Catalogare un manoscritto significa talvolta aprire uno squarcio nel tempo e fare emergere un frammento del passato. Catalogare nel suo complesso un fondo librario permette, in alcuni fortunati casi, di raccontare un’intera storia. La campagna catalografica in corso presso la Biblioteca centrale della Provincia Agostiniana d’Italia – sita nel complesso della Santissima Trinità di Viterbo – e avente per oggetto la libreria di coro del convento eremitano di Sant’Agostino di Siena – fino ad ora ritenuta perduta – non permette di restituire agli studi un prezioso tassello del panorama liturgico-musicale degli eremitani e della storia della produzione libraria miniata senese, ma anche di ricostruire la fitta e in alcuni casi assai complessa rete che collega questo pregevole nucleo librario alle maggiori collezioni nazionali e internazionali odierne. Il nucleo liturgico degli agostiniani di Siena, notevole sia per il consistente numero di volumi conservati (quindici) sia per le sue caratteristiche materiali (tanto dal punto di vista codicologico-paleografico quanto da quello decorativo), è stato difatti interessato – come spesso avviene per questa tipologia libraria – da importanti asportazioni, volte a immettere sul mercato antiquario cuttings miniati. La ricerca in corso ha già permesso per un buon numero dei libri corali oggetto di studio di colmare virtualmente queste lacune, ricostruendo in tal modo, seppur parzialmente, l’originario assetto dei volumi, e ricontestualizzando, altresì, numerosi lacerti presenti in collezioni italiane ed estere, pubbliche e private. Di tali frammenti – fino ad oggi analizzati dalla critica come tessere di un mosaico perduto – è oggi possibile comprendere il contesto liturgico di appartenenza e le relazioni con altre miniature ora riconosciute con certezza come appartenenti al medesimo ciclo decorativo. Parallelamente si è riusciti anche a riposizionare il consistente nucleo di carte staccate (assommante a circa un centinaio di frammenti) conservato presso la medesima Biblioteca, operazione che consentirà in futuro – grazie alle operazioni di restauro in programma – di ricollocare anche fisicamente tali carte all’interno dei volumi conservati a Viterbo. Il progetto – ancora in corso – è articolato in una serie di fasi successive, i cui risultati sono stati, e saranno, progressivamente pubblicati online (nella piattaforma curata dall’ICCU Manus Online) e a stampa. La prima fase del progetto ha visto la ricostruzione approfondita della storia del fondo e, in particolare, delle vicende che ne hanno visto il trasferimento dal cenobio per il quale venne prodotto (Sant’Agostino di Siena) all’attuale sede di conservazione (la Biblioteca centrale della Provincia Agostiniana d’Italia), passando prima peraltro da altri cenobi dell’Ordine, quali il convento di Santa Maria in Selva di Borgo a Buggiano nel pistoiese. Si è proceduto, quindi, alla descrizione analitica dei singoli libri corali, rilevandone le specifiche caratteristiche codicologiche, paleografiche, decorative e contenutistiche e dedicando particolare attenzione all’individuazione delle lacune presenti. La fase successiva si è concentrata, invece, sullo studio dei lacerti conservati a Viterbo, analisi che ha permesso di riposizionare la quasi totalità delle carte staccate nei volumi senesi. La ricerca si è appuntata, poi, sullo studio dell’apparato decorativo superstite e sulla sua contestualizzazione nella produzione libraria senese dei secoli d’interesse (secoli XIV-XV). L’identificazione degli artisti attivi nella decorazione della libreria di coro di Sant’Agostino ha permesso, infine, di individuare una corposa serie di lacerti ad essi attribuiti per i quali si è potuta verificare l’originaria appartenenza ai corali oggetto del presente studio. In tal modo, in conclusione, si è riusciti a collocare cronologicamente con maggior precisione la produzione di questi volumi liturgici e a collegarvi l’opera di personaggi di primo piano della scena artistica senese del tempo. L’intervento descritto, attraverso questo case study, intende proporre un interessante case study relativo allo studio dei frammenti liturgici miniati, che, sebbene oggetto di numerosi progetti catalografici, nonché di rilevati studi in ambiti di ricerca affini, sono qui analizzati e interpretati anche e soprattutto alla luce della loro ricontestualizzazione nei codici di origine, occasione – andrà notato – piuttosto rara e alquanto fortunata, almeno in questi termini numerici. Parallelamente – secondo un percorso di studi ormai fortemente radicato nelle discipline legate al mondo del libro – i risultati ottenuti nel progetto qui illustrato consentono di gettare uno sguardo sulla produzione libraria connessa agli usi liturgici degli agostiniani senesi e di ripercorre le vicende che hanno segnato la storia e portato alla parziale dispersione della loro libreria di coro nel contesto degli incerti e convulsi anni delle soppressioni degli ordini religiosi nel corso dei secoli XVIII-XIX.

Disiecta membra restituta. La ‘riemersione’ della libreria di coro di Sant’Agostino di Siena / Signorello, Lucrezia. - (2022). (Intervento presentato al convegno FuMaSt – The Future of Manuscript Studies tenutosi a Udine).

Disiecta membra restituta. La ‘riemersione’ della libreria di coro di Sant’Agostino di Siena

Lucrezia Signorello
2022

Abstract

Catalogare un manoscritto significa talvolta aprire uno squarcio nel tempo e fare emergere un frammento del passato. Catalogare nel suo complesso un fondo librario permette, in alcuni fortunati casi, di raccontare un’intera storia. La campagna catalografica in corso presso la Biblioteca centrale della Provincia Agostiniana d’Italia – sita nel complesso della Santissima Trinità di Viterbo – e avente per oggetto la libreria di coro del convento eremitano di Sant’Agostino di Siena – fino ad ora ritenuta perduta – non permette di restituire agli studi un prezioso tassello del panorama liturgico-musicale degli eremitani e della storia della produzione libraria miniata senese, ma anche di ricostruire la fitta e in alcuni casi assai complessa rete che collega questo pregevole nucleo librario alle maggiori collezioni nazionali e internazionali odierne. Il nucleo liturgico degli agostiniani di Siena, notevole sia per il consistente numero di volumi conservati (quindici) sia per le sue caratteristiche materiali (tanto dal punto di vista codicologico-paleografico quanto da quello decorativo), è stato difatti interessato – come spesso avviene per questa tipologia libraria – da importanti asportazioni, volte a immettere sul mercato antiquario cuttings miniati. La ricerca in corso ha già permesso per un buon numero dei libri corali oggetto di studio di colmare virtualmente queste lacune, ricostruendo in tal modo, seppur parzialmente, l’originario assetto dei volumi, e ricontestualizzando, altresì, numerosi lacerti presenti in collezioni italiane ed estere, pubbliche e private. Di tali frammenti – fino ad oggi analizzati dalla critica come tessere di un mosaico perduto – è oggi possibile comprendere il contesto liturgico di appartenenza e le relazioni con altre miniature ora riconosciute con certezza come appartenenti al medesimo ciclo decorativo. Parallelamente si è riusciti anche a riposizionare il consistente nucleo di carte staccate (assommante a circa un centinaio di frammenti) conservato presso la medesima Biblioteca, operazione che consentirà in futuro – grazie alle operazioni di restauro in programma – di ricollocare anche fisicamente tali carte all’interno dei volumi conservati a Viterbo. Il progetto – ancora in corso – è articolato in una serie di fasi successive, i cui risultati sono stati, e saranno, progressivamente pubblicati online (nella piattaforma curata dall’ICCU Manus Online) e a stampa. La prima fase del progetto ha visto la ricostruzione approfondita della storia del fondo e, in particolare, delle vicende che ne hanno visto il trasferimento dal cenobio per il quale venne prodotto (Sant’Agostino di Siena) all’attuale sede di conservazione (la Biblioteca centrale della Provincia Agostiniana d’Italia), passando prima peraltro da altri cenobi dell’Ordine, quali il convento di Santa Maria in Selva di Borgo a Buggiano nel pistoiese. Si è proceduto, quindi, alla descrizione analitica dei singoli libri corali, rilevandone le specifiche caratteristiche codicologiche, paleografiche, decorative e contenutistiche e dedicando particolare attenzione all’individuazione delle lacune presenti. La fase successiva si è concentrata, invece, sullo studio dei lacerti conservati a Viterbo, analisi che ha permesso di riposizionare la quasi totalità delle carte staccate nei volumi senesi. La ricerca si è appuntata, poi, sullo studio dell’apparato decorativo superstite e sulla sua contestualizzazione nella produzione libraria senese dei secoli d’interesse (secoli XIV-XV). L’identificazione degli artisti attivi nella decorazione della libreria di coro di Sant’Agostino ha permesso, infine, di individuare una corposa serie di lacerti ad essi attribuiti per i quali si è potuta verificare l’originaria appartenenza ai corali oggetto del presente studio. In tal modo, in conclusione, si è riusciti a collocare cronologicamente con maggior precisione la produzione di questi volumi liturgici e a collegarvi l’opera di personaggi di primo piano della scena artistica senese del tempo. L’intervento descritto, attraverso questo case study, intende proporre un interessante case study relativo allo studio dei frammenti liturgici miniati, che, sebbene oggetto di numerosi progetti catalografici, nonché di rilevati studi in ambiti di ricerca affini, sono qui analizzati e interpretati anche e soprattutto alla luce della loro ricontestualizzazione nei codici di origine, occasione – andrà notato – piuttosto rara e alquanto fortunata, almeno in questi termini numerici. Parallelamente – secondo un percorso di studi ormai fortemente radicato nelle discipline legate al mondo del libro – i risultati ottenuti nel progetto qui illustrato consentono di gettare uno sguardo sulla produzione libraria connessa agli usi liturgici degli agostiniani senesi e di ripercorre le vicende che hanno segnato la storia e portato alla parziale dispersione della loro libreria di coro nel contesto degli incerti e convulsi anni delle soppressioni degli ordini religiosi nel corso dei secoli XVIII-XIX.
2022
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1661559
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