Tra esilio e scrittura esiste da sempre un nesso fortissimo; la letteratura contribuisce a riannodare i fili dell’esperienza e a rielaborare la perdita di ogni riferimento personale, linguistico, culturale. Nel caso delle scrittrici, almeno fino a Novecento avanzato, ogni esperienza di sradicamento è aggravata da una ancora incerta condizione autoriale che rende più problematico il rapporto con la scrittura. In questo volume sono presenti molte autrici, da Cristina di Belgiojoso a Emilia Fuà Fusinato , Maria Zambrano, Agota Kristoff, che tra Otto e Novecento hanno vissuto l’esilio per motivi politici e hanno dovuto ricostruire un’identità, anche linguistica e letteraria, in condizioni profondamente diverse da quelle consuete. Nei loro scritti e nelle loro tragiche vicende si evidenzia tutto il significato profondo e la forza reattiva che la scrittura riveste come elemento di resistenza contro la negatività del trauma. Il linguaggio esiliaco, d’altronde, soprattutto nel caso di donne scrittrici, esprime non solo una dimensione di alterità comune a tutte le esperienze di allontanamento forzato o volontario dalla patria (come avviene ancora in Clementina de Como, Louise Hamilton o Elisa Chimenti), ma dà anche voce, in casi come quello di Emma o Anna Maria Ortese, a una condizione di esclusione e di non appartenenza condiviso, indipendentemente dallo sradicamento territoriale, da tante scrittrici vissute tra Otto e Novecento.

La scrittura femminile alla prova della storia e dell'esilio tra Ottocento e Novecento / Tatti, M. - (2022), pp. 7-11.

La scrittura femminile alla prova della storia e dell'esilio tra Ottocento e Novecento

Tatti, M
2022

Abstract

Tra esilio e scrittura esiste da sempre un nesso fortissimo; la letteratura contribuisce a riannodare i fili dell’esperienza e a rielaborare la perdita di ogni riferimento personale, linguistico, culturale. Nel caso delle scrittrici, almeno fino a Novecento avanzato, ogni esperienza di sradicamento è aggravata da una ancora incerta condizione autoriale che rende più problematico il rapporto con la scrittura. In questo volume sono presenti molte autrici, da Cristina di Belgiojoso a Emilia Fuà Fusinato , Maria Zambrano, Agota Kristoff, che tra Otto e Novecento hanno vissuto l’esilio per motivi politici e hanno dovuto ricostruire un’identità, anche linguistica e letteraria, in condizioni profondamente diverse da quelle consuete. Nei loro scritti e nelle loro tragiche vicende si evidenzia tutto il significato profondo e la forza reattiva che la scrittura riveste come elemento di resistenza contro la negatività del trauma. Il linguaggio esiliaco, d’altronde, soprattutto nel caso di donne scrittrici, esprime non solo una dimensione di alterità comune a tutte le esperienze di allontanamento forzato o volontario dalla patria (come avviene ancora in Clementina de Como, Louise Hamilton o Elisa Chimenti), ma dà anche voce, in casi come quello di Emma o Anna Maria Ortese, a una condizione di esclusione e di non appartenenza condiviso, indipendentemente dallo sradicamento territoriale, da tante scrittrici vissute tra Otto e Novecento.
2022
Scrittrici in esilio tra Ottocento e Novecento
9788822908520
Esilio; scrittura femminile; letteratura dell'ottocento; dispari; letteratura del Novecento
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La scrittura femminile alla prova della storia e dell'esilio tra Ottocento e Novecento / Tatti, M. - (2022), pp. 7-11.
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