L’emergenza sanitaria che ha colpito anche il nostro Paese ha causato un’improvvisa e prolungata interruzione della presenza delle bambine e dei bambini nelle scuole e nelle attività extra-scolastiche, generando inevitabilmente l’inasprirsi o il verificarsi di situazioni di esclusione sociale e marginalità (Nuzzaci et al, 2020; Save the Children, 2020). Durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia, le scuole sono state chiamate a progettare e portare avanti una profonda ristrutturazione dell’agire educativo che ha interessato molteplici dimensioni della quotidianità scolastica, da quelle più strettamente didattiche a quelle psico-pedagogiche e relazionali relative a alunni, insegnanti e famiglie. La dimensione della relazione educativa è quella maggiormente coinvolta dalle restrizioni dovute all’emergenza. Il fatto stesso di dover educare al distanziamento fisico - impropriamente definito “sociale” - per la tutela della salute degli individui e della comunità, sembra andare in antitesi con quanto teorizzato, pensato e praticato finora nell’ambito della promozione della socialità in ambiente scolastico (Francescato et al, 1992). Le considerazioni fin qui avanzate - seppure sicuramente parziali - del contesto sociale in emergenza sanitaria in cui la scuola si trova ad operare, non può non tenere conto delle implicazioni psicologiche legate a quello che si sta delineando come un vero e proprio stress da pandemia (Biondi, Iannitelli, 2020).
La relazione educativa nelle situazioni di emergenza. Osservazione e auto-osservazione dei processi comunicativi per educare alla resilienza / DI GENOVA, Nicoletta. - (2021), pp. 5-12.
La relazione educativa nelle situazioni di emergenza. Osservazione e auto-osservazione dei processi comunicativi per educare alla resilienza
Di Genova Nicoletta
2021
Abstract
L’emergenza sanitaria che ha colpito anche il nostro Paese ha causato un’improvvisa e prolungata interruzione della presenza delle bambine e dei bambini nelle scuole e nelle attività extra-scolastiche, generando inevitabilmente l’inasprirsi o il verificarsi di situazioni di esclusione sociale e marginalità (Nuzzaci et al, 2020; Save the Children, 2020). Durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia, le scuole sono state chiamate a progettare e portare avanti una profonda ristrutturazione dell’agire educativo che ha interessato molteplici dimensioni della quotidianità scolastica, da quelle più strettamente didattiche a quelle psico-pedagogiche e relazionali relative a alunni, insegnanti e famiglie. La dimensione della relazione educativa è quella maggiormente coinvolta dalle restrizioni dovute all’emergenza. Il fatto stesso di dover educare al distanziamento fisico - impropriamente definito “sociale” - per la tutela della salute degli individui e della comunità, sembra andare in antitesi con quanto teorizzato, pensato e praticato finora nell’ambito della promozione della socialità in ambiente scolastico (Francescato et al, 1992). Le considerazioni fin qui avanzate - seppure sicuramente parziali - del contesto sociale in emergenza sanitaria in cui la scuola si trova ad operare, non può non tenere conto delle implicazioni psicologiche legate a quello che si sta delineando come un vero e proprio stress da pandemia (Biondi, Iannitelli, 2020).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.