L’Outdoor Education può essere considerato un approccio basato su “esperienze concrete in situazioni reali” e una forma di ricerca interdisciplinare che proietta lo spazio di apprendimento oltre l’aula, nella vita, nella società, nell’ambiente naturale e culturale, dove l’accento viene posto sulla relazione tra esperienza sensoriale, apprendimento e contesto in cui si realizza (NEETF, 2000). Tale approccio si colloca all’interno di quel movimento delle Scuole all’aperto, nate per ragioni mediche e assistenzialistiche e per rispondere ai bisogni di bambini con specifiche malattie, come la tubercolosi, diffondendosi in opposizione alla scuola tradizionale e assumendo progressivamente un carattere sempre più pedagogico. Evidente appare il riferimento alla più solida tradizione pedagogica, che va da Rousseau a Fröbel, da Thoreau a Ferrière, da Montessori a Freire, e soprattutto al contributo di Giuseppina Pizzigoni, grazie alla quale la natura assume un ruolo centrale nella formazione globale della persona al fine di assicurarle il benessere psico-fisico. Tale visione, ancora presente nelle esperienze degli Asili nel bosco, nate negli anni Cinquanta (Chistolini, 2016; Pizzigoni, 1931), è giunta fino a noi in numerossissime forme.
Outdoor school e educazione ambientale: un nuovo modo di pensare alla didattica e di fare scuola / Natalini, Alessandra. - (2022), pp. 193-196. - SOCIETÀ ITALIANA DI PEDAGOGIA.
Outdoor school e educazione ambientale: un nuovo modo di pensare alla didattica e di fare scuola
Alessandra Natalini
2022
Abstract
L’Outdoor Education può essere considerato un approccio basato su “esperienze concrete in situazioni reali” e una forma di ricerca interdisciplinare che proietta lo spazio di apprendimento oltre l’aula, nella vita, nella società, nell’ambiente naturale e culturale, dove l’accento viene posto sulla relazione tra esperienza sensoriale, apprendimento e contesto in cui si realizza (NEETF, 2000). Tale approccio si colloca all’interno di quel movimento delle Scuole all’aperto, nate per ragioni mediche e assistenzialistiche e per rispondere ai bisogni di bambini con specifiche malattie, come la tubercolosi, diffondendosi in opposizione alla scuola tradizionale e assumendo progressivamente un carattere sempre più pedagogico. Evidente appare il riferimento alla più solida tradizione pedagogica, che va da Rousseau a Fröbel, da Thoreau a Ferrière, da Montessori a Freire, e soprattutto al contributo di Giuseppina Pizzigoni, grazie alla quale la natura assume un ruolo centrale nella formazione globale della persona al fine di assicurarle il benessere psico-fisico. Tale visione, ancora presente nelle esperienze degli Asili nel bosco, nate negli anni Cinquanta (Chistolini, 2016; Pizzigoni, 1931), è giunta fino a noi in numerossissime forme.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.