Il presente contributo intende riflettere sulla relazione tra spazio e tempo che da sempre conforma i modi dell’abitare, identificando nel progetto di Adalberto Libera, l’Unità di abitazione Orizzontale, un’opera manifesto della quale il patio costituisce il tema fondativo, sostanziando ‘al Tuscolano’ una cultura dell’abitare millenaria in un’esperienza autenticamente moderna. Il valore del vuoto, intorno cui si costruisce il processo di 'formatività', può essere riconosciuto a partire dal ruolo del recinto, elemento che, separando una porzione di natura, definisce due tipi di spazio: quello dell’ 'internità' e quello dell’ 'esternità'. Il patio, in quanto elemento permanente nella cultura dell'abitare mediterraneo, è rinvenibile fin dall'esperienza della casa greca e romana, dove è riconoscibile la stringente relazione spaziale che l'invaso scoperto realizza con gli ambienti coperti. Nel corso del Novecento a partire dalle ricerche tedesche degli anni Venti, di H. Häring, L. Hilberseimer e H. Meyer sino alle riflessioni di Mies, trovano radicamento in Italia i primi sondaggi progettuali, con valenza anche teorica, su questo tema. Diotallevi, Marescotti e Pagano, con il progetto della Città orizzontale del 1939, costituiscono in tal senso un significativo antecedente rispetto all'esperienza romana di Libera, esemplare per l’applicazione di questo assetto tipologico e spaziale della casa ma anche di un principio interscalare che determina la costruzione di un’unita definita nelle dimensioni e compiuta nella forma. Il contributo, attraverso l’analisi critica del tessuto di abitazioni a patio proposto da Libera, intende coglierne quei caratteri di permanenza ancora validi nella contemporaneità. Si riconosce il patio come tipologia capace di interpretare una modalità di abitare privato e al contempo realizzare condizioni di vicinato, inedite nelle periferie contemporanee. Questa operazione offrirebbe altresì la possibilità di determinare degli arcipelaghi costituiti da spazi dell’abitare privato (tessuto di case a patio) ed eccezionalità pubbliche (luoghi collettivi), unità formalmente definite ma potenzialmente replicabili immerse nella natura, che si eleva a luogo di riconoscimento dell’abitare pubblico e collettivo.

La casa a patio nell’arcipelago urbano. Riflessioni sui modi dell’abitare moderno e contemporaneo / Lubrano, Oreste. - (2022), pp. 118-124.

La casa a patio nell’arcipelago urbano. Riflessioni sui modi dell’abitare moderno e contemporaneo

Oreste Lubrano
2022

Abstract

Il presente contributo intende riflettere sulla relazione tra spazio e tempo che da sempre conforma i modi dell’abitare, identificando nel progetto di Adalberto Libera, l’Unità di abitazione Orizzontale, un’opera manifesto della quale il patio costituisce il tema fondativo, sostanziando ‘al Tuscolano’ una cultura dell’abitare millenaria in un’esperienza autenticamente moderna. Il valore del vuoto, intorno cui si costruisce il processo di 'formatività', può essere riconosciuto a partire dal ruolo del recinto, elemento che, separando una porzione di natura, definisce due tipi di spazio: quello dell’ 'internità' e quello dell’ 'esternità'. Il patio, in quanto elemento permanente nella cultura dell'abitare mediterraneo, è rinvenibile fin dall'esperienza della casa greca e romana, dove è riconoscibile la stringente relazione spaziale che l'invaso scoperto realizza con gli ambienti coperti. Nel corso del Novecento a partire dalle ricerche tedesche degli anni Venti, di H. Häring, L. Hilberseimer e H. Meyer sino alle riflessioni di Mies, trovano radicamento in Italia i primi sondaggi progettuali, con valenza anche teorica, su questo tema. Diotallevi, Marescotti e Pagano, con il progetto della Città orizzontale del 1939, costituiscono in tal senso un significativo antecedente rispetto all'esperienza romana di Libera, esemplare per l’applicazione di questo assetto tipologico e spaziale della casa ma anche di un principio interscalare che determina la costruzione di un’unita definita nelle dimensioni e compiuta nella forma. Il contributo, attraverso l’analisi critica del tessuto di abitazioni a patio proposto da Libera, intende coglierne quei caratteri di permanenza ancora validi nella contemporaneità. Si riconosce il patio come tipologia capace di interpretare una modalità di abitare privato e al contempo realizzare condizioni di vicinato, inedite nelle periferie contemporanee. Questa operazione offrirebbe altresì la possibilità di determinare degli arcipelaghi costituiti da spazi dell’abitare privato (tessuto di case a patio) ed eccezionalità pubbliche (luoghi collettivi), unità formalmente definite ma potenzialmente replicabili immerse nella natura, che si eleva a luogo di riconoscimento dell’abitare pubblico e collettivo.
2022
Per una Nuova Casa Italiana. Atti del primo convegno del laboratorio di ricerca 'Per una nuova Casa Italiana'
978-88-3339-659-0
Adalberto Libera; patio; arcipelaghi; abitare; casa italiana
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La casa a patio nell’arcipelago urbano. Riflessioni sui modi dell’abitare moderno e contemporaneo / Lubrano, Oreste. - (2022), pp. 118-124.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1662154
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