente sul testo per esprimere l’esperienza del femminile attraverso il linguaggio. Ma è su instagram che Iris Murdoch ha maggiore risonanza, proprio grazie all’account di Carol “@cartographyforgirls” dove l’esperienza artistica si costruisce insieme: qui le donne sono invitate a partecipare al progetto “Will the Real Iris Murdoch please stand up?” contribuendo con una foto personale accompagnata da un riferimento testuale al femminile dall’ebook. Ne consegue una performance condivisa, intersoggettiva, al fine di ricercare e costruire l’identità delle donne a partire da Iris Murdoch. L’intervento si propone dunque di analizzare la costruzione dell’identità femminile a partire dal contributo social del progetto di Carol Sommer, con un’intervista all’artista e studiosa e un focus sulla questione dell’immaginazione in Iris Murdoch e le possibilità che i social network possono offrire alle donne.
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1665469
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