Nel panorama della protostoria italiana, il sito di Torre Castelluccia costituisce uno dei pochi contesti nel quale si evidenzia un’unità organica di abitato e aree funerarie. Nella seconda metà del secolo scorso è stato possibile indagare e mettere in luce sia ampi tratti dell’acropoli, sia numerose tombe di cronologia e tipologia diversificata. L’area della necropoli a cremazione del Bronzo tardo è stata interessata da ben due campagne di scavo; la prima avvenuta nel 1951 sotto la direzione di Drago, la seconda condotta da Lo Porto nel 1969. Le 85 tombe rintracciate definiscono un vero e proprio campo d’urne attivo durante le fasi del Bronzo recente e del Bronzo finale. Circa mezzo secolo prima Ridola e Quagliati scoprivano un campo d’urne protovillanoviano alle pendici del Monte Timbro, presso Timmari. Lo scavo della necropoli, avvenuto nell’estate del 1901, ha messo in luce 248 sepolture. La costruzione di una tipologia unitaria ha evidenziato una notevole affinità tra i due siti; è altamente probabile che le due necropoli abbiano avuto uno sviluppo parallelo. Per Timmari, le evidenze suggeriscono un inizio già in un momento incipiente del Bronzo finale, ma alcuni elementi potrebbero indiziare a un momento anche più antico.
Torre Castelluccia e Timmari: due necropoli del Bronzo tardo a confronto / Pizzuti, Elisa. - (2022). (Intervento presentato al convegno LV Riunione Scientifica IIPP in Basilicata tenutosi a Matera, Italia).
Torre Castelluccia e Timmari: due necropoli del Bronzo tardo a confronto
Elisa Pizzuti
2022
Abstract
Nel panorama della protostoria italiana, il sito di Torre Castelluccia costituisce uno dei pochi contesti nel quale si evidenzia un’unità organica di abitato e aree funerarie. Nella seconda metà del secolo scorso è stato possibile indagare e mettere in luce sia ampi tratti dell’acropoli, sia numerose tombe di cronologia e tipologia diversificata. L’area della necropoli a cremazione del Bronzo tardo è stata interessata da ben due campagne di scavo; la prima avvenuta nel 1951 sotto la direzione di Drago, la seconda condotta da Lo Porto nel 1969. Le 85 tombe rintracciate definiscono un vero e proprio campo d’urne attivo durante le fasi del Bronzo recente e del Bronzo finale. Circa mezzo secolo prima Ridola e Quagliati scoprivano un campo d’urne protovillanoviano alle pendici del Monte Timbro, presso Timmari. Lo scavo della necropoli, avvenuto nell’estate del 1901, ha messo in luce 248 sepolture. La costruzione di una tipologia unitaria ha evidenziato una notevole affinità tra i due siti; è altamente probabile che le due necropoli abbiano avuto uno sviluppo parallelo. Per Timmari, le evidenze suggeriscono un inizio già in un momento incipiente del Bronzo finale, ma alcuni elementi potrebbero indiziare a un momento anche più antico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.