Il contributo pone al centro dell’attenzione il problema dell’accesso della popolazione straniera al Reddito di CIttadinanza e dell’effetto di questa intenzionale selettività. Gli stranieri al pari degli italiani accedono alla misura attraverso una modalità che si basa sulla prova dei mezzi, ma il vincolo della residenza prolungata e senza interruzioni, requisito tra i più stringenti nel confronto con l’accesso alle prestazioni di welfare di altri Paesi Ue, rischia di escludere dalla misura quasi una famiglia su cinque con persona di riferimento di origine straniera. Il requisito della permanenza non è però l’unico a penalizzare gli stranieri nell’accesso alla misura. Nel nostro Paese sono proprio le famiglie con background migratorio ad avere una maggiore presenza di minori e un numero di componenti mediamente più elevato. Sebbene sia noto che in Italia diffusione e intensità della povertà sono maggiori nei nuclei numerosi, specialmente in presenza di minori, per come è disegnato il RdC tende a essere più generoso verso i nuclei monopersonali: secondo dati Mlps il rapporto tra numero di famiglie beneficiarie e numero di nuclei in povertà decresce all’aumentare del numero dei componenti. Di conseguenza, anche quando le famiglie di migranti riescono a soddisfare i requisiti per la presentazione della domanda, hanno maggiori probabilità di essere penalizzate rispetto all’importo percepito a causa dei criteri di calcolo previsti per i membri aggiuntivi nel nucleo, nonché del maggior costo della vita nelle aree del Centro-Nord in cui più frequentemente si concentrano. I dati qui presentati rendono palese l’esito delle strettoie in esame e riducono a stereotipo indifendibile l’idea di una soverchiante appropriazione di risorse assistenziali consumata da nuclei immigrati a danno degli autoctoni. Malgrado l’evidenza di divari e penalizzazioni, non si colgono intenzioni concrete volte a rendere meno rigidamente condizionato l’accesso di persone di origine straniera a questo genere di trasferimenti monetari.
La porta stretta. Stranieri in povertà e prestazioni monetarie ex Lege n. 26/2019 / Scialdone, Antonello; Giuliano, Giovanna; Rosano, Aldo; DI PADOVA, Pasquale. - (2022), pp. 273-277.
La porta stretta. Stranieri in povertà e prestazioni monetarie ex Lege n. 26/2019
Pasquale di Padova
2022
Abstract
Il contributo pone al centro dell’attenzione il problema dell’accesso della popolazione straniera al Reddito di CIttadinanza e dell’effetto di questa intenzionale selettività. Gli stranieri al pari degli italiani accedono alla misura attraverso una modalità che si basa sulla prova dei mezzi, ma il vincolo della residenza prolungata e senza interruzioni, requisito tra i più stringenti nel confronto con l’accesso alle prestazioni di welfare di altri Paesi Ue, rischia di escludere dalla misura quasi una famiglia su cinque con persona di riferimento di origine straniera. Il requisito della permanenza non è però l’unico a penalizzare gli stranieri nell’accesso alla misura. Nel nostro Paese sono proprio le famiglie con background migratorio ad avere una maggiore presenza di minori e un numero di componenti mediamente più elevato. Sebbene sia noto che in Italia diffusione e intensità della povertà sono maggiori nei nuclei numerosi, specialmente in presenza di minori, per come è disegnato il RdC tende a essere più generoso verso i nuclei monopersonali: secondo dati Mlps il rapporto tra numero di famiglie beneficiarie e numero di nuclei in povertà decresce all’aumentare del numero dei componenti. Di conseguenza, anche quando le famiglie di migranti riescono a soddisfare i requisiti per la presentazione della domanda, hanno maggiori probabilità di essere penalizzate rispetto all’importo percepito a causa dei criteri di calcolo previsti per i membri aggiuntivi nel nucleo, nonché del maggior costo della vita nelle aree del Centro-Nord in cui più frequentemente si concentrano. I dati qui presentati rendono palese l’esito delle strettoie in esame e riducono a stereotipo indifendibile l’idea di una soverchiante appropriazione di risorse assistenziali consumata da nuclei immigrati a danno degli autoctoni. Malgrado l’evidenza di divari e penalizzazioni, non si colgono intenzioni concrete volte a rendere meno rigidamente condizionato l’accesso di persone di origine straniera a questo genere di trasferimenti monetari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.