Aim of this proposal is to highlight the seminal contribution of Emilio Sereni to overcoming the economic/ecological dichotomy in a development perspective strongly anchored to the territory and places. Fifty years before post-growth paradigms began to be discussed as an alternative to unsustainable, irresponsible forms of growth, Sereni proposed to look at the agricultural landscape, with the evidence of its centuries-old stratifications of knowledge, as an optimal perspective to reflect on the crisis that in 1962 appears to pervade the forms assumed by the post-war economic boom: that widespread devastation of the territory which led, on the one hand, to the hypertrophy of speculative urban rents, on the other to the abandonment of entire internal districts with strongly intertwined results which, within a few years, will show the tragic face of floods, hydrogeological instability, territorial marginalization. Sereni perspective has for us an analytical value, and an interpretive and propositional value. Indeed, they have been highlighted already in the 60s by Italo Insolera who, in reviewing for Urbanistica his “Storia del Paesaggio Agrario Italiano”, wrote: "In the process of integration of the notions of different disciplines that characterizes the current cultural preparation as a function of territorial planning and economic programming, Sereni's text has an irreplaceable place”. In fact, "the author has collected a series of admirably precise notes on how, throughtout time, the organization of ownership and management generated certain types and methods of cultivation and how these then transformed nature, or the inheritance of the previous generations of farmers, up to what is today the characteristic landscape of the various regions of the Peninsula”; “a compendium of rural history” which “interests us here due to the great importance it has for urban planning”, and which should be “entitled ‘Learning to see agriculture’”. What joined the two scholars is the use of history as a key to understanding the present: Sereni in terms of Marxist analysis, Insolera as a privileged arena of interdisciplinary research to identify, in the complex of structural transformations, the "invariant" ones of spatial practices that they represent its collective heritage, and as such, the core of planning action.

Si evidenzia il contributo seminale di Emilio Sereni al superamento della dicotomia economico/ecologico in una prospettiva di sviluppo fortemente ancorata al territorio e ai luoghi. Cinquant’anni prima che si iniziasse a discutere di paradigmi post-growth come alternativa a forme di crescita insostenibili, irresponsabili e in realtà senza sviluppo, Sereni aveva proposto di guardare al paesaggio agrario, con l’evidenza delle sue stratificazioni di saperi plurisecolari, come prospettiva ottimale per riflettere sulla crisi che nel 1962 appare pervadere le forme assunte dal boom economico postbellico: quella diffusa devastazione del territorio che ha condotto, da un lato, all’ipertrofia delle rendite urbane speculative, dall’altro all’abbandono di interi comprensori interni con esiti fortemente intrecciati che, di lì a pochi anni, mostreranno il tragico volto delle alluvioni, del dissesto idrogeologico, della marginalizzazione territoriale. La sua prospettiva ha per noi una valenza non solo analitica, ma anche interpretativa e propositiva, messa in luce già negli anni ’60 da Italo Insolera che, per la recensione della Storia del paesaggio agrario, scriveva sulle colonne di Urbanistica: “Nel processo di integrazione delle nozioni proprie di diverse discipline che caratterizza l’attuale preparazione culturale in funzione della pianificazione territoriale e della programmazione economica, il testo di Sereni ha un posto insostituibile”. Infatti, “l’autore ha raccolto una serie di appunti mirabilmente precisi su come, nelle varie epoche, l’organizzazione della proprietà e della conduzione generasse certi tipi e modi di coltura e come poi questi trasformassero la natura, o l’eredità delle precedenti generazioni agrarie, fino a quello che è oggi il paesaggio caratteristico delle varie regioni della Penisola”; “un compendio di storia rurale” che “qui ci interessa per la grande importanza che riveste per l’urbanistica”, e che si dovrebbe “intitolare “Saper vedere l’agricoltura”. Ad accomunare i due studiosi, è il ricorso alla storia come chiave di lettura del presente: Sereni nei termini dell’analisi marxista, Insolera come arena privilegiata di ricerca interdisciplinare per individuare, nel complesso delle trasformazioni strutturali, quelle “invarianti” delle pratiche spaziali che ne rappresentano il patrimonio collettivo, e in quanto tali, il perno dell'azione pianificatoria.

Alle radici del dibattito Post-Growth. La lezione di Emilio Sereni / Pizzo, Barbara; Valentinelli, Alessandra. - (2022), pp. 469-476.

Alle radici del dibattito Post-Growth. La lezione di Emilio Sereni

Barbara Pizzo
;
Alessandra Valentinelli
2022

Abstract

Aim of this proposal is to highlight the seminal contribution of Emilio Sereni to overcoming the economic/ecological dichotomy in a development perspective strongly anchored to the territory and places. Fifty years before post-growth paradigms began to be discussed as an alternative to unsustainable, irresponsible forms of growth, Sereni proposed to look at the agricultural landscape, with the evidence of its centuries-old stratifications of knowledge, as an optimal perspective to reflect on the crisis that in 1962 appears to pervade the forms assumed by the post-war economic boom: that widespread devastation of the territory which led, on the one hand, to the hypertrophy of speculative urban rents, on the other to the abandonment of entire internal districts with strongly intertwined results which, within a few years, will show the tragic face of floods, hydrogeological instability, territorial marginalization. Sereni perspective has for us an analytical value, and an interpretive and propositional value. Indeed, they have been highlighted already in the 60s by Italo Insolera who, in reviewing for Urbanistica his “Storia del Paesaggio Agrario Italiano”, wrote: "In the process of integration of the notions of different disciplines that characterizes the current cultural preparation as a function of territorial planning and economic programming, Sereni's text has an irreplaceable place”. In fact, "the author has collected a series of admirably precise notes on how, throughtout time, the organization of ownership and management generated certain types and methods of cultivation and how these then transformed nature, or the inheritance of the previous generations of farmers, up to what is today the characteristic landscape of the various regions of the Peninsula”; “a compendium of rural history” which “interests us here due to the great importance it has for urban planning”, and which should be “entitled ‘Learning to see agriculture’”. What joined the two scholars is the use of history as a key to understanding the present: Sereni in terms of Marxist analysis, Insolera as a privileged arena of interdisciplinary research to identify, in the complex of structural transformations, the "invariant" ones of spatial practices that they represent its collective heritage, and as such, the core of planning action.
2022
Il paesaggio agrario italiano. Sessant’anni di mutamenti da Emilio Sereni a oggi (1961-2021).
Si evidenzia il contributo seminale di Emilio Sereni al superamento della dicotomia economico/ecologico in una prospettiva di sviluppo fortemente ancorata al territorio e ai luoghi. Cinquant’anni prima che si iniziasse a discutere di paradigmi post-growth come alternativa a forme di crescita insostenibili, irresponsabili e in realtà senza sviluppo, Sereni aveva proposto di guardare al paesaggio agrario, con l’evidenza delle sue stratificazioni di saperi plurisecolari, come prospettiva ottimale per riflettere sulla crisi che nel 1962 appare pervadere le forme assunte dal boom economico postbellico: quella diffusa devastazione del territorio che ha condotto, da un lato, all’ipertrofia delle rendite urbane speculative, dall’altro all’abbandono di interi comprensori interni con esiti fortemente intrecciati che, di lì a pochi anni, mostreranno il tragico volto delle alluvioni, del dissesto idrogeologico, della marginalizzazione territoriale. La sua prospettiva ha per noi una valenza non solo analitica, ma anche interpretativa e propositiva, messa in luce già negli anni ’60 da Italo Insolera che, per la recensione della Storia del paesaggio agrario, scriveva sulle colonne di Urbanistica: “Nel processo di integrazione delle nozioni proprie di diverse discipline che caratterizza l’attuale preparazione culturale in funzione della pianificazione territoriale e della programmazione economica, il testo di Sereni ha un posto insostituibile”. Infatti, “l’autore ha raccolto una serie di appunti mirabilmente precisi su come, nelle varie epoche, l’organizzazione della proprietà e della conduzione generasse certi tipi e modi di coltura e come poi questi trasformassero la natura, o l’eredità delle precedenti generazioni agrarie, fino a quello che è oggi il paesaggio caratteristico delle varie regioni della Penisola”; “un compendio di storia rurale” che “qui ci interessa per la grande importanza che riveste per l’urbanistica”, e che si dovrebbe “intitolare “Saper vedere l’agricoltura”. Ad accomunare i due studiosi, è il ricorso alla storia come chiave di lettura del presente: Sereni nei termini dell’analisi marxista, Insolera come arena privilegiata di ricerca interdisciplinare per individuare, nel complesso delle trasformazioni strutturali, quelle “invarianti” delle pratiche spaziali che ne rappresentano il patrimonio collettivo, e in quanto tali, il perno dell'azione pianificatoria.
Storia della città e del territorio; Paesaggio agrario; Modelli di sviluppo e Progetto locale; Trasformazioni territoriali ed economia politica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Alle radici del dibattito Post-Growth. La lezione di Emilio Sereni / Pizzo, Barbara; Valentinelli, Alessandra. - (2022), pp. 469-476.
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